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Politiche agricole

Stagionali, la ricetta di Bonaccini e Mammi

La Regione Emilia Romagna mette in campo la rete dei 38 centri per l’impiego contro la carenza di manodopera

In Emilia Romagna la Regione risponde all’Sos del mondo agricolo sulla carenza di manodopera stagionale e mette in campo la rete dei 38 Centri per l’impiego che fanno capo all’Agenzia regionale per il lavoro per aiutare le imprese a reclutare in tempi rapidi le figure professionali indispensabili per mandare avanti nelle prossime settimane e mesi il lavoro nei campi e negli allevamenti, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza imposte dall’emergenza coronavirus.

Una decisione dettata dalla necessità di scongiurare un drastico rallentamento dell’attività produttiva, oggi più che mai fondamentale per assicurare adeguate forniture di cibo alla popolazione, a causa della carenza di operai che si va profilando in vista dell’avvio delle grandi campagne di raccolta dei prodotti, in conseguenza della massiccia fuga nelle scorse settimane verso i loro Paesi d’origine di migliaia di lavoratori agricoli provenienti, soprattutto dall’Europa dell’Est, per sfuggire alla minaccia del Covid-19.

Lo ha annunciato ieri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, durante la riunione straordinaria della Consulta agricola regionale, convocata in videoconferenza dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, per fare il punto della situazione e dare risposte concrete in tempi rapidi alle preoccupazioni espresse dalle imprese agricole. Migliaia di aziende impegnate in prima linea per garantire l’approvvigionamento di derrate alimentari costrette in questo periodo a fare i conti con i contraccolpi negativi dell’emergenza sanitaria, alla quale si sommano gli effetti devastanti delle gelate delle settimane scorse e del flagello cimice asiatica, che l’anno scorso ha fatto strage di raccolti in Emilia Romagna, soprattutto la frutta, con danni stimati in centinaia di milioni di euro.

All’incontro, oltre al sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) e delle centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci). “In un momento così drammatico per tutti a causa dell’emergenza sanitaria – ha commentato Bonaccini – stiamo assistendo a un evidente paradosso nella filiera agroalimentare, che da un lato prosegue l’attività per garantire il rifornimento di generi alimentari alla popolazione, dall’altro rischia di trovarsi senza un’adeguata disponibilità di braccia per il lavoro nei campi. Per questo – ha sottolineato il governatore – come Regione abbiamo lanciato un progetto che punta a mobilitare i 38 centri dell’impiego sparsi su tutto il territorio regionale, indirizzandoli a diventare veri e propri organismi per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro a vantaggio di tutti, lavoratori e imprese. Ma stiamo anche lavorando per sollecitare la massima attenzione da parte dell’Unione europea e del Governo verso il comparto agroalimentare, attraverso l’adozione di misure di intervento straordinarie”.

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