Innovazioni, tecnologie e packaging

14 febbraio 2025

La necessaria ma ardua digitalizzazione della filiera

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Tutta la filiera della frutta - dal campo al reparto - deve percorrere un percorso digitale che aiuti i produttori a scegliere il prodotto che piace al consumatore e ridurre i costi. La frutta buona, ma anche raccontata e spiegata grazie alle informazioni che dall'azienda agricola devono arrivare ai banchi della distribuzione. 

Questo il futuro ma digitalizzare non è semplice. Una sfida tutta da vincere come è emerso nel convegno ospitato nel Campus Unitec e organizzato dalla Fondazione Fresh - un chiaro esempio di come la tecnologia aiuti a valorizzare i frutti del settore primario - e moderato da Luca Corelli Grappadelli dell'Università di Bologna.

La tecnologia non è un peso, ma aggiunge valore: "Export ciliegie cilene da 1 a 7 miliardi"

Non sono mancati i relatori che hanno sottolineato le criticità relative alla transizione digitale delle imprese della filiera. Ma sul punto il padrone di casa Angelo Benedetti ha offerto alla platea numeri interessanti: "In Cile l'export delle ciliegie verso l'Asia vale 7 miliardi, 15 anni fa non si arrivava a 1 miliardo. Questo  risultato è merito della tecnologia. Un cliente rispondendo a una nostra intervista ha detto di aver risparmiato 500mila euro in poco tempo. Va bene la resa, aumenti pure, ma non raccogliamo la frutta una settimana prima, se si crea coerenza con il prodotto questo si vende a prezzi più alti e permette di ripagare gli investimenti in tecnologia". 

Questo il punto di vista di un'azienda che vende alta tecnologia in tutto il mondo, dal post raccolta si sta spostando verso il campo, e misura i risultati di miglioramento della qualità del prodotto in termini economici: maggiore remunerazione e minori sprechi

La filiera agricola in ritardo di 10 anni, il flop della blockchain

Matteo Golfarelli dell'Università di Bologna (la sua relazione era intitolata "L’azienda digitale") ha sottolineato come la manifattura vanti 10 anni di vantaggio sul settore agricolo, ma una quantità enorme di progetti - fino al 60% - si sia rivelato un fallimento. 

Interessante l'analisi da guardare bene quando si parla di digitalizzazione della filiera: "Non è un problema tecnologico, ma organizzativo e strategico. L'innovazione tecnologica non è l'acquisto di un software".   

La ricetta? "Servono nuove figure professionali che riescono a interpretare i  dati", i big data che vanno poi analizzati. Insomma servono i data scientist. Un altro tema importante sono le aspettative, raccontate con un grafico dove emerge una curva altissima al momento del lancio di una nuova tecnologia e poi un calo. Un esempio? "Avete presente la blockchain? Per questo poi si pone il problema su quale tecnologia investire".

Oggi si parla tanto di intelligenza artificiale ma bisogna tararla alle reali esigenze aziendali. Come ha sottolineato Lorenzo Marconi, Università di Bologna, e tra i protagonisti internazionali della robotica per i frutteti - che ha avvisato i naviganti: "La IA aiuta ma non risolve, prendere immagini e analizzarle non significa realizzare le azioni desiderate  per migliorare la qualità della produzione.  E' un campo multi dominio".

E' arduo investire in tecnologia

Sulle difficoltà degli investimenti sono intervenute le imprese con Luca Lovatti (Melinda), Silver Giorgini (Orogel), Michele Gerin (Mazzoni Group) e poi Maurizio Bottura della Fondazione E. Mach. C'è un problema di stima del ritorno dell'investimento e mancano le risorse umane: "Oggi abbiamo la concorrenza di Ferrari e Ducati e i giovani dove preferiscono andare a lavorare?". 

Senza dimenticare il sistema formativo pubblico: "Noi cerchiamo i tecnici di base che  devono essere formati, in una scuola agraria cosa insegnano? Come coltivare i tulipani, ma li fanno in Olanda qui bisogna saper fare delle buone pesche e nettarine". Ragionamento di Silver Giorgini. Anche Lovatti di Melinda ha sottolineato le criticità degli investimenti, pur necessari, in tecnologia mentre Gerin ha evidenziato le difficoltà del trasferimento tecnologico. Le risorse. Non mancano quelle regionali, ma come ha informato Patrizia Alberti, funzionario della Regione Emilia-Romagna, alcuni sono andati deserti. 

Corelli Grappadelli: "Serve una nuova generazione di tecnici"

La conclusione di Luca Corelli Grappadelli: "Il tema dei dati è centrale. Spaventano, ma bisogna promuovere fiducia tra gli agricoltori. Per questo la giornata si è conclusa con l’intervento di un giovane ricercatore: ai ragazzi che si apprestano a scegliere un percorso universitario dobbiamo offrire nuove prospettive. C’è un grande bisogno di una nuova generazione di tecnici". Più tecnologia per stare sul mercato da protagonisti. 

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