Politiche agricole

18 luglio 2025

Pac, gli stakeholder: "Sconcerto, reagire subito"

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Continuano i commenti al quadro finanziario 2028-2034 presentato a Bruxelles

De Meo, Commissione Agricoltura: "Forti riserve"

“Dalla prima lettura della proposta presentata dalla Commissione europea per il bilancio post-2027, esprimo forti riserve e preoccupazioni su come sono state allocate le risorse destinate all’agricoltura. Non è accettabile che, a fronte di un aumento complessivo del bilancio europeo, si preveda una riduzione di circa il 20% del sostegno agli agricoltori e, ancor peggio, che le risorse della PAC vengano accorpate in un fondo unico insieme a quelle della coesione”. Così in una nota Salvatore De Meo, europarlamentare di Forza Italia e membro della Commissione Agricoltura.

“Già nelle scorse settimane – prosegue- in Commissione Agri e in Parlamento europeo, avevamo espresso la nostra contrarietà all’ipotesi di un fondo unico. Oggi pomeriggio ho partecipato alla manifestazione di protesta degli agricoltori europei, tra cui moltissimi italiani, per testimoniare la vicinanza di Forza Italia e del Ppe alle loro legittime preoccupazioni. La creazione di un fondo unico significherebbe di fatto rinazionalizzare la politica agricola, rinunciando a una delle politiche più identitarie e riuscite dell’Unione europea, che ha rappresentato un pilastro del processo di integrazione”.

“Sono diversi gli elementi critici da segnalare: la mancanza di chiarezza sulle risorse destinate a pagamenti diretti e sviluppo rurale, le incertezze sul meccanismo di cofinanziamento da parte degli Stati membri, e il rischio che i fondi vengano subordinati a condizionalità simili a quelle previste per il PNRR, creando evidenti disparità tra Paesi”, continua.

“Come Forza Italia e Ppe continueremo a difendere una Pac forte, equa, adeguatamente finanziata e autenticamente europea. La proposta della Commissione è solo l’inizio di un percorso: la partita non è chiusa, e faremo sentire la nostra voce al fianco degli agricoltori in ogni sede”, conclude De Meo.

Italia Ortofrutta: “Così si smantella l’agricoltura"

La nuova proposta di bilancio a lungo termine dell’Ue (2027-2034), presentata a Bruxelles il 16 luglio prevede tagli pesanti alla spesa agricola rispetto all'attuale periodo di programmazione. Sono confermate le notizie secondo cui i sussidi agricoli e gli stanziamenti per lo sviluppo regionale sono fusi in un fondo unico del valore di 865 miliardi, all’interno del quale la Politica agricola comune (Pac) è stata dotata di un importo fisso protetto da riassegnazioni, per un sostegno al reddito pari a 300 miliardi.

Il sostegno al reddito non si riferisce esclusivamente ai pagamenti diretti, che oggi costituiscono la parte preponderante della Pac, ma comprende anche le iniziative cofinanziate che facevano parte dello sviluppo rurale, ora gradualmente eliminate. Secondo la Commissione, l'importo di 300 miliardi rappresenterebbe un minimo, circa l’80% della spesa agricola totale.

La proposta rappresenta un taglio tra il 20 e il 30% in termini reali (considerata quindi anche l’inflazione) della spesa agricola corrente, già tagliata rispetto al settennato precedente.


“Questa proposta - commenta Andrea Badursi, presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale, che rappresenta 156 Op ortofrutticole del nostro Paese per un fatturato espresso di 2,7 miliardi - ci lascia contrari e contrariati e sembra predisposta da chi non sa cosa sia l’agricoltura, quale valore rappresenti non solo per i produttori agricoli ma per i cittadini e i territori dell’Europa. Se tale proposta non verrà modificata profondamente nel dibattito dei prossimi mesi,  avremo conseguenze drammatiche con l’Unione che si aprirà ulteriormente ai prodotti agricoli di importazione. Non riusciamo a capire che logica ci sia in una strategia che mette in discussione dalle fondamenta l’Organizzazione comune di mercato (Ocm) arrivando a smantellare l’agricoltura europea”.  

Nonostante le dichiarazioni del commissario Ue per l'agricoltura Christophe Hansen ("il denaro che arriva direttamente agli agricoltori non viene tagliato”), la proposta riflette infatti una linea strategica che penalizza pesantemente il settore primario e può avere, se confermata, conseguenze nefaste per l’intera economia dell’Unione e per gli stessi consumatori europei. Sono lontani anni luce gli anni '80, quando la Pac rappresentava più del 70% del bilancio dell’Unione.

Italia Ortofrutta condivide la reazione dell’eurodeputato Herbert Dorfmann, appartenente al Partito popolare europeo (Ppe) di Hansen e von der Leyen, che si è rivolto ai suoi compagni di partito con queste parole: "State raddoppiando il Quadro finanziario pluriennale, ma state proponendo un taglio del 25% alla Pac. Non cercate di venderci questo come un successo”.

