L'estate evoca i piccoli frutti: fragole, lamponi e mirtilli al naturale e locali. Ma è ancora così? Secondo Michael Schotten, nell'editoriale sul numero 20/2025 di Fruchthandel intitolato "Il consumatore decide", non c'è una risposta semplice.
Il "prodotto di tendenza" è ormai stagionale solo in casi limitati, anche perché i consumatori sono sempre meno prevedibili nei loro acquisti, specialmente quando il portafoglio non si apre facilmente o quando c'è una forte discrepanza tra ciò che dicono di volere e quello che poi comprano.
Globalizzazione e crescita costante
Non ci sono più buchi di offerta nel calendario dei piccoli frutti; varietà popolari come le more sono disponibili tutto l'anno. E la situazione non è destinata a cambiare. Le previsioni indicano una crescita della produzione europea di piccoli frutti, superando il milione di tonnellate entro il 2028 (rispetto alle 961mila tonnellate del 2023), con un tasso di crescita medio annuo dello 0,7%.
Altre stime sono ancora più ottimistiche, prevedendo una crescita annuale dello 0,9% in volume e dell'1,3% in valore.
La sfida dei costi e la preferenza locale
Ma a cosa serve questa crescita, si chiede Schotten, se i Paesi produttori europei sono svantaggiati sui costi rispetto all'emisfero sud o a concorrenti come Marocco, Egitto o Grecia?
La nuova stagione delle fragole tedesche è stata annunciata con la speranza che rivenditori e consumatori privilegino il prodotto locale, percepito come più fresco, sostenibile e con una filiera corta. Questo implica anche la disponibilità a pagare un prezzo equo.
A lungo termine, i rivenditori che si concentrano solo sul "prezzo basso" rischiano di danneggiare le proprie fonti di approvvigionamento interne, aumentando la dipendenza dalle importazioni per periodi sempre più lunghi. Le partnership tra rivenditori e fornitori tedeschi, come gli accordi di acquisto fisso, sono un segnale positivo in questa direzione.
Il ruolo del consumatore e il futuro della produzione locale
Schotten poi sottolinea come sia fondamentale concentrarsi in modo più costante sui prodotti tedeschi, anche al di fuori delle brevi stagioni di fragole e asparagi. Alla fine, sono i consumatori a decidere, attraverso il loro comportamento d'acquisto, quali provenienze finiscano nei loro carrelli.
Purtroppo, aggiunge Schotten, il marchio "Gutes aus deutscher Landwirtschaft" (letteralmente, Cose buone dall'agricoltura tedesca), destinato a rafforzare questa scelta, sembra poco visibile. Le tabelle delle tariffe della ZKHL, un'organizzazione agricola tedesca, potrebbero spiegare il perché.
È chiaro che senza i consumatori il sistema non funzionerebbe. Sono loro a fare la differenza tra prodotti nazionali e importati. Ma l'autore lancia un avvertimento: se la produzione di fragole in Germania continuerà a diminuire a causa dei costi, anche la libertà di scelta dei consumatori tedeschi svanirà.
Fonte: Fruchthandel magazin