Il Sono Terra Festival, organizzato dall’Op Solco Maggiore dal 10 al 12 ottobre scorsi a Eboli, in provincia di Salerno, ha offerto un racconto insolito dell’agricoltura, non solo come attività economica, ma soprattutto come motore culturale, sociale e ambientale.
Filomena Vocca, responsabile marketing e comunicazione di Solco Maggiore, lo spiega così: “Perché un’Organizzazione di produttori organizza un festival del genere? Per la sua natura eccezionale. L’agricoltura è un settore riconosciuto anche dai Trattati europei come produttore di valore economico, sociale e ambientale. Ha un impatto diretto sul paesaggio, sui lavoratori, sui consumatori e su tutte le comunità che vivono intorno al mondo agricolo”.
Da questa consapevolezza nasce il concetto di “eccezionalismo agricolo” che pone al centro la responsabilità sociale del lavoro agricolo. Ecco perché Sono Terra si presenta come “il festival di chi semina e chi raccoglie”, un racconto che unisce arte, prodotto e territorio.
Così, nel convento di San Pietro Alli Marmi di Eboli, rappresentanti della intera filiera ortofrutticola, dai produttori ai retailer fino ai consumatori, si sono ritrovati per riflettere sul valore profondo dell’agricoltura.
Il tema dell'edizione 2025 del Festival era la speranza, ispirato al Giubileo 2025 voluto da Papa Francesco e il direttore dell’Op Solco Maggiore, Antonio Vocca, ha dato la propria lettura: “Il nostro impegno è costruire un ponte tra chi produce e chi consuma, mostrando che dietro ogni frutto e ortaggio ci sono mani, storie e valori condivisi”.
Dopo di lui, imprenditori, ricercatori e studiosi si sono alternati a momenti di musica e degustazioni dei prodotti dell’Op, ridonando al cibo la sua origine più autentica: nutrimento, identità e dignità.
Insomma, con “Sono Terra”, Solco Maggiore ha dimostrato che un’Organizzazione di produttori può essere anche un attore culturale, capace - con un linguaggio non più basato su calibri o gradi Brix - di generare pensiero e connessioni nel territorio e valorizzare il prodotto agricolo come portatore di umanità e speranza.
