Dopo la disastrosa annata del 2024, pur essendo ancora molto presto per azzardare previsioni, la prossima estate la situazione potrebbe essere migliore. Dopo un biennio di siccità, una primavera di pioggia durante l’invaiatura determinò la cascola precoce dei frutti e, di conseguenza, un raccolto quasi azzerato, con medie di circa cinque quintali a ettaro, che nemmeno il rialzo dei prezzi ha potuto compensare.
Rispetto al 2023, quando in autunno erano stati corrisposti, per la nocciola Piemonte Igp, 7,50 euro per punto resa, nello stesso periodo del 2024 si è arrivati a 11,8. L’ultima rilevazione di prezzi della Camera di commercio è del 17 marzo: il valore è sceso a 11,5.
Per la tonda gentile trilobata, 7,40 euro nel 2023, si è passati dai loso di ottobre ai 10,20 di marzo. L’aumento più significativo è per la nocciola Piemonte Igp delle Langhe, da 8 a 12 euro, che a marzo è ulteriormente salita a 12,5.
Se si considerano i frutti provenienti da coltivazioni biologiche, il prezzo si attesta a 13,5 euro. Il fatto che ai produttori sia riconosciuto il giusto valore è una battaglia portata avanti fin dall’insediamento, a giugno, di Lorenzo Traversa alla presidenza del Consorzio di tutela. Con il pragmatismo che lo contraddistingue, al momento Traversa non si sbilancia sul futuro: "Parlarne ora è molto prematuro, valuteremo tra quindici o venti giorni. Finora è andato tutto bene, ma siamo nella delicata fase della formazione dei malli".
Fonte: Fondazione Qualivita - Gazzetta d'Alba