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Politiche agricole

Crisi Ortofrutta: serve liquidità

Al tavolo ortofrutticolo convocato dal Masaf gli operatori chiedono un piano strategico. A rischio la sovranità alimentare

“Il tavolo sull’ortofrutta, che si è tenuto questa mattina al Masaf, è un momento di aggiornamento e confronto importante, per ascoltare le istanze dei protagonisti del comparto ed elaborare insieme, ragionando come Sistema Italia, soluzioni e prospettive di sviluppo per un settore fondamentale del Made in Italy”. Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, dopo l’incontro con i rappresentanti dell’intera filiera ortofrutticola e che ha visto la partecipazione del sottosegretario Patrizio La Pietra.

“Il nostro compito è sostenere questo comparto non solo per affrontare le emergenze ma anche per assicurare uno sviluppo solido e sostenibile. Puntiamo con forza sulla sinergia con altri ministeri, come confermano i tavoli con i dicasteri di Salute, Lavoro e Made in Italy. In questo modo il Sistema Italia può essere ancora più competitivo. Consapevoli che la nostra carta vincente non è la quantità ma la qualità, sulla quale siamo imbattibili”, ha concluso il ministro Lollobrigida.

Vernocchi: “Il ministero intervenga con un piano satrategico”

“Gli effetti dei cambiamenti climatici e le politiche comunitarie sulla sostenibilità rischiano seriamente di apportare un duro colpo al comparto ortofrutticolo, causando la scomparsa di intere filiere produttive. È indispensabile pertanto agire al più presto, attraverso un piano strategico di ampio respiro che rafforzi la competitività del comparto ortofrutticolo”. Questo il commento di Davide Vernocchi, coordinatore Ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari, che ha partecipato oggi al Tavolo Ortofrutticolo convocato dal Masaf e che si è svolto alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e del sottosegretario alle Politiche agricole Patrizio La Pietra.

“Sul settore ortofrutticolo – ha aggiunto Vernocchi – incombono alcuni delicati dossier comunitari, fortemente connotati dal punto di vista ideologico, che andrebbero a ridurre drasticamente l’utilizzo dei fitofarmaci con il regolamento SUR e a dar vita ad una normativa su gli imballaggi che obbligherebbe a offrire ortofrutta fresca nei punti di vendita senza alcun tipo di confezionamento, se di peso inferiore ad 1,5 kg, entrambi avranno un impatto rilevante sulle nostre imprese, già colpite dall’aumento dei costi energetici, degli imballaggi e delle materie prime”.

“Le progressive limitazioni all’utilizzo di sostanze indispensabili per la difesa delle colture e l’impossibilità di poter fare ricorso a valide alternative – ha spiegato Vernocchi – avranno come inevitabile conseguenza un inesorabile calo produttivo di specie frutticole un impoverimento complessivo della ricchezza della nostra biodiversità, che dovrebbe invece rimanere un vanto assoluto del nostro paese, visto che l’Italia annovera qualcosa come 350 specie vegetali coltivate, contro meno di 30 dei paesi del Nord Europa”.

Qualche esempio per rendere l’idea

Tra gli esempi più significativi illustrati da Vernocchi, il dimezzamento della produzione delle patate in Italia che in 15 anni è passata da 70mila a 30mila ettari previsti per l’attuale campagna e il drastico calo produttivo negli ultimi anni di produzioni come le pere per via dell’andamento climatico anomalo e dell’attacco di insetti patogeni.

Secondo Vernocchi, “a causa anche del clima di incertezze determinato dalla crisi idrica e dalla mancanza di manodopera, il nostro Paese rischia di perdere competitività rispetto agli altri principali paesi produttori, specie perché altrove si stanno facendo scelte diverse”. Il governo francese, ha ricordato il Coordinatore Ortofrutticolo di Alleanza Cooperative, “ha annunciato la scorsa settimana di aver messo a punto insieme alle associazioni del settore un programma pluriennale con una dotazione di 200 milioni per rilanciare la competitività della filiera ortofrutticola, con l’obiettivo di rafforzare le quote di mercato sul mercato interno della produzione made in France“.

