Ingrosso

22 ottobre 2025

La riforma di Italmercati: puntare sui mercati strategici

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Amazon sta investendo sempre sulla distribuzione del cibo, l'Italia è l'unico Paese fuori dagli Usa dove si sta sperimentando la consegna con i droni,  mq si sta muovendo in questa direzione pure Temu senza dimenticare i tanti piccoli e piccolissimi, produttori e non,  che la vendita diretta la governano dal computer e spediscono in tutta Italia: dalle arance agli avocado

E i mercati all'ingrosso? Stanno studiando e lavorando per affrontare il nuovo che avanza come conferma il rapporto Italmercati–Ismea 2025, dal titolo “Rigenerare il Fresco: i mercati all’ingrosso tra innovazione e sfida dei consumi”, realizzato in collaborazione con il Censis e presentato oggi al Cnel di Roma.

I temi riguardano la  transizione digitale ed ecologica/energetica che è poi il cuore della misura del Pnrr  finanziata da tempo grazie alle preziose risorse dell'Unione Europea che devono atterrare concretamente entro i primi sei del 2026 con la consegna  dei lavori.  

La riforma di Italmercati: puntare sui mercati più importanti 

I temi dell'innovazione sono stati toccati dal padrone di casa Renato Brunetta, "bisogna cambiare logistica, cambiare tecnologia perché sono cambiate le città", e da altri relatori. Ma l'evento oltre alla presentazione della ricerca, sui consumi si evidenzia la crescita degli ortaggi e cedono quelli della frutta, è stata la sede per rilanciare la ricetta di Italmercati: concentrare le risorse sui mercati più grandi. La novità è il passaggio dalla rivendicazione alla discesa in campo con la partecipazione alla scrittura di un disegno di legge che mira a riconoscere la funzione dei centri agroalimentari più importanti.


Si parte dalla comparazione con gli altri Paesi europei: "Il Rapporto mette in evidenza un sistema diffuso e capillare – oltre 130 strutture attive in Italia, sei volte più che in Francia o Spagna – ma ancora frammentato. Questa frammentazione, pur rappresentando una ricchezza in termini di prossimità territoriale e di valorizzazione delle produzioni locali, limita la competitività complessiva del comparto. Alla luce di questi dati, Italmercati propone una riforma complessiva del sistema, con l’obiettivo di individuare un numero di mercati strategici nazionali, più grandi, sostenibili e digitalizzati, che possano agire come poli di riferimento per l’intera filiera".  

Pallottini: "Riconoscere il nostro ruolo"

Più nel dettaglio: “Con questa seconda edizione del rapporto vogliamo guardare avanti, proponendo un piano concreto per la riforma del sistema dei mercati” ha sottolineato Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati. “È il momento di riconoscere il loro ruolo strategico come infrastrutture pubbliche al servizio della filiera e dei cittadini. Vogliamo mercati più grandi, connessi e digitali, in grado di garantire tracciabilità, qualità e sostenibilità. Siamo pronti a collaborare con il Governo, con le Regioni e con Ismea per definire un nuovo modello nazionale, in cui pochi poli forti rappresentino un sistema moderno, competitivo e coerente con le sfide della transizione verde”.

E i grossisti? Sono d'accordo, l'intervento di Valentino Di Pisa

Valentino Di Pisa rappresenta la gran parte dei grossisti come presidente di Fedagro ed è in sintonia con la riforma di Italmercati: "Sono d'accordo con la razionalizzazione, anche se rappresento operatori  più piccoli ma non significa chiudere dei mercati  ma definire le funzioni e stimolare le concentrazioni. Si può fare con la buona volontà e si possono creare servizi nuovi. Per esempio la piattaforma digitale per gestire gli ordini per la ristorazione". Indicazioni concrete. 

 "Riteniamo che l’intero sistema dei mercati italiani debba essere ripensato anche da un punto di vista gestionale, con un’amministrazione centrale, sul modello spagnolo, che guidi le varie realtà così da rendere la categoria più efficiente e più solida, evitando rischi di frammentazione. Credo che l’istituzione della Consulta dei Mercati possa essere una prima risposta concreta ed operativa a questo tema, con la quale sia Fedagro sia Italmercati possano parlare con una voce unitaria a nome del comparto e mantenere un contatto diretto con le autorità nazionali".


Sul tema sono intervenute anche le associazioni dei produttori che hanno sposato questa politica di centralizzazione: Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Cristiano Fini, presidente Cia – Agricoltori Italiani; Roberto Caponi, direttore generale Confagricoltura; Tommaso Battista, presidente Copagri.

La Gdo? Chiede continuità e più tecnologia

Importante l'intervento di Carlo Alberto Buttarelli, presidente Federdistribuzione, visto che la grande maggioranza degli italiani compra nella distribuzione organizzata. "Attenzione anche noi stiamo investendo sulla distribuzione di prossimità con tanti spazi anche i ridotti,  l'80% dei prodotti che arriva in casa passa da noi. Ci può essere una sinergia: i mercati devono garantire la continuità e anche la vicinanza tecnologia, pensiamo per esempio all'intelligenza artificiale".  Insomma è evidente che per affrontare le sfide future i progetti Pnrr sulla transizione digitale devono andare in porto.

La ricerca del Censis: segnali positivi, ma il 39% delle famiglie ha ridotto gli acquisti per i prezzi alti

La  ricerca curata dal Censis fotografa una trasformazione profonda nei comportamenti di consumo degli italiani. Negli ultimi tre anni, il 73% dei cittadini dichiara di prestare maggiore attenzione all’origine e alla tracciabilità dei prodotti, mentre il 68% afferma di privilegiare alimenti locali e di stagione. Il 56% sceglie con più frequenza mercati rionali e punti vendita specializzati, spinto dal desiderio di sicurezza e fiducia, e il 49% considera il prezzo un fattore decisivo nella scelta dei prodotti freschi. 

Tuttavia, il 39% delle famiglie ha ridotto gli acquisti di frutta e verdura nell’ultimo anno a causa dell’aumento dei prezzi, e quasi una su tre dichiara di aver modificato la dieta privilegiando alimenti a più lunga conservazione

Secondo il Censis, questa “frattura alimentare” è un indicatore crescente di disuguaglianza sociale, che separa chi può permettersi una dieta sana e bilanciata da chi, pur volendola, non riesce più a sostenerne i costi

Livio Proietti, presidente di Ismea ha sottolineato l'aumento sugli ortaggi, per esempio  legumi freschi a + 2/3 %  e il settore pataticolo + 7%  nonostante il calo demografico. Ma "cala la frutta ad eccezione della frutta in guscio grazie alla consapevolezza salutistica dei consumatori. Quindi la frutta ha subito i danni del clima, c'è meno offerta, sono aumentati i costi di produzione  e infine sono saliti i prezzi, un rincaro incidente sul carrello della spesa". Il dato economico nonostante i discorsi su qualità e convenienza conserva una sua centralità.

Le prospettive? Logistica dell'ultimo miglio e servizi

Pallottini oltre la proposta politica ha sottolineato i percorsi da seguire. A iniziare dai nuovi servizi come "la lavorazione dei prodotti, una prima lavorazione da fare nei mercati". Anche in questo caso grazie al Pnrr si sono finanziati dei progetti che tendono ad ampliare e valorizzare le attività dei mercati. Infine l'ultimo miglio: "I mercati possono diventare degli hub, vista l'importanza sempre maggiore delle consegne con l'e-commerce". Progetti su cui investire per allargare il "mestiere" come lo ha definito il sociologo e presidente del Censis Giuseppe De Rita.

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