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Ingrosso

Dai mercati: angurie ai minimi anche perché “c’è chi le regala”

CAAT TORINO

Città vuote e mercati sotto tono, quotazioni medio-basse per quasi tutti gli articoli. Tengono i prezzi di pesche e nettarine

L’anguria ai minimi storici, quota sempre meno cent il chilo. C’è abbondanza di prodotto nei mercati ortofrutticoli e, sottolineano i grossisti, c’è pure chi la regala. Concorrenza  brutale di alcune insegne della Gdo: “I clienti ci chiedono, noi a a quanto dobbiamo venderla?”. Effetto spiazzamento.

Anche il melone non brilla, tengono pesche e nettarine, almeno per i calibri più grossi. Se si presenta bene, ha colore ed è dolce si vende bene l’uva. Sul fronte ortaggi in media le quotazioni ruotano intorno all’euro, il pomodoro a grappolo sale e scende. Sull’altalena.

Milano: “Angurie ai minimi storici, anche perché si regala”

Salvatore Musso, consigliere del consiglio direttivo Ago

A Milano myfruit.it incontra Salvatore Musso, consigliere di Ago Milano, che scatta la fotografia del mercato d’inizio agosto: “In questo periodo un terzo dei punti vendita è chiuso per ferie e nonostante questo le vendite sono scarse, c’è veramente poco movimento. Sostanzialmente i prezzi sono medio bassi su tutta la gamma dei prodotti ortofrutticoli, ci sono delle eccezioni come frutti di bosco e fragole”.

Vediamo la frutta di stagione: “Con le angurie abbiamo toccato i minimi storici visto che le stanno regalando, non più il zero virgola, ma proprio a gratis“. I clienti sono spiazzati, Musso sottolinea: “Si vende solo agli esportatori a 0,10/0,20 euro. Si salvano le angurie di Pachino o del mantovano, ma se prima si parlava di un euro al chilo ora le quotazioni sono a 0,50 centesimi”. La merce non manca: “Ma c’è carenza d’afflusso, a Milano chi è potuto evadere è andato via. Resta un consumatore con capacità di spesa piuttosto ridotta“.

Non brillano i meloni, pesche e nettarine tengono il prezzo

Non va tanto meglio sul fronte meloni. “Non superano i 0,50/0,60 euro e parliamo sempre di un buon melone, un prodotto di qualità. Anche quello da Mantova non spunta grosse quotazioni. Le pesche vanno a diminuire, i prezzi sono livellati a cavallo di un euro, oltre sono premiate le pezzature medio grosse, frutti ben calibrati. In sintesi si va da da 0,70/0,80 per arrivare a 1,20/1,30. Stesso discorso per le nettarine”. Con le albicocche siamo all’esaurimento del prodotto nazionale e si vede quello francese – anche loro hanno subito danni ingenti -, ma arriverà dopo ferragosto e inizio settembre con la varietà Orangé de Provence,  sono molto colorate e anche belle da vedere. Si proseguirà con la Bergeron, meno colorata ma buona. Ora c’è prodotto piemontese e ferrarese e la quotazione è molto variabile perché dipende dallo stato di conservazione: si parte da 0,70/0,80 euro per il prodotto che ha subito la grandine, per arrivare fino ai 2 euro per quello che si è salvato dalle intemperie“. Si parla naturalmente di piccole quantità.

L’uva bella salta i due euro

A Milano c’è l’uva Vittoria, ma sta iniziando l’ Italia con le primizie. La campagna vera e propria partirà da ferragosto in poi. Il prodotto arriva dal Tavoliere delle Puglie, dalla Sicilia, dalla zona di Mazzarrone. Vediamo le quotazioni illustrate da Salvatore Musso: “Il prodotto standard a cui manca colore e grossezza sta sotto l’euro, ma con acinatura sostenuta, colore sul biondo giallo arriva a 1,70/1,80 euro. Viene premiato l’acino grande  e la buona lavorazione con i grappoli ben disposti e un fazzoletto che li protegge. Sono prodotti speciali che oscillano da 2,50 a 3 euro il chilo, ma non fanno testo nell’economia del mercato“. infine le fragole dal Trentino. “Il prezzo è in crescita con richiesta maggiore dell’offerta, sono aumentate con una media di 1 euro al giorno per arrivare fino a 20 euro la cassetta da 2 chili”.

Pomodoro a grappolo sulla giostra

Gli ortaggi nel report dell’imprenditore soffrono tutti, abbiamo “quotazioni medio basse con prezzo medio tra 0,60/0,70 e solo alcuni raggiungono l’euro”. I pomodori? “Il grappolo ha segnato sbalzi di prezzo notevole , due settimane fa è arrivato a un euro, ma poi è sceso fino a 0,40 e ora si è assestato a 0,60 euro”.

Brusca frenata a Torino, in difficoltà angurie e meloni

Mercati. Confronto tra Torino e Genova sull'orario diurnoAnche a Torino la città si svuota, nel capoluogo piemontese incontriamo Giancarlo Gianusso, agronomo dell’ufficio qualità e logistica del Caat, che ci offre la sua analisi: “Agosto è iniziato con una brusca frenata delle contrattazioni. Sulle vendite c’è difficoltà in particolare su angurie e meloni, anche quest’ultimi sono in leggera ripresa. Interessa sempre alto per pesche e nettarine, vista la con scarsa disponibilità di prodotto”.

Come a Milano il prezzo delle angurie è sempre sul filo dei centesimi: “Quotazioni da 0,15/0,25 euro, mentre le baby angurie sono a 0,40/0,50. Il melone retato 6 pezzi tra 0,60/0,80 euro e quello liscio 0,70/0,90. Le albicocche calibro 50/55 superano i 2 euro. Le pesche gialle (tripla A) 1,60 /180 euro con punte di 2 euro mentre le nettarine valgono 0,20 euro in più”. Capitolo uva: “La Vittoria quota 1,40/1,80 ma se ha un bel colore ed è dolce può superare i 2 euro. C’è prodotto dalla Sicilia e top dalla Puglia. Le fragole del Trentino 7/7,50 euro mentre il limone sudafricano oscilla da 1,60/1,80 euro“.

Ortaggi sotto o  intorno all’euro

Sugli ortaggi ci sono le melanzane nere a 0,80/0,90 euro, le violette a 0,90/1,10, i peperoni lunghi intorno a 1/1,10, i fagiolini 1/1,40. Infine le zucchine chiare con fiore a 1/1,20 e le scure a 0,70/0,80 euro. Il pomodoro a grappolo italiano intorno a 1 euro, l’olandese 1,10/1,20 mentre il datterino 2,40/2,60, il Ciliegino piccolo 2/2,40 euro.

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