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Politiche agricole

Riforma Dop/Igp: Origin Italia si oppone alla delega all’Euipo

Baldrighi: “Chiediamo ai parlamentari Ue di scongiurare il passaggio dalla DG Agri”. E De Castro incontra Marc Fesneau

Riforma del sistema Indicazioni geografiche (Ig), Origin Italia non ci sta. L’organizzazione ha inviato una Lettera di posizione agli Eurodeputati e membri della Commissione giuridica del Parlamento Europeo nella quale chiede una netta opposizione alla delega di competenze dell’Euipo (l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale incaricato di gestire i marchi dell’Ue, ndr) per quanto attiene alle procedure di gestione dei disciplinari di produzione.

L’urgenza della richiesta presentata è scaturita dall’analisi del Progetto di parere del relatore della ComJURI. Il documento presentato da Adrián Vázquez Lázara, limitatamente alle norme di propria competenza, contiene numerosi elementi negativi per quanto riguarda la possibile delega di competenze dell’Euipo in materia Indicazioni geografiche.

Ig, non marchi commerciali

Secondo Origin Italia, infatti, questa rischierebbe di indebolire il sistema e, di conseguenza, di assimilarlo ai marchi commerciali, viste anche le specifiche competenze in materia di proprietà intellettuale esercitate dall’Ufficio europeo.

I molteplici contenuti negativi evidenziati nel testo sono stati corredati da specifiche proposte di emendamento, in sintonia con la rete internazionale costituita da Origin Eu e Origin, e da un’attenta analisi del Progetto di parere nonché del Progetto di Relazione del relatore della riforma, Paolo De Castro.

Meglio la DG Agri

“Per evitare che vengano scardinati gli enormi progressi fin qui compiuti dalla Politica di Qualità, risulta essenziale mantenere la gestione delle procedure amministrative delle Ig nelle mani della DG Agri – commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia – capace di valutare molteplici aspetti che caratterizzano le Indicazioni geografiche e le politiche di sviluppo rurale. In tal modo, verrebbe sfruttata l’enorme opportunità che l’attuale riforma offre al settore, garantendo la prosecuzione del percorso di crescita dei prodotti Dop e Igp italiani ed europei. Per questi motivi abbiamo chiesto l’impegno dei parlamentari europei della ComJURI, onorevoli Raffaele Stancanelli, Sabrina Pignedoli, Franco Roberti,  Alessandra Basso, Brando Benifei, Caterina Chinnici, Luisa Regimenti”.

De Castro: “Asse con Parigi su tutela eccellenze italo-francesi”

Intanto, Paolo De Castro oggi a Parigi ha inncontrato il ministro francese per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Marc Fesneau: “Il settore agroalimentare rappresenta un vero e proprio patrimonio economico e politico, oltre che culturale e sociale, di cui Italia e Francia sono senza dubbio protagonisti a livello globale: per questo, i nostri Paesi dovranno essere in prima linea e lavorare fianco a fianco per sviluppare una riforma del sistema delle Indicazioni geografiche che risponda alle necessità dei nostri produttori”.

“L’incontro di oggi – commenta il relatore del Parlamento Ue sulla riforma delle Ig – è servito per rafforzare l’alleanza con un partner fondamentale in Consiglio come la Francia, su temi peculiari del nuovo regolamento sulle produzioni di qualità, quali il coinvolgimento di Euipo, il ruolo dei consorzi e i loro impegni in termini di sostenibilità“.

Il meeting è servito anche “per fare il punto su altri dossier problematici per l’agricoltura italiana e francese – spiega l’europarlamentare PD – quali l’atteso regolamento sulla promozione dei prodotti agroalimentari, quello sulla riduzione dell’uso di pesticidi e la direttiva sulle emissioni industriali. Tutti temi su cui abbiamo registrato un’ampia convergenza di vedute e ricevuto rassicurazioni sul supporto decisivo della Francia in Consiglio”.

“La riunione di oggi con il ministro Fesneau rappresenta un passo avanti importante nella collaborazione interistituzionale – conclude De Castro – Di fronte agli attacchi di altri Paesi, che non condividono il valore strategico dei nostri settori agroalimentari, Italia e Francia dovranno muoversi di concerto per difendere gli interessi dei nostri agricoltori e produttori”.

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