Il presidente Vernocchi ha quindi chiesto che il fondo istituito per la sovranità alimentare possa essere utilizzato anche per agire rapidamente sulla liquidità delle imprese e delle cooperative e Op ortofrutticole, “anche utilizzando al meglio le risorse che verranno dal Pnrr, che andranno coordinate in funzione alle reali esigenze delle imprese. Il dicastero della Sovranità Alimentare – ha concluso Davide Vernocchi – non può fare a meno di intervenire a tutela del made in Italy ortofrutticolo, un comparto strategico dell’agroalimentare nazionale che rischia seriamente di perdere quote di mercato, a tutto vantaggio delle produzioni provenienti da paesi extra-Ue, che non devono rispettare le normative comunitarie in tema di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale”.

Copagri: ortofrutta in difficoltà per aumento costi e siccità

“Quello ortofrutticolo è un comparto di fondamentale importanza per l’economia agricola e del Paese, costituendo una quota importante dell’agricoltura nazionale, sia in termini di superficie che di contributo al valore totale della produzione; parliamo di un settore che ha dimostrato una grande resilienza durante la drammatica fase pandemica e il cui valore nell’ultimo decennio si è sempre mantenuto su una media del 25% circa sul totale dell’agricoltura”, ha sottolineato il presidente della Copagri, Tommaso Battista.

“Anche e soprattutto per tali ragioni, è fondamentale intervenire per tutelare l’ortofrutta dai noti incrementi delle tariffe energetiche e in particolare dei costi produzione, tutti fattori che se non compensati da prezzi più elevati rischiano seriamente di ripercuotersi sull’offerta ortofrutticola di un comparto che è legato a doppio filo con l’impatto dell’andamento meteoclimatico e che attualmente paga lo scotto di importazioni che arrivano anche da paesi dove le regole di coltivazione e condizionamento sono spesso meno rigorose rispetto a quelle osservate dai produttori comunitari”, ha evidenziato Battista, ricordando come “al netto delle produzioni in serra, il settore è fortemente soggetto alle oscillazioni produttive legate al clima”.

“Nonostante gli evidenti segnali di difficoltà dovuti agli aumenti dei costi sopracitati, nonché al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell’anno, l’ortofrutta continua a mostrare una buona vitalità, testimoniata anche dai positivi numeri dell’export, trainati dalle produzioni ortofrutticole di punta, quale uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche, pere”, ha aggiunto.

Aggregazione e innovazione, non si scappa da qui

“Il futuro del comparto passa necessariamente da due strade: da una parte la sempre più avvertita necessità di fare squadra e puntare sull’aggregazione, sia a livello di offerta che di commercializzazione, continuando a spingere sugli accordi di filiera e sulla promozione della qualità; dall’altra l’esigenza, ugualmente sentita dagli operatori del settore, di approfittare con sempre maggiore convinzione e determinazione delle possibilità offerte dalla ricerca e dall’innovazione applicate al primario, a cominciare dall’agricoltura e dall’irrigazione di precisione, temi ancora più fondamentali in vista della crisi idrica con la quale sarà costretto a confrontarsi il Paese nei prossimi mesi”, ha suggerito il presidente della Copagri.

“Le altre linee di intervento sulle quali bisogna continuare a lavorare sono la promozione del ricorso alle assicurazioni, il monitoraggio dell’andamento del mercato, sia nazionale che internazionale, l’individuazione e il superamento delle possibili criticità nei mercati legati alle barriere fitosanitarie, così come l’aggiornamento e la revisione della Strategia nazionale di settore”, ha concluso Battista, ad avviso del quale “l’obiettivo primario deve restare quello di garantire un prezzo non inferiore ai costi produzione”.

Il documento presentato da Italia Ortofrutta Unione nazionale

Anche il presidente di Italia Ortofrutta, Gennaro Velardo, e il direttore, Vincenzo Falconi hanno partecipato al Tavolo dell’ortofrutta. Molti i focus al centro del dibattito – dalla vigente crisi al calo dei consumi e all’aumento di costi; dalle pratiche sleali alla richiesta di maggior tutela per i produttori – e tante le proposte avanzate da Italia Ortofrutta con l’auspicio di una prosecuzione proficua nella sinergia tra le Istituzioni e le Organizzazioni del settore agricolo. Di seguito, in corsivo, il documento di dettaglio presentato dall’Unione Nazionale circa le azioni necessarie da intraprendere per ridare all’ortofrutta italiana una nuova idea di futuro.

