Frutta a guscio ed essiccata

01 agosto 2025

Nocciole, anche in Campania drastico calo produttivo

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Come il Lazio, anche la Campania sta affrontando una grave crisi produttiva nel comparto corilicolo. La campagna 2025 è segnata da un drastico calo sia quantitativo che qualitativo della produzione di nocciole, con pesanti ricadute economiche per le aziende agricole del territorio.

Le cause sono molteplici: innanzitutto un inverno con pochissime ore di freddo, indispensabili per un’adeguata fioritura, unito alla scarsità di piogge nei periodi cruciali, alle temperature eccezionalmente elevate tra maggio e giugno e ad una diffusione incontrollata della cimice asiatica, accompagnata da altre gravi avversità fungine, batteriche e virali.

“Il cambiamento climatico sta mostrando i suoi effetti. Può sembrare uno slogan, ma purtroppo per il comparto corilicolo campano è una realtà che si ripete da anni - dichiara la direzione di Aoa - La nostra regione, tradizionalmente leader in Europa per produzione di nocciole, ha perso il primato quantitativo. Ci resta la qualità, che va difesa con forza”.

L’impegno di Aoa e le azioni intraprese

Aoa, Associazione ortofrutticoltori associati, ha avviato un’intensa attività di monitoraggio tecnico per valutare l’effettiva entità del danno e individuare le partite di prodotto non colpite. Ad aprile l’associazione ha partecipato a un viaggio studio in Cile, organizzato dall’Unione nazionale Italia Ortofrutta, per confrontarsi con realtà produttive, centri di ricerca e industrie di trasformazione, al fine di trasferire innovazioni tecnologiche e agronomiche alle aziende associate.

Sul fronte scientifico, Aaa è promotrice di un evento internazionale che vedrà Napoli ospitare, il 25 e il 31 agosto, il gotha mondiale della ricerca sulla frutta a guscio, nell’ambito del Simposio Internazionale Ishs, con la collaborazione di università e centri di ricerca italiani e stranieri.

La richiesta alla Regione Campania

Aoa ha sollecitato l’assessorato regionale all’Agricoltura a attivare immediatamente una ricognizione ufficiale dei danni e le misure per le calamità naturali, a redigere un piano strategico per la nocciola campana che guardi oltre l’emergenza e sostenga la filiera in modo strutturale e a rimodulare le misure del Csr, coinvolgendo direttamente le organizzazioni di produttori.

Allo stesso tempo, si chiede di rafforzare il sostegno alla ricerca universitaria e alla consulenza agronomica qualificata. Le aree corilicole campane, spesso situate in territori montani fragili dal punto di vista idrogeologico, non rappresentano solo una risorsa economica, ma anche un presidio ambientale e paesaggistico

Proteggere la nocciola campana significa salvaguardare un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, ancora oggi molto apprezzata dall’industria dolciaria per le sue caratteristiche organolettiche uniche. AOA ribadisce la necessità di un dialogo costante con le istituzioni regionali e nazionali: “non vogliamo regole complicate – conclude la direzione – ma strumenti concreti, condivisi e funzionali a garantire il reddito delle imprese agricole e la sopravvivenza di una filiera d’eccellenza”.

Confagricoltura Campania: un danno che si inserisce in un quadro già preoccupante

Secondo Confagricoltura Campania, il calo potrebbe superare il 50% rispetto alle medie stagionali. È quanto emerge dalle segnalazioni giunte alle federazioni provinciali di Avellino, Caserta, Napoli e Salerno da parte degli associati che hanno evidenziato le difficoltà crescenti dei corilicoltori nel fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. 

Le coltivazioni tradizionali in asciutto stanno pagando un prezzo altissimo. Inverni anomali con temperature miti, siccità prolungata e picchi di caldo nella delicata fase di allegagione hanno provocato un fenomeno di cascola anticipata, riducendo sensibilmente i raccolti. 

Un quadro che si inserisce in un contesto già preoccupante per il settore: l’Italia ha perso la storica posizione di secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia, sorpassata dal Cile, dove sono state impiantate su larga scala le stesse varietà campane Mortarella e Tonda di Giffoni, quest’ultima tutelata dall’indicazione geografica protetta. 

“Nonostante le difficoltà, le aziende agricole campane mantengono alti gli standard di qualità, coltivando nocciole di pregio nel pieno rispetto delle norme europee per la tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori - afferma Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Campania - Si tratta di realtà imprenditoriali spesso di piccole dimensioni, custodi di coltivazioni storiche che, oltre a garantire un prodotto d’eccellenza apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche, svolgono una funzione ambientale fondamentale per la tenuta dei suoli nelle aree collinari”. 

Necessario un intervento immediato

Confagricoltura Campania, pur senza chiedere deroghe alle regole di condizionalità e alle normative ambientali, sollecita la Regione Campania a un intervento immediato. Oltre alla procedura per il riconoscimento della calamità naturale, è indispensabile l’attivazione urgente di un tavolo tecnico con la partecipazione di tutte le rappresentanze della filiera agricole, commerciali e industriali, per definire una strategia regionale di lungo periodo. Dal canto suo, la Regione Lazio ha già convocato un tavolo tecnico per il prossimo 6 agosto.

L’obiettivo è tutelare e valorizzare il prodotto Nocciola Campania, promuovere la ricerca e diffondere tecniche colturali innovative già sperimentate con successo in altri territori nazionali ed esteri. 

“La tutela dell’ambiente, la salute del consumatore e l’etica d’impresa sono i nostri principi fondanti – commenta Giampaolo Rubinaccio, presidente della sezione economica frutta in guscio di Confagricoltura Campania - Non vogliamo abbassare gli standard di qualità, ma nemmeno lavorare in condizioni che impediscono alle nostre aziende di essere reddituali. Chiediamo strumenti operativi concreti e un coinvolgimento reale di tutta la filiera in un piano strategico per il futuro della nocciolicoltura campana”.


Fonte: Aoa - Confagricoltura Campania

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