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In Trentino si promuove la castanicoltura

castagne

La castanicoltura è una tradizione da preservare, specialmente in ambienti come il territorio trentino. E’ su queste basi che si è aperta la mostra, visitabile fino al 29 maggio prossimo, in corso di svolgimento in questi giorni presso il Museo del porfido ad Albiano. L’iniziativa è promossa dalla Provincia, dall’assessorato alle infrastrutture e all’ambiente, dall’Agenzia protezione dell’ambiente, dal Centro Studi Judicaria, dal Comune di Albiano, dell’Ente Sviluppo Porfido e dal Consorzio miglioramento fondiario di Albiano. Hanno collaborato inoltre la Fondazione Edmund Mach e la Cooperativa Castanicoltori.

La castanicoltura è una coltura tradizionale del Trentino, limitata a poche aree dalle caratteristiche del suolo peculiari. Negli ultimi anni, come noto, anche in questa regione le castagne sono state minacciate da agenti patogeni (il cinipide galligeno in primis), per cui questa mostra intende promuovere la conoscenza di tale coltura e incoraggiarne la diffusione. Nell’allestimento è rappresentata una fotografia completa del castagno nei suoi vari aspetti, a partire dal suolo, dal sottobosco, dal paesaggio e dalla biodiversità. Il castagno è visto come “albero habitat”, per la capacità di ospitare una miriade di organismi viventi, dentro e fuori, sopra e sotto; come “albero cosmico”, asse di collegamento tra il mondo sotterraneo, la terra e il cielo, simbolo materno negli antichi culti pagani; come “albero del pane”, fulcro su cui ruotava la vita delle comunità montane, soprattutto negli appennini, nelle cui selve cresceva rigoglioso.

Nei pannelli illustrativi sono mostrati gli agenti patogeni che minacciano la produzione di castagne e marroni tipici, nonché i metodi della lotta biologica. E’ anche introdotto il tema del “sequestro di carbonio” e il ruolo positivo della coltivazione del castagno per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Non da ultimo, l’esposizione tratta il il tema dell’utilizzo di castagne non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche terapeutico. La mostra è poi completata da un diorama, una piccola ma suggestiva ricostruzione dell’ambiente arricchita dagli animali più significativi e dai diversi tipi di terreno.

 

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