“Macfrut deve restare dov’è, magari ricercando nuovi spazi se c’è tutta questa richiesta. Ma faccio un appello a Renzo Piraccini: non sovrapponetevi più con Tuttofood”.
È stato un endorsement chiaro quello che il presidente del Macfrut ha incassato nei padiglioni di Rimini Fiera dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida durante l’affollatissima inaugurazione ufficiale della 42esima edizione della fiera dell’ortofrutta italiana.
Nonostante il richiamo a un maggior coordinamento con la fiera dedicata all’agroalimentare che è in svolgimento proprio in questi giorni a Milano, Lollobrigida ha sposato integralmente le scelte portate avanti in questi anni dal presidente del Macfrut, a partire dalla location di Rimini, confermata come vincente, ma anche il grande focus dedicato all’Africa, grazie a un intenso lavoro che lo staff della fiera conduce durante tutto l’arco dell’anno.
Africa partner centrale per l’ortofrutta
“Macfrut fa bene ad aprirsi ad altri Paesi” ha proseguito nel suo intervento il ministro. L’Africa è un grande continente che ha tante terre agricole e “i suoi giovani possono lavorarle, invece di essere costrette a emigrare se collaborano con Paesi che possono vendergli tecnologia come l’Italia. Noi non guardiamo a questo continente con logiche predatorie e caritatevoli, ma con rispetto”.
Un tema, quest’ultimo, evidenziato anche dal presidente Renzo Piraccini nel suo discorso inaugurale: “i 200 espositori presenti al Macfrut amano questo format di Rimini proprio perché vengono qui anche a comprare la nostra tecnologia”. Non a caso quest'anno il premio Macfrut è stato assegnato a Giuseppe Mistretta, già direttore Area Africa Sub-Sahariana del ministero degli Esteri.

Un fiera distintiva che non assomiglia a nessun'altra
“Il settore ortofrutticolo si merita una grande fiera, una grande vetrina rivolta al mercato che sia motivo di orgoglio e strumento di promozione e politica industriale” ha affermato Piraccini, secondo il quale l’attuale format va incontro a tutte queste esigenze. “Non c’è solo la solo produzione ma anche tutti gli altri anelli della filiera. Questa fiera non assomiglia a nessuno”.
Nell’elencare numeri e peculiarità dell’edizione di quest’anno - 1.400 espositori (oltre il 40% esteri), 1500 top buyer connessi a una piattaforma di networking, Egitto e Lazio rispettivamente Pese e Regione partner, la contemporaneità della presenza di Fieravicola - Piraccini ha ribadito la vocazione all’internazionalizzazione della fiera, diventata quella più attiva in Italia su questo fronte, ma anche la qualità delle presenza tra espositori e buyer. “Questa è una fiera professionale, non per i consumatori. Abbiamo registrato più di 6000 richieste di incontri B2B”.
Ortofrutta eccellenza che ha bisogno di più quantità
“Sono contento che abbiamo un problema di produzione, significa che la richiesta è tanta, la qualità l’abbiamo sempre fatta invece” ha incalzato Lollobrigida, evidenziando i numeri dell’export ortofrutticolo precedentemente sottolneati da Piraccini: più di 6 miliardi a valore nel 2024, che salgono a 11 con quella trasformata e arrivano a oltre 60 se consideriamo tutta la filiera.
Il ministro non ha perso l’occasione del palco di Macfrut per esprimere più di una critica alle politiche di Bruxelles in ambito agricolo, incassando il plauso dei produttori presenti. “L’agricoltore è un custode del territorio e solo un folle può pensare il contrario. Finalmente la politica europea sta tornando a parlare di questo senza le scelte suicide fatte in precedenza da Frans Timmermans”.
Fitofarmaci: bisogna uscire da posizioni ideologiche
Sotto accusa, secondo il ministro, le proposte definite "ideologiche" contenute nel Green Deal europeo a partire dalla questione dell’utilizzo degli agrofarmaci. “Sono medicine che hanno controindicazioni e vanno usate se ce n’è bisogno. Nessuno vuole usarle se non sono necessarie, ma se le togli devi trovare delle alternative, altrimenti siamo costretti a comprare fuori dall’Europa, da Paesi che usano più fitofarmaci”.
Una posizione, quest’ultima, già ribadita anche da molti dei protagonisti del convegno che ha preceduto l’inaugurazione nello spazio di Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) sul tema “L’Acqua è il futuro”, a partire dai presidenti delle tre organizzazioni di categoria del mondo agricolo italiano – Ettore Prandini (Coldiretti), Cristiano Fini (Cia Agricoltori) e Massimiliano Giansanti (Confragricoltura) - tutti presenti a Rimini.