Ci risiamo: un altro tsunami potrebbe abbattersi sulla logistica globale. Il conflitto tra Iran e Israele, che ha radici profonde e implicazioni geopolitiche che si estendono ben oltre i confini dei due Paesi coinvolti direttamente, potrebbe infatti creare nuovi problemi ai flussi delle merci.
Con l’escalation della tensione, infatti, le ricadute sul sistema logistico internazionale potrebbero essere gravi, come scrive su Linkedin Valentina Mellano, Ceo di Nord Ovest, che conferma a myfruit.it: "Iran e Israele sembrano sull’orlo di una guerra aperta e questo preoccupa profondamente gli analisti e gli addetti ai lavori del nostro settore. Le conseguenze sul sistema logistico internazionale, infatti, potrebbero essere pesanti e immediate".
Le conseguenze
Come spiega anche Mellano, è ancora una volta una questione di rotte. "L’Iran controlla lo stretto di Hormuz, passaggio strategico che collega il Golfo Persico alle rotte marittime globali - precisa - Un eventuale blocco di questa via renderebbe impossibile il transito delle navi commerciali dirette e provenienti da Emirati Arabi, Kuwait e Qatar. Parliamo di Paesi chiave per l’economia energetica globale".
E poi c'è il tema energetico: "Una prospettiva critica, soprattutto per l’Europa - si legge nel post della Ceo - Solo nel primo semestre del 2024, l’Italia ha importato dal Qatar il 44% del proprio gas naturale liquefatto. Qualsiasi interruzione rischia di far esplodere i prezzi dell’energia".
La potenziale crisi energetica, avrebbe effetti a catena anche sulla logistica, poiché l'aumento dei costi dei carburanti, porterebbe all'incremento delle spese di spedizione e al rallentamento dei flussi. Uno scenario già noto, con cui il mondo della logistica ha dovuto fare i conti per mesi per via della crisi del Mar Rosso.
La logistica colpita a tuttotondo
D'altro canto, le dinamiche in Medio Oriente hanno da sempre un impatto diretto sulla logistica in ogni sua declinazione, trasporto marittimo, aereo, traffici terrestri, distribuzione delle risorse energetiche. La regione è infatti un crocevia fondamentale per il commercio globale, con il Canale di Suez, il Golfo Persico e il Mar Rosso che costituiscono rotte essenziali per le merci e le risorse, in particolare il petrolio e il gas naturale.
La risposta degli spedizionieri
Le aziende logistiche, per mitigare questi rischi, faranno quello che sono oramai abituate a fare: cercheranno di diversificare le proprie rotte e i propri canali di approvvigionamento, adotteranno tutte le strategie possibili per contenere i danni.
A tal proposito Mellano aggiunge: "Negli ultimi anni le aziende come Nord Ovest hanno imparato a gestire situazioni decisamente complesse con strategie di risk management, scenari alternativi e una visione proattiva. Tuttavia, la tensione attuale dimostra quanto il sistema sia ancora esposto e vulnerabile".
"In Nord Ovest - conclude - continuiamo a monitorare ogni sviluppo per supportare i nostri clienti con soluzioni flessibili, concrete e aggiornate. Perché in tempi incerti, la logistica richiede lucidità, preparazione e rapidità di risposta".