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Reparto Ortofrutta

Prezzi e promozioni? Sono il passato. La nuova filosofia di Carrefour

Gabriele Di Teodoro: “Da una logica di distruzione del valore ad una di creazione”

Basta con la guerra dei prezzi e delle promozioni, anche perché su questo campo vince chi ha la produttività più alta per metro quadro. Quindi? «Bisogna cercare altre opzioni, opportunità inesplorate, lasciando da parte prezzi e promozioni e approcciando nuovi bisogni». Queste le motivazioni che secondo Gabriele Di Teodoro, direttore prossimità di Carrefour, hanno portato il colosso francese della grande distribuzione a introdurre in Italia molti cambiamenti nei suoi punti vendita, sperimentando una nuova concezione di spesa e focalizzando l’attenzione su dettagli che sino ad ora erano rimasti inesplorati. Il manager di Carrefour ha esposto il suo punto di vista, e dell’insegna che rappresenta, durante una delle tante tavole rotonde che hanno caratterizzato la 9° edizione del Consumer & Retail Summit di Mark Up e Gdoweek che si è tenuto presso la sede del Sole24Ore a Milano martedì 6 ottobre.

E-commerce e apertura 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 sono due delle novità che Carrefour sta sperimentando oramai in molte città italiane. E poi il format “gourmet” per i supermercati di prossimità, che di fatto incarna al meglio il cambiamento in atto nell’insegna francese in Italia. «Siamo passati da una logica di distruzione del valore ad una di creazione del valore. E nel settore dell’alto di gamma e della qualità ci sono grandi opportunità». Sul banco degli imputati, anche per il manager di Carrefour, ci sono prezzi e promozioni, da sempre grandi protagonisti nella Gdo, soprattutto negli ultimi anni di crisi: oggi non sembrano essere più le chiavi vincenti. «Se facciamo solo una battaglia di prezzo il mercato si contrarrà ancora di più perché il risparmio viene poi reinvestito altri settori dal consumatore, non nella grande distribuzione».

Non è più quindi un valore oggi il prezzo, ma semplicemente un prerequisito del business, perché se non sei conveniente non entri neanche nel campo di gioco. «Ora bisogna soddisfare bisogni diversi» sostiene Di Teodoro, tenendo in considerazione che la crisi, per come l’abbiamo vista sino ad ora, è realmente finita. «Lo sostengo perché dai nostri dati e dall’analisi di certi indicatori emerge questo». Ma non bisogna pensare che tutto tornerà come prima. Anzi. «Il futuro sarà ancora più di rottura e arriverà una crisi ancora più forte per le imprese se non ci si adeguerà a un cliente cambiato, più attivo». Più informato, più selettivo, più attento.

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