Vogliamo cominciare con un plauso e un ringraziamento riguardo la grande attenzione che questo ministero ha avuto nei confronti di una parte del nostro settore, quello della IV gamma, che sta vivendo come tutta l’ortofrutta una profonda crisi predisponendo nel giro di un anno due provvedimenti di sostegno.
La crisi dovuta a fattori inflazionistici, calo dei consumi ed aumenti di costi, riconoscimento di prezzo al di sotto dei costi di produzione riguarda tutto il mondo dell’Ortofrutta in genere! Le chiediamo pertanto un intervento analogo a sostegno e a ristoro di tutto il settore ortofrutticolo con un occhio particolare a quello organizzato. 

Altro elemento su cui porre l’attenzione è quello sulle pratiche sleali, ricordando a tutti noi che acquistare un prodotto al di sotto dei costi di produzione è vietato, ancorché poco etico, per cui l’auspicio che quanto prima qualcuno ci dica l’effettivo costo di produzione di un determinato prodotto. Il DLGS 198/2021 va assolutamente rivisto perché non tutela i produttori. Sconti, contributi promozionali, contributo per apertura dei punti vendita ecc. sono tuttora applicati e gravano sulla produzione. Non è più accettabile che la parte più forte della filiera scarichi una parte del rischio di impresa sui fornitori agricoli. Provocatoriamente le chiedo di fare un provvedimento per mettere in evidenza il doppio prezzo: ovvero quanto pagato ai produttori e quanto chiesto al consumatore. Non è più accettabile che si diano al consumatore informazioni distorte di un produttore ricco che specula riducendo il potere di acquisto del consumatore.
Non crediamo più ai “rapporti di collaborazione di filiera” che in oltre 25 anni in cui se ne parla non hanno prodotti risultati. Chiediamo solo trasparenza, rispetto delle regole e visibilità per la parte agricola il cui impegno, abnegazione e professionalità non è visibile ai consumatori ma diventa nostro malgrado appannaggio della distribuzione.

Partendo dall’applicazione di questi principi è necessario lavorare per recuperare i consumi interni ovvero nel mercato europeo. Le forniture italiane sono state sostituite da quelle di altri paesi produttori nostri concorrenti ed addirittura in Italia arriva più prodotto dall’estero rispetto agli anni precedenti. I dati della bilancia commerciali sono chiari ed impietosi. È importante lavorare sulla promozione ed internazionalizzazione sul mercato europeo in stretta collaborazione con l’ICE. Questo l’abbiamo fatto presente anche al viceministro Cirielli che è stato nostro ospite al Fruit Logistica di Berlino.

Veda Signor ministro l’ortofrutta, seppur in un momento di grave difficoltà, ha dato un chiaro segnale di vitalità e voglia di lavorare e investire, prova ne sono le tante proposte di Contratti di Filiera che sono giunte dal nostro settore. Abbiamo solo bisogno di regole chiare e di un indirizzo politico lungimirante e stabile. Il settore c’è e vuole essere protagonista dello sviluppo futuro del paese investendo importanti risorse, forse una premialità nella valutazione delle forme organizzate riconosciute in base a regolamenti europei quali: Op e Aop, sarebbe oggi più di ieri opportuna. È necessario non perdere la centralità dell’ortofrutta organizzata all’interno del Piano Strategico Nazionale. Ad oggi molte cose non sono ancora chiare e molte questioni da noi sollevate non hanno ancora trovato risposte. Bisognerebbe mettere mano ad un Piano Strategico di rilancio del settore ortofrutticolo, con risorse aggiuntive rispetto a quelle dell’Ocm ma gestite con il medesimo meccanismo che si è rilevato virtuoso e vincente. Siamo infatti il primo paese europei nell’utilizzo di tali risorse!

Particolare attenzione va posta sul tema del rinnovo varietale. In modo particolare per la frutta, abbiamo in molti casi impianti vecchi con varietà che non rispondono alle richieste qualitative del mercato e non adatte ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Un’ultima cosa: l’ambiente. Deve essere chiaro a tutti che non c’è un contrasto tra produzione e ambiente. Gli agricoltori non sono nemici dell’ambiente, niente di più falso, gli agricoltori sono le prime sentinelle del territorio. Tra produzione e ambiente c’è un equilibrio dinamico che in questi anni ci ha fatto raggiungere importanti risultati in termini di sostenibilità ambientale. Ma l’agricoltura è un’attività economica che deve poter continuare a fare reddito! Pertanto non possiamo accettare ulteriori limitazioni ai nostri mezzi di produzione in virtù di un ambientalismo miope senza che ci siano disponibili soluzioni alternative.

