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08 ottobre 2025

Nuove varietà, colore e cucina: il futuro di MelaPiù

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La pianta madre di tutte le piante mele Fuji ha 80 anni ed è ancora attiva. Super curata e coccolata in Giappone dove le si evita ogni stress mentre le prime piante arrivate in Italia negli anni '90 sono scomparse. Ormai non più funzionali per un mercato che cerca mele sempre più colorate e vivaci e quindi alla larga frutti sbiaditi e dai toni cromatici non accattivanti. Questa prima generazione è stata sostituita e il lavoro sui cloni per avere la mela più colorata è assiduo e continuo. 

Per esempio alla Fondazione Navarra, siamo in provincia di Ferrara, storico centro di ricerca e scuola dove oggi il Consorzio MelaPiù ha fatto il punto sulle attività in corso, in particolare sulla ricerca, a campagna commerciale appena iniziata e che andrà avanti fino a maggio/giugno


Immersione in campo per vedere i cloni sotto osservazione e quelli che promettono di più: oltre il gusto naturalmente in primo piano il colore. Le mele di pianura dove alla regina Fuji si è affiancata, arricchendo l'offerta, la varietà MelaPiù Gala, la prima a essere raccolta e per questo conosciuta come la mela estiva. Coltivata negli stessi areali regionali della Fuji, la sua campagna commerciale inizia in agosto per proseguire sino al mese di dicembre.

Dalla casa del produttore all’Istituto Navarra collaborazione importante per la scelta varietale

L'anno scorso l'inizio della campagna si era lanciata a casa di un produttore (leggi l'articolo) nel 2025 si è approdati allo storico Istituto Navarra dove il presidente Nicola Gherardi ha sottolineato che bisogna puntare sulla passione: "Così si deve giocare il futuro. Si parla tanto di sostenibilità ambientale, ma deve essere coniugata con quella economica, e noi da tempo abbiamo produzioni certificate Global Gap e siamo stati tra i pionieri negli investimenti dell’agricoltura di precisione". 

Tanta ricerca, quella utile a migliorare le mele del Consorzio. E qui come ha sottolineato Stefano Giatti  si coltivano anche le nuove generazioni di ricercatori in una scuola cambiata molto negli "ultimi 6/7 anni".

I numeri

Ma vediamo quanto vale il Consorzio MelaPiù con il presidente Matteo Mazzoni: "Sono impegnati 450 ettari per 16mila tonnellate e grazie al clima abbiamo dei colori belli e quindi una estetica molto accattivante, la Fuji si adatta bene al terreno della pianura padana e alle conoscenze dei nostri produttori che permettono di aumentare la qualità del prodotto. Si lotta contro  le conseguenze del cambiamento climatico  ma i nostri produttori riescono a garantire un’ottima qualità”. Risorse naturali e umane. 



Investimenti? “Abbiamo introdotto la Gala nel marchio MelaPiù  e viene apprezzata come la Fuji.  Abbiamo in studio nuove varietà da introdurre in Mela Più e nuovi cloni per migliorare la Fuji".

Bene il lavoro fatto: "La scommessa di un prodotto di pianura, di qualità premium, con alte qualità organolettiche e una sua precisa identità, ha trovato un ottimo riscontro nel mercato nel corso di questi anni – continua il presidente - Il nostro non è un progetto statico, al contrario, guarda al futuro con lo studio di nuove varietà così come al miglioramenti genetico e all’ottenimento dell’Igp”.

In campo ma con occhio al reparto

Michele Mariani, tecnico specializzato ha spiegato sia le metodologie tecniche ma soprattutto cosa vuole il consumatore finale in reparto: "E' finita l'era delle mele striate, ora vanno quelle lavate ovvero con la colorazione uniforme completa. Attenzione poi ci sono cloni sotto osservazione che hanno bellissimi colori, ma hanno problemi di alternanza produttiva". Insomma, si rischia di avere campagne senza frutti. Va bene il colore, ma senza sacrificare troppo la resa e non con stagioni a secco. 

Sul piano commerciale si punta a fare conoscere la versatilità della mela in cucina, al termine della visita una cuoca ha presentato oltre dieci piatti con protagonista MelaPiù: dai panini con salsiccia e mela ai dolci passando per le insalate. Una vera esplosione di gusto. 

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