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Politiche agricole

Bellanova: “Recovery fund, occasione da non sprecare”

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Autore Redazione

La ministra Mipaaf all’Assemblea nazionale di Confcooperative traccia le linee guida per la filiera della vita nel futuro

Rigenerazione del nostro sistema agricolo e alimentare attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere; ammodernamento dei sistemi produttivi; meccanizzazione per accelerare la transizione verde e digitale; riconversione, potenziamento, miglioramento dei sistemi produttivi e della loro sostenibilità; cura e tutela del paesaggio, che significa anche difesa e valorizzazione della biodiversità”. Sono i punti chiave della Strategia nazionale per un Sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura inclusivo e sostenibile che la ministra Teresa Bellanova ha illustrato nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale di Confcooperative, tracciando le linee guida che dovranno condurre la filiera della vita, che la pandemia ha confermato più che mai strategica, nel futuro.

Tre i macro-obiettivi che abbiamo indicato nella Strategia – ha spiegato la ministra – competitività del sistema alimentare; produzioni da fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni con zero consumo di suolo; lotta alle conseguenze dei cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico. A cui se ne aggiunge un quarto, centrale se veramente abbiamo a cuore la mitigazione climatica e la necessità di prevenire il dissesto idrogeologico: il rafforzamento della resilienza e vitalità dei territori rurali, dove sappiamo come proprio l’agricoltura, la valorizzazione della biodiversità, la zootecnia, possono essere asset importanti per il recupero, la valorizzazione, l’innovazione, la creazione di nuove competenze e di nuova occupazione”.

“In questi mesi di emergenza sanitaria e sociale – ha proseguito Bellanova – abbiamo messo in campo per il settore interventi per oltre di due miliardi e mezzo di euro, al netto delle misure orizzontali, sostenendo la competitività, intervenendo sulla liquidità, tutelando il lavoro. Con un solo obiettivo: costruire e garantire la ripresa della filiera agroalimentare e delle imprese di questo straordinario settore. Abbiamo puntato sull’importante intervento relativo alla rivalutazione dei beni delle cooperative agricole. Abbiamo destinato rilevanti risorse alle filiere in crisi e, grazie ai 600 milioni del Fondo per la ristorazione, disegnato una strategia virtuosa che salda sostegno alle imprese della ristorazione, sostegno alla filiera made in Italy, lotta allo spreco alimentare. A cui – ha ricordato la ministra – abbiamo destinato 300 milioni, consapevoli delle nuove fragilità alimentari scatenate dall’emergenza.

“E abbiamo costruito misure per la rivalutazione dei beni delle cooperative agricole, il credito d’imposta per aumenti di capitale, il Fondo garanzia Pmi, la liquidità grazie alle garanzie in favore delle imprese agricole e della pesca con i 350 milioni assegnati ad Ismea, la cambiale agraria, i contributi a fondo perduto, i mutui a tasso zero a favore delle aziende agricole. Oggi abbiamo dinanzi a noi una sfida enorme: l’utilizzo virtuoso delle risorse del Recovery Plan e dei fondi strutturali – ha sottolineato – insieme alle altre dotazioni europee che dobbiamo mettere a valore partendo, assolutamente, dal Mes”.
“Sono assolutamente convinta – ha sottolineato Bellanova – che di quei 36 miliardi non dobbiamo fare a meno e devono andare a rafforzare la dotazione su cui stiamo costruendo il Piano di Ripresa e Resilienza e gli assi strategici con l’assoluto rilievo che dovrà avere la Strategia agroalimentare”.

E a proposito del cambiamento profondo invocato proprio dal presidente Confcooperative Gardini nel corso del suo intervento, la ministra Bellanova ha sottolineato: “Voi dite: questa crisi ci impone un cambiamento profondo. E’ vero. Lo impone a tutti ma a maggior ragione a chi ha il compito di governare i processi e di definire le politiche e le strategie che li rendono possibili. E lo impone anche all’intero sistema della rappresentanza. E’ un passaggio che la vostra relazione affronta e che io considero cruciale perché il vero cambiamento accade se tutti gli attori sociali rispondono, con la qualità di cui sono capaci e mettendo al bando ogni tipo di pigrizia e di rendita di posizione, alla stessa domanda sfidante, che chiede soprattutto e innanzitutto responsabilità verso il moltiplicarsi delle fragilità sociali e ambientali e verso le nuove generazioni”.

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