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Ciliegie di Vignola: un’annata (finalmente) normale

walter monari

Walter Monari: “Saremo un po’ in ritardo, ma al momento la stagione promette bene e rimaniamo ottimisti”

“Dopo due anni particolarmente difficili, con il 30% in meno di produzione lo scorso anno e addirittura il 50% in meno nel 2020, quest’anno la campagna cerasicola dovrebbe tornare alla normalità”. A dichiararlo è stato oggi Walter Monari, direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, reduce dalla giornata conclusiva dell’International Cherry Symposium, il congresso internazionale sulla ciliegia che, tra le tappe delle visite in campo, ha visto protagonista anche Vignola.

Un centinaio tra tecnici e produttori provenienti dall’Italia e da diversi paesi del mondo – spiega Monari – sono giunti oggi a Vignola nell’ambito dell’International Cherry Symposium. Con loro, abbiamo visitato il campo sperimentale del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, dove abbiamo mostrato diverse tipologie di coperture, porta innesti e selezioni varietali. Il gruppo si è poi spostato presso l’azienda agricola Redorici Roberto, uno dei fiori all’occhiello per quanto riguarda la cerasicoltura (con i ciliegeti pressochè tutti coperti), quindi si è diretta verso il magazzino di Agrintesa, dove sono stati mostrati i macchinari di lavorazione”.

Manca ancora totalmente, tuttavia, il prodotto, primizie comprese. Monari infatti spiega: “In linea generale, la stagione 2022 delle ciliegie è in ritardo un po’ ovunque. La Puglia, dalle informazioni che abbiamo, arriverà sui mercati verso l’8-10 maggio, mentre da Vignola cominceremo tra il 18 e il 20 maggio. Pure la Spagna ha una quindicina di giorni di ritardo, con danni da gelo che in alcuni casi sono arrivati anche al 60-70%”.

Nonostante questo, però, per la campagna ai nastri di partenza c’è grande fiducia. “Impossibile ancora parlare di prezzi – continua Monari – ma senz’altro possiamo dire che ci attendiamo al momento una campagna finalmente normale nei quantitativi e molto buona in termini qualitativi. Il potenziale produttivo – chiude Monari – in un’annata normale va dai 65 ai 70mila quintali. Di questo, il 70% è marchiato Igp. Siamo di fatto una delle realtà dove la sensibilità verso la certificazione Igp è una delle più marcate in assoluto”.

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