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10 ottobre 2025

Halaesa l'avocado coltivato con l'industria e la finanza

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"Supportano il progetto imprenditori della finanzia e dell'industria". Parole di Francesco Mastrandrea, Ceo di Halaesa, azienda siciliana specializzata in avocado che vuole diventare leader europea del settore. Benvenuti nella nuova era dove l'economia dei campi, ma con vista attenta sul reparto e il mercato, sarà sempre più caratterizzata da questi due termini e approcci: industrializzazione e finanziarizzazione. L'obiettivo dell'imprenditore siciliano è creare un' impresa industriale  dedicata all’avocado e alla frutta tropicale, partendo dalla sua isola. È questa la sfida, raccolta da Mastrandrea  nel 2022 con un progetto che unisce sostenibilità, innovazione e visione strategica.

Puntare sul prodotto che crea valore: l'avocado 

“L’avocado è un prodotto che spopola per domanda, ma langue per offerta. Mancano volumi, manca una filiera strutturata - spiega a myfruit.it l'imprenditore incontrato a Madrid durante Fruit Attraction - La grande distribuzione chiede almeno due mesi di prodotto continuativo: non possiamo improvvisare, dobbiamo offrire prodotti premium ma competitivi, capaci di farci sedere al tavolo con i grandi dell’agroalimentare”. Ha le idee chiare l'imprenditore.

Francesco Mastrandrea a Madrid durante Fruit Attraction

Questa impostazione - non a caso in un primo comunicato nel titolo è ben in evidenza il termine agribusiness - ha attirato l’interesse di numerosi investitori, anche provenienti da settori lontani dalle terra come quello metalmeccanico. Più rappresentanti del mondo finanziario. “Paradossalmente non dal mondo agricolo. C’è un problema generazionale: l’età media degli imprenditori agricoli è di 65 anni. Le aziende dovranno unirsi, vedremo molte aggregazioni nei prossimi anni”. 

Halaesa nasce come progetto industriale, fondato su principi di sostenibilità concreta: “Coltiviamo in campo aperto, in biologico, con pratiche rigenerative. Tutto ciò che aumenta il valore di mercato lo integriamo nel modello”.

Gli investimenti per avere una dimensione europea con 500 ettari coltivati

Halaesa ha completato due round di aumento di capitale per circa 8 milioni, che consentiranno l’espansione della produzione a 300 ettari entro il 2026. L’obiettivo è arrivare almeno a 500 nel 2030, rendendola così una delle più grandi in Europa. 

"L’esempio concreto di azienda agricola del futuro, che sa essere allo stesso tempo redditizia, innovativa e profondamente responsabile. Con un mix di investitori che va da imprenditori agricoli a family office, da accademici a istituti finanziari. Un’impresa capace di valorizzare le risorse umane e ambientali del territorio e offrire un prodotto di eccellenza, in un mercato globale in continua evoluzione".

Manodopera locale e welfare aziendale 

L’azienda conta oggi 30 dipendenti, di cui solo due extracomunitari. Significa che le persone del posto trovano conveniente lavorare la terra. Un dato non scontato. 

“Paghiamo qualcosa in più, abbiamo introdotto il welfare aziendale. Vogliamo far rivivere il comparto agricolo dei piccoli paesi. L’esotico ci aiuta: ci dà marginalità che non possiamo ottenere con il limone. Con una produzione lorda vendibile interessante per ettaro possiamo industrializzare e pagare dignitosamente chi lavorare". 

Mastrandrea guarda già al futuro: “Nel prossimo anno supereremo i numeri medi delle aziende italiane. Lavoreremo con i grandi player per accorciare la catena del valore. Tra quattro anni, chi vorrà avocado italiano si rivolgerà a due o tre operatori strutturati”.

Agribusiness ma sostenibile

Il progetto Halaesa coinvolge anche l’Università di Palermo, con l’obiettivo di valorizzare gli scarti agricoli in ambito nutraceutico. “Stiamo investendo in meccanizzazione, sensoristica e agricoltura di precisione. Il 50% dei nostri collaboratori non ha mai lavorato in agricoltura. L’età media è di 27-28 anni. Formiamo competenze che possono essere valorizzate anche all’esterno”. Un approccio integrato  

Sempre sulla sostenibilità: "Un frutto che riduce l’impatto ambientale del 90% rispetto ai prodotti peruviani o messicani, i più diffusi sul mercato, raccolti con molto anticipo e poi spediti via nave (quando non addirittura via aereo). L’avocado di Halaesa è coltivato su 100 ettari di terreno distribuiti strategicamente tra le province di Palermo, Messina e Siracusa, con un mix ben calibrato di tecnologie di precisione e pratiche agricole che mirano a ripristinare la salute del suolo e l’equilibrio con l’ambiente". Questa la filosofia. 

E' l'acqua? Ci sono i bacini e l'energia è autoprodotta da rinnovabili

Sul tema idrico interviene Vitaliano Fiorillo, socio fondatore dell’azienda: "Tutti i terreni dell’azienda hanno accesso diretto all’acqua, anche grazie ai bacini di raccolta realizzati in tutte le proprietà. Il suolo viene nutrito e coltivato seguendo pratiche agronomiche che aiutano a ripristinare la biodiversità del suolo, riducendo al minimo pratiche invasive come l’aratura. L’80% dei consumi energetici sarà coperto dall’autoproduzione dei nostri impianti di energie rinnovabili e la produzione è monitorata con tecnologie di precisione, che rendono il processo efficiente ed evitano l’utilizzo di prodotti chimici e pesticidi".

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