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Piccoli Frutti

La frutta più buona? Fragola, ciliegia, pesca e piccoli frutti

I risultati del progetto europeo BreedingValue. Intervista a Stefano Predieri del Cnr di Bologna. Si punta sul mirtillo buono e sostenibile

Agli europei piace la frutta e preferiscono nell’ordine fragola, ciliegia, pesca e piccoli frutti, quarto posto lampone e quinto mirtillo. Classifica che conferma la sempre maggiore attenzione del consumatore ai berry. Questi i risultati del progetto europeo BreedingValue  che coinvolge sette nazioni – Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Finlandia e Turchia – e persegue l’obiettivo di valorizzare i piccoli frutti.

Partecipa al progetto l’istituto di bioeconomia del Cnr, ha condotto con gli altri partner europei l’indagine sulle preferenze dei consumatori, e myfruit.it durante  gli International Blueberry Days a Macfrut 2023 ha intervistato Stefano Predieri, responsabile della sede di Bologna.

I tedeschi preferiscono i berry, bene la ciliegia per italiani, francesi e inglesi ma non per i finlandesi

L’indagine, ha interessato 900 consumatori  tra marzo e luglio 2022,  ha messo a confronto 18 frutti. Sul podio più alto la fragola, seguita da ciliegia e pesca mentre al quarto e quinto posto rispettivamente lampone e mirtillo. I piccoli frutti sbancano. Così come la ciliegia, il frutto più amato dagli italiani,  si contende il podio con la fragola in Spagna, al secondo secondo posto in Francia e Regno Unito, al terzo in Turchia mentre è fuori dalla top ten dei finlandesi. Il successo dei piccoli frutti è evidente in Germania dove occupano tutto il podio: fragola, lampone, mirtillo, poi la ciliegia in quarta posizione. La marcata differenza nei gusti nei diversi Paesi europei fa rimarcare ai ricercatori la serietà dell’indagine e sicuramente è incoraggiante per tutti coloro che investono tra berry, ciliegie e pesche. Un utile strumento per segmentare i consumatori in base alle preferenze e alle aspettative.

Frutta buona, sana ma anche resiliente ai cambiamenti climatici

Oltre i risultati sul gusto a Macfrut sono stati condotti dei test aperti ai frequentatori della fiera. Nello specifico sui mirtilli.  Stefano Predieri spiega il senso del progetto: “Si parte dalla valorizzazione delle risorse genetiche, puntando sulla biodiversità che si era persa negli ultimi e che ora si deve e si sta recuperando”. La ricerca punta sull’individuazione di “piante  resilienti e resistenti ai cambiamenti climatici, con meno necessità di acqua e capacità di crescita con pochi concimi. Erano tutte caratteristiche sottovalutate in passato e che adesso forzatamente diventano primarie e strutturali”. Questo il punto di partenza per una ricerca che oltre al buono e al bello punta alla sostenibilità.

Alimenti funzionali, mirtillo aromatico e croccante

La ricerca oltre alla sostenibilità ambientale come sottolinea Predieri  mira ad ottenere alimenti funzionali al benessere del consumatore.  “I piccoli frutti  sono ricchi di antiossidanti, vitamina C, fibra. Un ottimo frutto fresco ma si può recuperare anche la buccia in un’ottica di economia circolare.  Questo  il percorso che arriva fino a noi  che ci chiediamo: che gusto ha questo mirtillo e questo lampone così evoluto? Noi andiamo a studiare l’apprezzamento del consumatore”.  Test consumer condotto anche a Rimini. Cosa è emerso? Che il consumatore desidera un mirtillo aromatico e croccante.

Questa la estrema sintesi del percorso: “Un progetto ambizioso che in quattro anni, partendo dalle risorse genetiche un po’ abbandonate, arriva a proporre al consumatore un frutto gradevole che vada a fare parte della sua dieta e scelta alimentare. Noi siamo cultori della dieta Mediterranea un patrimonio dell’umanità riconosciuto da tutti  e i piccoli frutti  fanno parte di questa dieta”.
I tempi: “Noi pensiamo di  fare assaggiare ai consumatori il prodotto, in una fase pre commercializzazione e distribuzione,  all’inizio del prossimo anno“.

Questo il traguardo dei ricercatori della sede di Bologna dell’istituto di bioeconomia del Cnr “dove abbiamo a disposizione  laboratori analitici, chimici ma anche di analisi sensoriale con cabine a norma – conclude Stefano Predieri – Ci occupiamo di formazione per assaggiatori specializzandoli e utilizzandoli nei progetti in cui siamo coinvolti”. Un’attività scientifica per valorizzare i prodotti dell’agricoltura italiana.

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