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Frutta a guscio ed essiccata MySnack

Vini ossidativi, passiti o bollicine. Tre tipologie per un perfetto abbinamento con la frutta secca

Alba, nelle Langhe, è capitale di molte bontà enogastronomiche, ed anche di due ingredienti che vogliamo scoprire se possono stare bene insieme: frutta secca e vino. Nocciole e Nebbiolo da queste parti, infatti, non mancano, così come uno dei sei ristoranti con tre stelle Michelin presenti del nostro paese: Piazza Duomo.

Chi, quindi, meglio del suo sommelier, Mauro Mattei, per indagare questo curioso connnubio? «A me piace il binomio classico, vale a dire frutta secca e vini ossidativi, si instaura un dialogo interessante fra bicchiere e materia prima». Soprattutto in questo periodo dell’anno è facile mangiare frutta secca a fine pasto, quindi, spazio a vini da meditazione secchi: «Sì, per esempio con noci, nocciole o mandorle l’iper classico “Ventennale” del compianto Marco De Bartoli può essere una soluzione o – uscendo dal seminato dei vini italici – un savagnin di stampo ossidativo. Mi viene in mente un altro must: Chateau Chalon di Berthet-Bondet». Se dai vini ossidativi ci spostiamo a quelli dolci? «Vino Santo del Trentino di Poli con la frutta secca a guscio, mentre un Passito di Pantelleria di Ferrandes con datteri, fichi secchi o albicocche appassite», E se abbiamo frutta secca, tostata e salata? «Un bel metodo classico in questo caso è doveroso. Penso a un Franciacorta Brut Satèn, per esempio a quello di Arcari & Danesi, giusto per rimanere sull’autarchico e proporre un produttore nuovo di zecca».

E se la frutta secca entra in un piatto? Una proposta? «Gioco in casa per comodità: spugna alla nocciola di Enrico Crippa (chef del Piazza Duomo) con un bel calice di “Sol” 2007 di Ezio Cerruti».

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