La riduzione del 62% dell’uso della chimica ci mette nelle condizioni di non produrre. Se non c’è la sostenibilità economica non può esistere né quella ambientale né quella sociale. Oggi il termine sostenibilità è un termine abusato e non vogliamo che da un elemento di qualificazione delle nostre produzioni diventi un elemento di speculazione che va contro il settore produttivo. Chiediamo una volta per tutte che sia definito lo “standard di sostenibilità” a cui attenerci. Noi agricoltori lo rispetteremo come già stiamo facendo ma mettiamo un freno a questa corsa speculativa al rialzo con una moltitudine di standard da rispettare e certificazioni da avere che determinano solo un costo aggiuntivo per la produzione e confusione per il consumatore. Nei prossimi giorni le invieremo come Italia Ortofrutta Unione nazionale un documento di dettaglio circa le azioni necessarie da intraprendere per ridare all’ortofrutta italiana una nuova idea di futuro.

Cia, bene tavolo al Masaf. Ora dare liquidità al settore

Rendere subito operative le risorse previste dalla legge di Bilancio per dare subito liquidità al settore e costruire un piano nazionale di sviluppo, puntando sull’aggregazione attraverso le Op; garantendo il giusto reddito a tutti i soggetti della filiera, mediante processi di certificazione; favorendo campagne promozionali per incentivare i consumi in calo. Queste alcune delle richieste prioritarie presentate, oggi, da Cia-Agricoltori Italiani al Tavolo Ortofrutta.

“Siamo soddisfatti che sia arrivato il momento del confronto istituzionale sull’andamento del comparto, così come da noi auspicato e sollecitato da tempo – ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, intervenendo al Tavolo – Questo perché il comparto, pur rappresentando il 25% della produzione agricola nazionale con un valore di 15 miliardi, sta vivendo una fase di acuta crisi, tra il notevole incremento dei costi di produzione, l’andamento climatico anomalo, la mancanza di manodopera e le emergenze fitosanitarie”.

In particolare, ha ricordato Fini “le situazioni più preoccupanti si registrano sul pomodoro sia da mensa che da industria e sull’uva da tavola che, oltre alle difficoltà generali del comparto, scontano le incertezze sul prezzo riconosciuto alle aziende agricole. Restano, poi, problemi anche sugli agrumi, che fanno i conti con la concorrenza, a volte sleale, delle produzioni del Nord Africa e della Spagna”.

 

Per tutti questi motivi, Cia ritiene necessario agire rapidamente con provvedimenti e risorse dedicate, utili a tutelare e incentivare la competitività dell’ortofrutta Made in Italy nel mercato interno ed estero. Nello specifico, Cia chiede anche di: snellire le procedure burocratiche e rivedere le quote del Decreto flussi per risolvere la questione manodopera nei campi; implementare la diffusione del progetto frutta e verdura nelle scuole; rivedere i negoziati europei governando i flussi di importazione per determinati quantitativi e periodi; finanziare progetti di ricerca che mirino all’applicazione di pratiche agronomiche maggiormente sostenibili e produttive con l’apertura alle nuove tecniche genomiche; vigilare sulla proposta Ue del nuovo regolamento sugli imballaggi che rischia di aumentare i costi per i materiali alternativi alla plastica e potrebbe avere ricadute sulla sicurezza alimentare e sulle qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili.

Pallottini: “Concentrare gli investimenti nei Mercati di primo livello”

“Occorre concentrare gli investimenti per la logistica nel settore dei Mercati guardando in particolare alle strutture dì primo livello che operano nel Paese. E mettere in campo ogni misura possibile per contrastare il calo dei consumi interni, in pericoloso arretramento. Immaginando altresì i Mercati come luogo dì valorizzazione del prodotto italiano”. Così Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, nel suo intervento al Tavolo Ortofrutta.

 

“La presenza del ministro era fondamentale per dare un segnale di quanto sia necessario un salto di qualità nella programmazione per realizzare in tempi brevi un sistema efficiente dell’ortofrutta – ha sottolineato Pallottini che è intervenuto a nome dell’intero sistema dei Mercati – La riduzione del numero dei partecipanti al Tavolo è un segnale della volontà di rendere questo strumento di confronto e programmazione, realmente operativo. Ringraziamo il ministro per aver citato i Mercati come tasselli fondamentali del sistema, noi siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere lo sviluppo economico e il Made in Italy dell’ortofrutta sia su mercati nazionali che internazionali”.
Fonte: Alleanza Coop agroalimentari – Copagri – Italia Ortofrutta – Cia – Italmercati
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