E' andato in onda questa mattina, su Isoradio, un approfondimento dedicato al pistacchio di Bronte Dop. Un lungo servizio è inoltre in programma nei prossimi giorni, sempre sui canali Rai, all’interno di Geo&Geo dove si racconterà tutto ciò che ruota intorno al famoso prodotto: storia, coltivazione, lavorazione, commercializzazione e i tanti possibili usi in cucina e in pasticceria, includendo anche il racconto del territorio d’origine.
Le attività di promozione: fiere, radio e tv
Un’importante occasione di promozione per una delle più note eccellenze siciliane, frutto dalle azioni avviate dal relativo Consorzio di tutela. “Il pistacchio di Bronte Dop è un prodotto che è ben conosciuto, ma riteniamo importante promuoverlo ancora di più, attraverso diversi canali, per accrescere la consapevolezza dei consumatori su tutto ciò che c’è dietro: dalle caratteristiche tipiche alla lavorazione, al legame con i luoghi in cui nasce”, spiega a myfruit.it Massimo Cimbali, presidente del Consorzio di tutela.
Da qui la programmazione di queste e altre azioni di promozione che il Consorzio ha intrapreso grazie a due bandi della misura 3.2 del Psr Sicilia. Queste risorse hanno anche permesso al Consorzio di portare il suo prodotto ai più importanti eventi nazionali e internazionali: dal G7 Agricoltura al Sigep, da Tuttofood a BioFach. “Siamo soddisfatti dei risultati. I nostri stand destano sempre molta curiosità. Questi momenti ci permettono di raccontare meglio il nostro pistacchio, da come nasce a come viene lavorato, per far capire meglio cos’è il vero pistacchio di Bronte”, sottolinea il presidente Cimbali.
Le attività di tutela
Tanta infatti l’attenzione del Consorzio verso tutto ciò che viene detto e diffuso in merito al pistacchio di Bronte. “Siamo in continua lotta contri chi cerca di creare confusione. Circolano purtroppo molte notizie false sul nostro prodotto e, in più di un’occasione, siamo stati costretti a procedere a delle querele contro gli autori di tale disinformazione, come chi affermava che il pistacchio di Bronte non esiste più o che viene importato prodotto dall’estero, senza tracciabilità, e spacciato come pistacchio di Bronte”, sottolinea Cimbali.
Per difendere il prodotto certificato, il Consorzio compie delle costanti verifiche attraverso i propri agenti vigilatori e si mantiene in costante confronto con l’Icqrf. Ma anche il consumatore deve fare la sua parte: “Se vuole essere sicuro, deve verificare che in etichetta sia riportata la dicitura corretta, pistacchio verde di Bronte Dop, con la relativa autorizzazione del Consorzio”, rimarca Cimbali. Il presidente sottolinea come tutto sia tracciato e controllato: “Sappiamo costantemente quanto pistacchio di Bronte Dop viene raccolto e quanto ne viene venduto”.
Più di tre milioni di euro per l'ammodernamento delle aziende
Per una sempre maggiore valorizzazione del comparto, il Consorzio sta portato avanti anche un progetto integrato di filiera, finanziato per quasi 3.500 milioni di euro, che si concluderà entro il 30 giugno 2025. Attraverso tale progetto, di cui il Consorzio è capofila, dieci aziende aderenti hanno potuto realizzare interventi di ammodernamento: nuovi spazi per lo stoccaggio, nuove soluzioni per l’efficientemente energetico, acquisto di macchinari: tutte innovazioni che permetteranno di ottimizzare i processi produttivi.
Nel frattempo, in attesa della produzione 2025, prosegue con serenità la stagione commerciale: “Il prodotto si vende e le richieste sono sempre tante”, conclude Cimbali. Il prezzo si mantiene sui 18 euro al chilo in guscio e intorno ai 55 sgusciato.