La possibilità che si arrivi a modifiche profonde della proposta di nuovo bilancio pluriennale presentata mercoledì fortunatamente ci sono. Sia pur per motivi diversi, infatti, la proposta lascia insoddisfatti un po’ tutti: il Parlamento Ue, il Comitato delle Regioni e gli Stati. “Non fermiamoci alle prime reazioni contrariate - sottolinea Andrea Badursi - perché va fatta una pressione straordinaria e costante su Bruxelles per ricollocare l’agricoltura nella sua giusta dimensione”.

"Come si può pensare ad un’Europa che produce meno cibo per i suoi cittadini - conclude - che butta alle ortiche tradizioni, saperi, tipicità, innovazioni che fanno dell’agricoltura europea e dei suoi prodotti un’eccellenza probabilmente senza pari nel mondo. Condividiamo la posizione allarmata di  Simona Caselli, capo Affari Europei di Legacoop Agroalimentare quando parla di  scelte inopinabili e terrificanti, e chiediamo alle istituzioni che ci rappresentano di agire su Bruxelles con la massima determinazione” .

Confcooperative: "No alla tassazione delle imprese che fatturano più di 100 milioni"

“La prospettiva di recuperare risorse per il bilancio Ue attraverso una tassazione alle imprese che fatturano più di 100 milioni va a colpire proprio le aziende virtuose che in questi anni hanno fatto investimenti per crescere dimensionalmente e strutturarsi per essere più competitive sui mercati internazionali. Se la tassazione, come pare confermato, sarà basata sul fatturato e non sugli utili delle imprese, sarebbe davvero un colpo insostenibile per le nostre cooperative. Si tratta di una proposta davvero inaccettabile che punisce la crescita e l’aggregazione e che speriamo venga cancellata in fase di discussione e approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento Ue”.

Non nasconde la sua preoccupazione il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei all’indomani della proposta del bilancio dell’Unione presentata ieri dalla Presidente von der Leyen che contiene un’ipotesi di tassazione sulle imprese che hanno fatturati superiori a 100 milioni di euro, senza distinzione di comparto.

“La distintività delle nostre associate - spiega Drei - è che sono cooperative che non hanno un interesse privato, non delocalizzano e hanno come mission costitutiva di distribuire ricchezza tra migliaia di piccole imprese agricole aggregandole”, spiega Drei. “Non solo: in questi anni la nostra organizzazione ha lavorato attivamente per stimolare le nostre associate a compiere ulteriori processi di aggregazione, perché riteniamo che solo consolidando percorsi di crescita dimensionali si può rafforzare la presenza sui mercati esteri rafforzando la propria competitività.

“Tra le nostre cooperative ci sono oltre 60 imprese con ricavi superiore a 100 milioni che fatturano complessivamente più di 22 miliardi di euro– continua il presidente. È in gran parte in mano alle filiere cooperative l’export di comparti strategici del nostro agroalimentare, come i formaggi, il vino e l’ortofrutta. Sono cooperativi anche molti marchi storici del made in Italy famosi in tutto il mondo”.

Ed ora arriva “un colpo pesantissimo che, oltre a punire migliaia di aziende virtuose che in questi anni hanno distribuito ricchezza nelle nostre comunità, appare come un ulteriore segnale contraddittorio dell’Europa, che invece di sostenere le aziende costrette ad affrontare uno scenario economico sempre più preoccupante e drammatico a causa dei nuovi dazi alle esportazioni, decide di penalizzarle ulteriormente togliendo loro marginalità”.

Conftrasporto: "Valutiamo il fronte comune"

"Nella giornata di ieri si è svolta a Bruxelles la protesta degli agricoltori contro il taglio del 20% delle risorse della Pac come proposto dalla Commissione Von der Leyen nel nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-20234. Comprendiamo e sosteniamo la loro protesta perché il mondo dell'autotrasporto vive la stessa situazione con continui tagli e barriere - dichiara Paolo Uggé, presidente Fai-Conftrasporto - L'emendamento al Regolamento sulle emissioni di CO2 per le auto e per i van, che prevede l'introduzione di flessibilità per il calcolo delle emissioni dei veicoli, sorprendentemente esclude i camion".

"Perché ci deve essere questo differente trattamento tra auto e veicoli pesanti - di domanda Uggé - Ci chiediamo, quindi, fino a dove vogliamo esasperare gli imprenditori dell'autotrasporto e della logistica con continue barriere e continui accordi politici per limitare la libera attività imprenditoriale con la scusa di proteggere l'ambiente? Quando sarà riconosciuto finalmente il principio della neutralità tecnologica senza interpretazioni rigide che riconoscono solo i carburanti sintetici? Mi appello ai parlamentari italiani eletti al Parlamento europeo affinché possano comprendere che manca poco alla chiusura delle imprese italiane della logistica, un modello di eccellenza in tutto il mondo, composto da piccole e medie imprese che permettono al Sistema Italia di poter essere competitivo nel mondo. Il tempo per le discussioni e i ragionamenti è terminato, ora aspettiamo solo risposte sensate da Bruxelles" .


Fonte: Agenfood - Italia Ortofrutta - Confcooperative - Conftrasporto

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