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Piccoli Frutti

Mirtilli global, minaccia o opportunità per i coltivatori locali?

L’analisi sul mercato mondiale di Hans Liekens (Sekoya). “Verso una fornitura di elevata qualità per 12 mesi l’anno”

Il concetto di “locale per il locale” è piuttosto semplice. La produzione e la distribuzione dei prodotti avviene vicino al luogo in cui questi saranno consumati. Myfruit.it ha chiesto a Hans Liekens, value chain & retail manager Sekoya, se e perché la produzione locale può avere una possibilità nell’industria globale dei mirtilli, sempre più competitiva.

“La risposta più corretta e semplice è perché i consumatori la preferiscono. In Italia, Francia e Germania, rispettivamente il 77%, il 75% e il 61% dei consumatori intervistati nei singoli Paesi hanno dichiarato di scegliere la frutta prodotta nel proprio Paese”, spiega Liekens.

“L’anno scorso abbiamo assistito a interruzioni della catena di approvvigionamento globale a causa di oscillazioni della domanda, di avverse condizioni meteo e della scarsità di manodopera – ricorda Liekens – Questo ha comportato mancate vendite per i supermercati. Quindi, oltre a rendere felici i loro clienti, le insegne della Gdo amano il locale per il locale perché assicura maggiore stabilità alla catena di approvvigionamento”.

I mirtilli danno il buon esempio

I dettaglianti cercano di soddisfare le esigenze dei consumatori. La qualità, la sostenibilità, la sicurezza alimentare e il costo giocano un ruolo nella scelta tra vicino e lontano. Pensiamo a un prodotto che non viene coltivato nei Paesi Bassi, come le arance: l’aereo non è un mezzo di trasporto sostenibile dal punto di vista del climate change. Così, le insegne, ad esempio la catena Albert Heijn, sono alla costante ricerca di modi per procurarsi prodotti coltivati nei Paesi Bassi, o nelle vicinanze, o per utilizzare modalità di trasporto più sostenibili.

Nel caso dei mirtilli, è interessante sapere che la produzione locale può andare di pari passo con la produzione globale. La produzione locale in Europa centrale copre generalmente i mesi di luglio e agosto, e talvolta settembre. I maggiori produttori globali per il mercato dell’Europa centrale sono Perù (settembre-gennaio), Cile (dicembre-gennaio), Marocco (dicembre-maggio), seguiti dalla Spagna (febbraio-maggio).

Mirtilli, tutto cambia (rapidamente)

“Cinque anni fa il mercato era guidato dalla disponibilità e si poteva ottenere profitto conservando i frutti per settimane, anche se la qualità non lo avrebbe permesso”, ricorda il manager di Sekoya che aggiunge: “Bastava che il frutto fosse blu e rotondo. La qualità migliore era nei prodotti coltivati localmente, disponibili solo nella stagione estiva. Oggi la qualità della frutta locale non è cambiata, mentre quella dei mirtilli importati ha fatto passi da gigante. I frutti coltivati da nuove varietà migliorate stanno definendo i nuovi standard qualitativi“.

Non solo. I consumatori si stanno abituando a mirtilli migliori e vogliono consumarli tutto l’anno, il che ha raddoppiato i consumi negli ultimi cinque anni. Una tendenza destinata a durare anche nel prossimo lustro.

“I mirtilli vengono coltivati in un numero sempre maggiore di aree del mondo, dando meno importanza alla stagionalità, ma – afferma Liekens – la produzione locale di mirtilli sarà il cardine delle strategie della maggior parte dei grandi commercianti di frutta, perché i consumatori desiderano consumare prodotti locali”.

In Europa centrale la sostituzione delle vecchie varietà con le nuove Mid-High Chill (le varietà che hanno bisogno di un numero minimo di giorni freddi per funzionare possono essere piantate tra il nord del Portogallo e della Spagna, l’Italia, la Romania, fino all’Ucraina, ndr) sarà un must per soddisfare i nuovi standard di qualità e non deludere i consumatori. “Le vecchie varietà morbide e con breve shelf life passeranno all’industria di trasformazione e finirà l’allungamento della stagione con bacche dal sapore scadente – prevede Liekens – Concentratevi sulla vera stagione locale. Le nuove varietà devono garantire rese elevate, bacche più grandi e un raccolto concentrato per ridurre i costi di raccolta, mentre i frutti devono essere molto gustosi e croccanti, con una lunga durata di conservazione”.

Nel segno della qualità

“Riteniamo che le varietà Sekoya™ Mid-High Chill (Sekoya Crunch™ “FC13-083”, Sekoya Grande™ “FC13-122” e la nuova varietà Sekoya™ “FC13-113”) siano la risposta per rivitalizzare e garantire la produzione locale: rese elevate di bacche grandi dal gusto eccellente, croccanti e a lunga conservazione. Cultivar che costituiranno il ponte necessario per assicurare una fornitura qualitativa per tutto l’anno insieme ai frutti in controstagione delle varietà Sekoya™ Zero-Low Chill (le varietà coltivate in Perù, Marocco o nel sud della Spagna che non hanno bisogno del freddo, quali Sekoya Pop™ ‘FCM14-052’ e Sekoya Beauty™ ‘FCM12-097’)”, conclude Hans Liekens.

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