Cresce il largo consumo guidato anche dalle ottime performance dell'ortofrutta. Ma, in reparto, c'è ancora parecchio da fare, sia in tema di qualità dei prodotti, sia in termini di comunicazione e di convenienza.
E' quanto emerso, in sintesi, durante il webinar "Cosa e come comunica il reparto ortofrutta nel punto di vendita", organizzato dal quotidiano online Distribuzione Moderna.
Ortofrutta: le tendenze in atto
Avvalendosi dei numeri, Matteo Bonù, food industry leader di NielsenIQ, ha descritto lo scenario: "Il largo consumo è sempre più centrale nella società, rispetto al 2017, complici l'andamento dei prezzi, ma anche dei volumi, è cresciuto del 34 per cento. Stiamo consumando, in termini di quantità, come quando eravamo forzatamente chiusi in casa nel 2020".
E il fresco, ortofrutta in particolare, sembra dare una grossa mano ai fatturati: "Frutta e verdura sono tornate a crescere - ha rilevato - In termini quantitativi, nel corso degli anni, per via della spinta inflativa ci sono state delle contrazioni, ma dal 2024 il trend è tornato a essere positivo".

Non per tutti i prodotti, però. Analizzando nel dettaglio le singole referenze, infatti, emergono delle tendenze precise, alcune oramai note: nel segmento frutta, spinti dal bisogno di benessere e di sperimentare nuove culture, crescono l'avocado, i mirtilli, la frutta secca e il mango.

A pagare il disinteresse del consumatore sono invece il pompelmo, le ciliegie, le pere, l'uva: "Sono acquistati poco per motivi diversi - ha precisato Bonù - Il pompelmo per via del guasto divisivo, le pere perché soffrono di vecchiaia e le ciliegie perché pagano lo scotto di avere un prezzo percepito alto".
Motivazioni diverse spiegano i trend del segmento ortaggi: gli asparagi soffrono per via dei prezzi, mentre fagiolini e carciofi per via della lavorazione difficile: "C'è dunque ampio margine per la IV e la V gamma - ha rilevato il manager - Non devono invece temere il calo dei consumi i fiori di zucca, le zucche, le zucchine, i cetrioli".

Il consumatore è in evoluzione
A confermare le tendenze in atto Davide Rognoni, national category manager ortofrutta di Conad che, riferendosi alle performance del reparto ortofrutta dell'insegna, ha rilevato una crescita della categoria dell'8,9% a valore e del 6% a volume.
"Sono anni che alcune categorie merceologiche sono in crescita costante - ha aggiunto - l'avocado, per esempio, cresce del 25% anno su anno. Un'altra categoria che performa bene e che finalmente è destagionalizzata è la frutta secca, così come vanno bene tutti i piccoli frutti, non solo i mirtilli. Abbiamo ancora un livello di penetrazione inferiore rispetto ad altri Paesi, ma con i mix stiamo colmando il gap".
"Il consumatore - ha poi evidenziato Rognoni - è in evoluzione ed è mosso da precise leve e cioè convenienza, servizio, benessere e sostenibilità. Il che offre nuove opportunità in reparto".
Stagionalità, calendari e qualità
"La stagionalità - ha precisato Claudio Mazzini, responsabile freschissimi Coop Italia - era e resta uno dei principali criteri di scelta per almeno due motivi: garantisce convenienza e qualità".
"L'inflazione reale scaricata sull'ortofrutta - ha argomentato - è a doppia cifra, dunque il consumatore deve adottare delle strategie. Comprando dei prodotti di stagione ha accesso alle promozioni e può gustare un prodotto buono".
Sulla qualità ha però specificato: "Nell'ortofrutta è disomogenea, occorre lavorare su questo aspetto, tendendo conto di una certezza: nessun consumatore cambia insegna per un detersivo, molti la cambiano per il reparto ortofrutta".
"Non a caso - ha ribadito - anche i supermercati semplificati, alias discount, stanno lavorando moltissimo sul reparto ortofrutta, consapevoli che un reparto pulito, curato e ben assortito veicoli un messaggio positivo anche per gli altri reparti".
I calendari si allungano
Sempre Mazzini ha commentato l'allungamento dei calendari, riportando esempi specifici: "Non ci sono più le mezze stagioni, oggi abbiamo primavera-estate e autunno-inverno. Le fragole si vendono da gennaio a giugno, anche gli agrumi sono una costante del reparto ortofrutta e anche le banane, prima legate all'anno scolastico, ora si vendono anche in estate per una questione di prezzo (basso). E le mele italiane sono presenti 12 mesi l'anno".
A proposito di mele è intervenuto Benjamin Laimer, responsabile marketing di Vip, che ha ricordato: "Tante nuove varietà richiedono chiarezza, in reparto serve una logica, altrimenti il consumatore si disorienta - ha concluso - Secondo la nostra visione è valido il raggruppamento in base al sapore e alla stagionalità, se il consumatore si basa solo sul colore e sul prezzo rischia di non portare a casa la sua mela preferita".