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Trend e Mercati

Export. La situazione dei prodotti DOP e IGP nel 2011

Bene le mele altoatesine e trentine, ma per più della metà dei prodotti ortofrutticoli la voce export è uguale a zero

Come abbiamo visto nei precedenti articoli che abbiamo dedicato al comparto ortofrutticolo DOP e IGP, così come viene fotografato dal 10° Rapporto Qualivita/Ismea, anche nell’export i protagonisti sono sempre gli stessi, vale a dire le due mele italiane per antonomasia: la Mela Alto Adige IGP e la Mela Val di Non DOP. Le due produzioni, infatti, rappresentano il 90% dell’export ortofrutticolo certificato italiano, che nel complesso vale 190 milioni di euro. Nel 2011, 138.984 tonnellate di mele Alto Adige IGP e 38.764 tonnellate (-1%) di mele Val di Non DOP (+46,3%) sono volate all’estero.

Il Rapporto sottolinea, nel complesso, come, nonostante i congeniti problemi legati all’export, consistenti soprattutto nelle più stringenti norme igieniche che esigono i paesi esteri, specie extra europei, il settore ha visto negli anni una crescita molto elevata a volume, anche se non altrettanto soddisfacente a livello economico.

Per quanto riguarda il resto della produzione ortofrutticola DOP e IGP, sono ottime le performance del Pomodoro S. Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino DOP (+79,7% a volume e +51,5% a valore), che del Kiwi Latina IGP, che esporta l’80% della sua produzione, e del Fico Bianco del Cilento DOP, anch’esso molto sbilanciato sull’export (70%). Nota negativa? Più della metà delle produzioni ortofrutticole certificate italiane non varca affatto i confini nazionali.

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