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Gelate: Cso Italy stima perdite per 862 milioni

Report sui danni alle drupacee voluto da Alleanza Coop: 454 milioni per perdite di prodotto, poi lavorazione (150) e indotto (258)

Le gelate di fine marzo e aprile hanno un prezzo (alto) per la frutta estiva: parliamo di danni per 862 milioni. Nello specifico, 454 milioni sono dovuti alle perdite di prodotto, più di 150 milioni alla fase di lavorazione, mentre 258 milioni sono relativi alla perdita di valore dell’indotto.

Sono questi i principali risultati del report realizzato dal Cso Italy – Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara su mandato dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari che per la prima volta ha voluto un computo dettagliato delle stime dei danni da gelo per le drupacee. Stime richieste anche per la scarsa attenzione dedicata dai media nazionali all’impatto sul comparto ortofrutticolo nazionale dell’andamento climatico degli ultimi mesi.

DavideVernocchi_ApoConerpo“Il susseguirsi di gelate così rilevanti ha rappresentato un fenomeno di portata eccezionale – commenta il coordinatore del Settore ortofrutticolo di Alleanza cooperative agroalimentari, Davide Vernocchi – Mai fino a questo momento eventi climatici avevano avuto impatti così devastanti su tutte le colture e in tutti i maggiori bacini produttivi nazionali, provocando perdite rilevanti a livello nazionale. Danni che risultano ancora più penalizzanti in quelle aree che già lo scorso anno erano state colpite dal gelo e che si trovano a fare fronte per il secondo anno consecutivo a nuove perdite economiche”.

Ciliegie, danni per 140 milioni

A livello nazionale le perdite dovute al gelo si attestano su circa 41mila tonnellate, corrispondenti a più di un terzo del potenziale presente prima delle gelate, che raggiungeva un livello produttivo di 120mila tonnellate. Per il ciliegio sono stimati in 102 milioni di euro i danni alla produzione, 12 quelli per il post raccolta e 26 milioni la perdita dell’indotto, per un totale di 140 milioni.

Albicocche quasi dimezzate

Il 2021 per le albicocche rappresenta il nuovo minimo storico degli ultimi 20 anni. A livello nazionale le perdite di prodotto rispetto al potenziale di 270mila presente prima del gelo sono state valutate in circa 120mila tonnellate, equivalente a oltre il 40% del potenziale.
Quasi tutti i bacini di maggiore coltivazione sono stati interessati a più riprese dal gelo. Nelle regioni del settentrione le flessioni sono risultate pari all’80-90% in meno (Piemonte e Veneto); l’Emilia Romagna, prima per estensione in Italia (e che nel 2020 aveva evidenziato la situazione peggiore dal punto di vista produttivo, ndr), anche quest’anno dovrebbe posizionarsi sul 50% in meno rispetto al potenziale iniziale. Anche i principali bacini produttivi di albicocco nel meridione (Campania, Basilicata e Puglia) presentano perdite significative che vanno dal 20 al 40% in meno a seconda del territorio rispetto il 2020.
Quanto ai danni, ammontano a 151 milioni, 80 dei quali relativi alla produzione, 24 al post raccolta e 47 all’indotto.

gelate

Pesche

Prima delle gelate, la stima delle produzioni potenziali era soddisfacente, di poco inferiore a 1,2 milioni di tonnellate, nonostante il calo delle superfici che accomuna la maggior parte degli areali. Purtroppo, come per le albicocche, anche in questo caso praticamente tutti i principali bacini produttivi sono stati colpiti a più riprese dal gelo che ha causato un calo del potenziale iniziale che va dalle produzioni quasi azzerate in Veneto e dal -70% del Piemonte al -60% in Emilia Romagna , fino al 50% in meno in Puglia, al 30% in meno in Campania e al 20% in meno in Basilicata.

Il danno economico è stimato attorno ai 433 milioni: 210 milioni di euro di perdite alla produzione, da sommarsi a 89 milioni della fase di lavorazione e condizionamento e a 134 milioni persi dall’indotto.

Susine

Tutti i principali bacini produttivi hanno subito perdite importantissime. In particolare nel Nord Italia si va dal -70% in EmiliaRomagna al -80% in Piemonte, con produzioni quasi azzerate in Veneto. In Lazio si stimano perdite di circa il 70% mentre passando al Sud le mancanze di prodotto nelle principali regioni variano dal -10% in Basilicata, fino al -30% in Campania. A livello nazionale le perdite di prodotto, rispetto al potenziale presente prima del gelo, sono ipotizzate in più di 125mila tonnellate, pari al 55% in meno del potenziale nazionale.

La quantificazione del danno economico alla produzione è di oltre 62 milioni di euro. Ammontano rispettivamente a 25 e a 50 milioni le stime dei danni economici di post raccolta e indotto, per un valore complessivo di 137 milioni di euro.

Precedenza alla produzione italiana

Di fronte a un quadro così delicato e compromesso – le analisi del Cso Italy includeranno nei prossimi mesi anche le stime dei danni di pere, mele e kiwi – il coordinatore di Alleanza cooperative agroalimentari lancia un appello a consumare frutta coltivata e lavorata in Italia. “Il nostro auspicio – conclude Vernocchi – è che anche in Italia la distribuzione dia spazio e un giusto valore alla produzione made in Italy, proprio come avviene in Francia, dove i consumatori accettano di pagare fino a 2 euro in più il chilo le loro fragole, pur di premiare e difendere la produzione nazionale”.

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