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Residui: in Italia -5%, ma la frutta presenta criticità

Meglio la verdura. A dirlo è Legambiente che aggiunge: “In un campione su quattro rilevate tracce di due o più sostanze”

Buone nuove sul fronte della salubrità degli alimenti, ortofrutta in primis. Secondo il dossier Stop pesticidi nel piatto 2023 pubblicato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, la presenza di residui chimici è in via di diminuzione.
Ma, sottolinea il dossier, in un caso su quattro si rileva la presenza di due o più fitofarmaci sullo stesso alimento, un fenomeno che va sotto il nome di multiresiduo e di cui il più delle volte non si conoscono gli effetti.

I numeri

Secondo i dossier, la contaminazione da fitofarmaci negli alimenti è diminuita, in un anno, del 5 per cento. I campioni analizzati in cui sono state rilevate tracce di prodotti chimici – comunque al di sotto dei limiti imposti dalla normativa – passano infatti dal 44,1% dello scorso anno, all’attuale 39,2 per cento.

Nel 15,67% dei campioni regolari, però, sono state trovate tracce di almeno un fitofarmaco. Una situazione che nel 23,54% dei casi è catalogabile come multiresiduo.

I campioni che presentano un contenuto di residui più elevato rispetto a quanto imposto dal legislatore, restano al di sotto del 2%, 1,62 per la precisione.

La frutta preoccupa

Tra tutti gli alimenti analizzati, a presentare il maggior grado di contaminazione è ancora una volta la frutta: nel 68% dei campioni sono stati rilevati residui. In particolare, le contaminazioni sono presenti nell’84% delle pere e nell’83% delle pesche.

Nella frutta tropicale, dunque banane, kiwi e mango, è invece stata riscontrata la percentuale più alta di irregolarità, pari al 7,41 per cento.

La frutta primeggia anche per la presenza di tracce multiresiduo, con una percentuale pari al 50,28 per cento. Fra le matrici frutticole, quelle a totalizzare la percentuale più alta di campioni aventi più residui presenti contemporaneamente sono state le pesche (71,66%) seguite da pere (64,71%) e uva (62,20%).

In tre campioni di uva passa (di provenienza turca) sono stati rintracciati 17 residui, in un campione di pesca (di provenienza italiana) 14 residui, in un campione di fragola 12 residui.

La verdura va meglio

La verdura presenta percentuali molto più basse, con un multiresiduo nettamente inferiore (13,01%).

In questo caso, fra gli alimenti in vetta alla classifica del multiresiduo si trovano, in ordine decrescente: peperoni con il 32,69%, insalate con 32% e infine i pomodori con 28 per cento.

I fitofarmaci rilevati

Quanto a principi attivi e molecole, nei campioni sono stati riscontrati Acetamiprid, Fludioxonil, Boscalid, Dimethomorph. Ma anche alcuni neonicotinoidi, sostanze che peraltro che non sono più ammesse negli stati membri dell’unione Europea. Questi, secondo il dossier, sarebbero stati riscontrati in campioni di pesca, pompelmo, ribes nero, semi di cumino e tè verde in polvere (il riferimento è al Thiacloprid) e in un campione di arancia e in due campioni di limoni (Imidacloprid).

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