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Reparto Ortofrutta

Il declino degli ipermercati. Più qualità e meno metrature

Arretrano fatturati, volumi e nuove aperture. Si punta al food di qualità e ai superstore

Alla fine di quest’anno le nuove aperture di ipermercati, aree di commercio con metrature superiori ai 4500 mq, saranno solo 10 contro le 37 del 2011. Le grandi cattedrali del consumo, esplose in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta, poste principalmente alle periferie delle città, sembrano soffrire più di altri la crisi che, al tempo stesso, sembra stia cambiando in modo drastico le abitudini di consumo. La Coop in Toscana ne sta chiudendo 6, la Conad sta cambiando quello di Rimini, Carrefour sta abbandonando questa tipologia in Basilicata e Puglia. E, secondo quanto riporta un articolo del quotidiano La Repubblica del 6 ottobre, basta leggere alcuni dati per comprendere l’inversione di tendenza attualmente in atto: le superfici degli Iper quest’anno non sono cresciute (+0,3%) mentre negli scorsi 6 anni erano aumentate oltre il 30%. I volumi si sono contratti (-1,4%) così come i fatturati (-2,4%).
Quali i motivi? Aumento del costo della benzina (percorrere molti chilometri per raggiungere l’ipermercato non conviene più), calo di interesse per i grandi confezioni unite a grandi sconti. Meglio comprare poco, ma più frequentemente, magari bio ed etnico. “Il modello ipermercato fuori dai centri urbani è in difficoltà in tutta Europa” afferma Francesco Cecere, direttore marketing della Coop. Anche Carrefour conferma che è in atto una riduzione degli spazi di vendita e ancora Pino Zuliani, direttore marketing della Conad, sostiene che: “La crisi vera è sugli iper di grandi dimensioni”. Fuori dal coro Auchan, a quota 58 Ipermercati, che invece punta a essere al top della categoria in Italia. Ma cosa sta prendendo il posto di queste grandi metrature? I superstore, dalle caratteristiche più “umane” e vicine alle nuove esigenze dei consumatori ai tempi della crisi: “metrature contenute, vicinanza a città e paesi, prossimità ai quartieri” afferma sempre Cecere di Coop e, magari, dotate soprattutto di food di qualità e meno di extra alimentare.

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