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Trend e Mercati

La frutta e l’insalata sono i cibi più sprecati

spreco zero

Ne buttiamo via 30,3 grammi alla settimana. Al mercato di Parma recuperate 1.000 tonnellate di ortofrutta per le famiglie

La frutta e l’insalata sono i cibi che sprechiamo di più.  In questa brutta classifica ci battono gli statunitensi, i tedeschi e gli inglesi.  Sono alcuni dei dati dell’osservatorio waste watcher e della campagna spreco zero. Intanto al mercato all’ingrosso di Parma hanno recuperato mille tonnellate di ortofrutta per le famiglie bisognose.

Buttiamo via 30 grammi di frutta e 26 di insalata alla settimana

La frutta si trova nel podio più alto della classifica dello spreco in tutto  il pianeta. Nel nostro Paese  ciascuno di noi butta via 30, 3 grammi di frutta alla settimana, segue l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite, e il pane fresco con 22,8 grammi. Ci superano gli Stati Uniti, con 39,3 grammi a testa, la Germania con 35,3 e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa.

Estate da cicale per gli italiani

Un’estate da spreco per gli italiani sempre più spreconi. La dose settimanale individuale è passata da 595,3 a 674,2 grammi rispetto all’ultima rilevazione di waste watcher international, diffusa nel febbraio 2022. Questa la stima dell’osservatorio internazionale di Waste watcher / spreco zero attraverso i dati del world foodwaste report – un progetto della campagna spreco zero su monitoraggio Ipsos – che indaga i comportamenti dei cittadini di 9 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone.

SprecoAlimentare

Un rapporto interessante presentato oggi nello Spazio Europa, sede della Commissione Europea a Roma in vista della Giornata mondiale dell’alimentazione che si terrà domenica 16 ottobre.

Con il cibo si spreca anche l’energia

Lo spreco alimentare aumenta anche quello dell’energia necessaria per produrre il cibo, così come dell’acqua e delle altre risorse nascoste. In particolare: l’impronta idrica dello spreco alimentare domestico in Italia vale 1/10 del fabbisogno idrico dell’intero continente africano, ed è pari a 749,7 miliardi di litri d’acqua annui. Dal punto di vista energetico vale ben 6,4 miliardi di euro  lo spreco di energia nascosta nel cibo durante il 2022. Rispetto al foodwaste globale spicca subito il dato incrociato: sono Sudafrica e Giappone i Paesi più virtuosi, perché nelle loro case si spreca circa la metà rispetto all’Italia (324 e 362 grammi a settimana), mentre in Europa è la Francia il Paese più virtuoso con 634 grammi settimanali. Germania e Regno Unito svettano nel vecchio continente con 892 e 859 grammi.

Gli Stati Uniti arrivano a ben 1338 grammi di cibo gettato a settimana mentre il Brasile si posiziona al quarto posto complessivo con 794 grammi di cibo gettato ogni settimana, sempre pro capite.

Piccolo formato per sprecare meno

Per sprecare meno si pensa a privilegiare  prodotti di piccolo formato e puntare su campagne capillari di educazione alimentare e sensibilizzazione dei cittadini. Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i dati dell’indice di fiducia dei consumatori: “Gli italiani – ha spiegato il direttore scientifico Ipsos Enzo Risso – sono terz’ultimi in questa istantanea mondiale, con il 39,9% di fiducia (in calo di 3 punti)”. Significa che 6 italiani su 10 non hanno fiducia nel quadro sociale ed economico attuale e futuro, a differenza degli statunitensi (indice di fiducia 50,9%), e in Europa della Germania, che primeggia per indice di fiducia dei consumatori al 47,2 %.

Alla conferenza sono intervenuti il fondatore della campagna spreco zero Andrea Segrè, il chief economist Fao Maximo Torero Cuellen, il vicedirettore generale aggiunto Fao Maurizio Martina, Stefano Gatti inviato speciale per la sicurezza alimentare del ministero degli esteri, Enzo Risso direttore scientifico Ipsos, Matteo Vittuari, Università di Bologna (Distal), coordinatore del cross country report. I dati del caso Italia sono stati illustrati dal coordinatore Luca Falasconi, Università di Bologna (last minute market).

A Parma 1.000 tonnellate di ortofrutta alle famiglie

Sul tema è interessante il caso Parma dove, al mercato all’ingrosso che prende il nome di Cal (Centro agroalimentare e logistica), si recupera molta ortofrutta. Sempre di più. “Abbiamo superato le mille tonnellate“. Questo il dato numerico del progetto sociale. “Con i prodotti consegnati nei giorni scorsi si è finalmente superata la boa delle mille tonnellate. Un traguardo reso possibile da decine di collaboratori e centinaia di volontari, che settimanalmente portano la freschezza della nostra frutta e verdura alle famiglie in difficoltà”.

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