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Trend e Mercati

Federdistribuzione: consumi deboli, prevale l’incertezza

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Autore Redazione

Secondo Coldiretti il caro prezzi taglia del 4,9% i quantitativi di prodotti alimentari acquistati, ma si spende di più (+7,3%)

I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di aprile evidenziano un incremento tendenziale a valore del +3,2%, al quale corrisponde un calo a volume del 4,8 per cento.

L’analisi di Federdistribuzione…

“Continuiamo ad assistere a un andamento dei consumi caratterizzato da due segni discordanti; se da un lato leggiamo in positivo il dato a valore, in parte influenzato ad aprile dalla ricorrenza della Pasqua, dall’altro dobbiamo registrare la debolezza dei volumi di vendita sui quali pesa l’effetto dell’inflazione – ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione – Il contesto economico sconta ancora una situazione di incertezza, confermata anche dal peggioramento del clima di fiducia dei consumatori, come rilevato a maggio da Istat, che condiziona le scelte delle famiglie. A soffrire non è solo il comparto alimentare ma anche le categorie del non alimentare, in particolare l’abbigliamento, che più risentono dell’andamento meteorologico e di una stagione estiva in forte ritardo. In questa prospettiva di incertezza, occorre quindi il massimo impegno per favorire la ripresa dei consumi, attraverso il sostegno alle famiglie e alle imprese“.

… e quella di Coldiretti

Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione.

È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel quadrimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Il risultato è che i consumi domestici di ortofrutta fresca delle famiglie sono diminuiti dell’8% nei primi tre mesi del 2023 con ciascun italiano che, indipendentemente dall’età, ne ha consumata dell’anno quasi due chili in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno dello scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso Italy. Le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.
La situazione di difficoltà si estende – conclude Coldiretti – alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Occorre lavorare – conclude la Coldiretti – per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni“.

Fonte: Federdistribuzione – Coldiretti

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