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Aziende

Coop Donnalucata: la Sicilia che produce, cresce il fatturato del 30%

Bene anche i volumi, diminuisce la marginalità di pomodori, melanzane, zucchine. Ottima annata per il peperone

Cresce il fatturato del 30%, aumentano i volumi toccando i sette milioni di chili d’ortaggi prodotti, ma cala la marginalità per pomodori, zucchine e melanzane. E’ stata, invece, “Eccezzziunale… veramente” – dal titolo di un mitico film degli anni ’80 – la campagna dei peperoni con prezzi sostenuti per quattro mesi di fila. C’è lotta continua, ma pure soddisfazione alla cooperativa siciliana Donnalucata che serve le maggiori insegne della Gdo, vende anche in Germania, Svizzera e Inghilterra, cura 500mila metri quadri di produzione in serra e da lavoro a 80 persone. Myfruit.it ha intervistato il presidente Paolo Ficili.

Bene con il primo lockdown, meglio con il secondo

Alcune delle referenze della cooperativa Donnalucata

Si lavora e si vende a Donnalucata, frazione di Scicli in provincia di Ragusa, dove ha sede la cooperativa omonima: “L’anno scorso abbiamo registrato grandi risultati, dovuti anche ai momenti d’incertezza causati dal Covid durante il primo lockdown. Un bilancio positivo e quest’anno  pensavo fosse difficile superare i risultati del 2020. Ebbene abbiamo migliorato sia il fatturato  sia i volumi nonostante l’approccio più informato, consapevole e misurato delle persone durante l’ultimo lockdowm. Eravamo sicuri di non  ripetere quei numeri, ma abbiamo superato quel fatturato e siamo cresciuti del 30%“.

Buone le vendite, ma con margine risicato

Più vendite, ma il margine non è stato quello voluto per una parte delle circa 20 referenze stagionali – diverse varietà di pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni e anche l’uva coltivata in serra – come sottolinea il presidente: “Non è andato bene il pomodoro insalataro e il grappolo, un’annata disastrosa da gennaio ad aprile” come registriamo settimanalmente negli articoli dedicati ai prezzi all’ingrosso. E i pomodorini? “Un andamento altalenante e con scarsa redditività anche per il Piccadilly, il datterino o il ciliegino per cui c’è stata un’inversione di tendenza nell’ultimo mese e ora si combatte con la mancanza di prodotto”. L’imprevedibilità dei prezzi e delle dinamiche di domanda e offerta.

Peperoni d’oro, ma l’uva non brilla

Una scia negativa di quotazioni sugli ortaggi a cui si oppone l’ottima campagna del peperone: “Hanno segnato un exploit come non mai negli ultimi 15 anni. Sono stati quattro mesi con prezzi sostenuti e una buona marginalità“. Bene. Passiamo alla frutta, l’uva? “Abbiamo dedicato alla Vittoria sei ettari in serra, da maggio e luglio. La campagna si è conclusa da poco, ma le quotazioni sono state medio basse, non abbiamo segnato prezzi esaltanti”.

Puntare sul ciclo breve dei pomodori

Novità per il futuro? “Lavoriamo bene con il nostro stabilimento, serviamo diverse e importanti catene nazionali – Coop, Famila, Eurospin e altre -. Soffriamo la marginalità ridotta e si combatte con delle patologie importanti. Pensiamo al Tomato Brown che nonostante tutti gli accorgimenti, la cura e la prevenzione è un problema rilevante. Stiamo puntando al ciclo breve e  per questo abbiamo organizzato due produzioni invece di una  per evitare di stressare  troppo le piante come succede con il ciclo lungo. In questo modo la pianta è più sana, ha meno necessità di trattamenti e di cure quindi minore manodopera e costi”. Strategia per portare un prodotto sano sul mercato e ridurre i costi.

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