Ci sono nuovi sviluppi sul caso Pam, quello dei dipendenti sottoposti al test del carrello. In sede di mediazione in prefettura, infatti, l’azienda ha annunciato che il cassiere licenziato sarà solo sospeso. Ma i sindacati non ci stanno e annunciano nuove battaglie.
I fatti
I fatti sono oramai noti: un ispettore di Pam si finge un cliente e cerca di rubare merce nascondendola nella spesa, come nel caso del mascara nella confezione di castagne. Se i cassieri non se ne accorgono, parte un provvedimento disciplinare. Che può tradursi, in alcuni casi, in licenziamento. Come è successo 62enne di Poggibonsi (Siena), per il quale lo scorso 11 dicembre, a Siena, si è tenuto un incontro in prefettura tra Pam e i sindacati. Obiettivo trovare una mediazione.
Nel corso del confronto Pam, pur mantenendo ferme le proprie valutazioni in merito alla correttezza delle procedure adottate, ha accolto l’invito formulato dal prefetto a convertire il provvedimento di licenziamento in una misura di natura conservativa, cioè in una sospensione disciplinare. L'azienda ha dunque cambiato posizione.
Ma la proposta non ha convinto i sindacati, e così la trattativa è finita in un nulla di fatto
Il no dei sindacati
“I referenti aziendali di Pam - spiegano i sindacati della Filcams Cgil - su mediazione del prefetto, si sono dichiarati disponibili a revocare il licenziamento trasformandolo in una sanzione conservativa di dieci giorni di sospensione dal lavoro. La proposta dell’azienda è ritenuta irricevibile, poiché non solo non affronta il nodo del test carrello, ma con una sanzione conservativa ne vuole dimostrare la sua legittimità. Inoltre rivela una evidente debolezza: Pam riconosce implicitamente la sproporzione della sanzione inizialmente comminata”.
Interviene la politica
Sul caso è intervenuta anche la politica. In un comunicato firmato da Gabriele Cecconi, responsabile dipartimento lavoro Pci di Livorno, si legge: “Il Pci Federazione di Livorno esprime massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori dei supermercati Pam Panorama colpiti da licenziamenti, sospensioni e contestazioni, sia a Livorno che in altre città. Siamo di fronte a provvedimenti inaccettabili che colpiscono i lavoratori più anziani con tanti anni di servizio, quelli titolari di Legge 104 o che hanno ruoli sindacali. Questa strategia alimenta nelle filiali un clima vessatorio e di paura intollerabile e colpisce pesantemente la dignità dei lavoratori”.
“Il test del carrello - prosegue la nota - è un’infamia e un meccanismo di controllo costruito apposta per dare all’azienda scuse per licenziare e che crea un clima di insicurezza e sfiducia con inevitabili conseguenze negative per il benessere dei lavoratori. Non sono serviti a niente i tentativi da parte delle organizzazioni sindacali di trovare punti di mediazione e soluzioni”.
“L’azienda Pam Panorama e la grande distribuzione ormai da anni hanno come scopo l’allontanamento pretestuoso dei dipendenti con più anzianità e tutele per sostituirli con lavoratori giovani, precari e ricattabili. Le gravi ingiustizie che stanno colpendo il personale dei supermercati Pam Panorama non sono episodi isolati ma si configurano come una pratica strutturale e desta estrema preoccupazione la decisione di chiudere il punto di vendita del centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio con la conseguente procedura di licenziamento collettivo per i 45 lavoratori della filiale”.
“Nel chiedere il reintegro dei lavoratori colpiti da questi provvedimenti aberranti - conclude il comunicato - non possiamo non lanciare un monito, affinché le autonomie locali verifichino il rispetto dei diritti del mondo del lavoro da chi svolge attività imprenditoriale nel proprio territorio, anche se impresa privata. Il lavoro è un diritto, non un’opportunità”.