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Martina: “Obbligo origine anche ai derivati del pomodoro”. Bene unione Pomì e De Rica

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Autore Redazione

Sì del Ministro dell’Agricoltura all’estensione anche ai prodotti derivati dal pomodoro dell’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime. Sull’unione Pomì -De Rica giudizio positivo

Maurizio Martina, Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Maurizio Martina, Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Il pomodoro trasformato, ieri, è stato al centro dell’attenzione della stampa nazionale grazie ad una serie di dichiarazioni e comunicati che hanno caratterizzato la giornata. L’annuncio da parte del ministro Maurizio Martina circa l’impegno sull’obbligatorietà dell’origine anche sulle etichette dei prodotti derivati dal pomodoro come già fatto con latte, pasta e riso sembra dare certamente un segnale ad una vicenda intorno alla quale il settore discute ormai da tempo. Nel lancio dell’Ansa il ministro dell’Agricoltura sottolinea la volontà di voler procedere su questo fronte insieme al collega Carlo Calenda, a capo del dicastero dello Sviluppo Economico.

Le reazioni da parte del mondo agricolo non sono tardate, a partire da quelle positive di Tiberio Rabboni, presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, che ha evidenziato come l’OI sia da tempo “favorevole a questo provvedimento anche in termini di disponibilità per una prima concreta sperimentazione come filiera in accordo con lo stesso ministero dell’Agricoltura”. Positivo anche il commento di Coldiretti da parte del presidente Roberto Moncalvo che ha voluto però sottolineare come l’obbligo dell’origine in etichetta veda estesa a tutti i vegetali trasformati in generale, dai succhi alle confettura “come chiede l’84% degli italiani che hanno partecipato alla consultazione pubblica indetta dallo stesso Ministero delle Politiche Agricole”.

Il ministro Martina, in coda alla questione dell’obbligatorietà dell’origine in etiche dei derivati dei pomodori, ha espresso anche parere favorevole alla notizia dell’acquisizione dello storico marchio De Rica da parte del Consorzio Casalasco, detentore di un altro marchio molto famoso come Pomì, definita “un’operazione importante per la filiera” poiché vede due brand molto famosi fare sistema e unirsi. “L’esperienza del Consorzio Casalasco del pomodoro può rendere ancora più forte e riconoscibile nel mondo questa produzione di qualità. Andiamo avanti nel lavoro di tutela delle filiere made in Italy e di valorizzazione del lavoro dei nostri produttori agricoli” ha concluso.

Con l’acquisizione di De Rica, un marchio molto importante passa nelle mani di un colosso del mondo agricolo cooperativo come Casalasco, prima filiera in Italia nella coltivazione e trasformazione di derivati del pomodoro con un fatturato di 230 milioni di euro e una base di 370 aziende agricole associate tutte dislocate nella pianura padana. Nella nota diramata congiuntamente dalle due realtà nella mattinata di ieri si evidenzia anche come questa acquisizione consenta al marchio De Rica di rimanere in Italia tornando, inoltre, nella sua zona originaria di produzione.

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