Ancora una maxi frode nel settore della logistica. La Guardia di Finanza della compagnia di Policoro (Matera) ha eseguito un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo superiore a 2,5 milioni di euro, nei confronti di quattro aziende e dei loro amministratori attivi nel settore del trasporto merci su strada.
Il provvedimento, disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera su richiesta della Procura della Repubblica, si inserisce in un’indagine per frode fiscale fondata sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Una cartiera al centro del sistema
L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ha permesso di individuare una società cartiera, formalmente esistente ma priva di effettiva operatività economica, creata con il solo scopo di emettere documenti fiscali falsi a favore di tre imprese di trasporto attive tra Basilicata e regioni limitrofe.
Tale meccanismo ha consentito alle aziende beneficiarie di ridurre indebitamente la base imponibile e di ottenere vantaggi fiscali non dovuti, generando un danno erariale per milioni di euro.
Contestazioni e misure cautelari
Ai rappresentanti legali delle società coinvolte sono stati contestati i reati previsti dagli articoli 2, 5 e 8 del decreto legislativo 74/2000, relativi all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e all’omessa dichiarazione.
Il sequestro ha riguardato non solo i beni personali degli amministratori, ma anche quelli societari, in applicazione del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Gli sviluppi dell’inchiesta chiariranno la posizione dei soggetti coinvolti, che restano presunti innocenti fino a decisione definitiva.
Un settore a rischio
Negli ultimi anni il comparto della logistica si è confermato uno dei più esposti al rischio di frodi fiscali. Secondo i rapporti del ministero dell’Economia e delle finanze, tra il 2020 e il 2022 in Italia sono stati recuperati oltre 8,4 miliardi di imposte evase e sono state individuate 260 frodi carosello Iva intracomunitarie, per un valore complessivo di fatture false superiore a 2,2 miliardi.
Una parte significativa di questi fenomeni riguarda proprio i settori collegati al trasporto e al magazzinaggio, dove l’uso di società di comodo o di imprese cartiere resta una pratica diffusa. Già in passato, le analisi fiscali avevano mostrato che il settore dei trasporti rappresentava oltre il 4% delle attività economiche sottoposte a verifica per irregolarità fiscali, una quota non marginale se si considera il peso economico complessivo della logistica italiana, stimato in circa 109 miliardi di euro, di cui 77 miliardi generati dagli operatori che lavorano conto terzi.
Numeri più recenti confermano la persistenza e l’entità del fenomeno: nel 2023 le attività di contrasto all’evasione hanno portato a recuperi per circa 24,7 miliardi a livello nazionale, mentre nel 2024 si è raggiunto un record con 33,4 miliardi recuperati, di cui 26,3 miliardi provenienti direttamente dalle attività ordinarie di contrasto all’evasione.
Nel solo settore della logistica, numerose inchieste hanno evidenziato casi di frode di enorme entità: nel maggio 2023 la Guardia di Finanza di Bologna ha sequestrato beni per 74 milioni a 19 società del settore, con fatture false per 250 milioni e evasione Iva accertata per 39 milioni.
Nel 2024 un’inchiesta a Bologna ha portato alla denuncia di 26 persone per frodi fiscali nella logistica per un ammontare di oltre 90 milioni di euro, mentre nel 2025 un caso a Catania ha coinvolto una singola azienda con falsi documenti per 25 milioni di euro e debiti erariali e previdenziali per circa 85 milioni.
La nuova norma
A fronte di questo scenario, le istituzioni hanno introdotto misure normative specifiche. In particolare, con la Legge di bilancio 2025 è stato istituito il regime del cosiddetto reverse charge (inversione contabile) per alcune prestazioni di servizi nel settore del trasporto e della logistica, secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 57 e seguenti. In seguito, il decreto legge 84/2025 (dl 17 giugno 2025, n. 84), entrato in vigore il 18 giugno 2025, ha ampliato l’ambito applicativo del meccanismo estendendolo a tutti i contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali analoghi nel settore della logistica e dell’autotrasporto e eliminando i vincoli precedenti legati al prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi del committente.
In attesa dell’autorizzazione da parte della Commissione europea per l’applicazione strutturale del regime, è previsto un regime transitorio opzionale: mediante un modello di comunicazione approvato dall’Agenzia delle Entrate il 28 luglio 2025, il committente può assumere l’obbligo di versare l’Iva in nome e per conto del prestatore, anche nei contratti di subappalto, rafforzando la tracciabilità fiscale lungo l’intera filiera della logistica.