Conosciuta come punto di riferimento internazionale per la produzione industriale Grugliasco, siamo vicino a Torino, è storicamente e attualmente un centro industriale e commerciale con produzioni tessili, metalmeccaniche, automobilistiche. Una industrial valley a forte vocazione innovativa che ancora sforna prodotti di eccellenza, ma in questo contesto c'è spazio per l'agricoltura. E non poteva che essere innovativa e strettamente legata alla tecnologia.
Un modello è Mitte Garten o Giardino di mezzo, la startup con quattro anni di vita specializzata nell’agricoltura idroponica. Protagonista il giovane, ha 29 anni, Vittorio Agù che ha declinato le sue competenze acquisite con la laurea in economia e commercio in ambito agricolo.
Master in management a Parigi
In un’intervista al Corriere della Sera, il giovane neoimprenditore — uno dei pochi, nonostante l’enfasi non giustificata dai numeri da parte di alcune istituzioni, visto che l’età media è ormai declinata verso gli over 50 — spiega con chiarezza la sua traiettoria: "Ho studiato Economia all’università di Torino, laurea triennale, per poi prendermi un master in management a Parigi, ma la passione per l’agricoltura innovativa mi ha sempre accompagnato. Sono partito da una idea agricola legata alla vertical farm, quelle fattorie verticali che vanno alla grande nei Paesi asiatici, ma poi ho dovuto desistere per via dei costi troppo alti, soprattutto se pensiamo ai consumi energetici alla base di una coltivazione di questo tipo".
Il bello della giovane età risiede nell’azzardo di puntare su un settore che non conosceva, così come non conosce la lingua tedesca scelta per dare il nome alla società. "Ci sono arrivato da perfetto autodidatta. E non è stata certo una passeggiata".
Il basilico idroponico e circolare
La sua idea, seminata tra Chieri e Santena ma con approdo a Grugliasco, è interessante anche perché legata all’economia circolare. Non ha costruito nulla, ma ha adattato serre già esistenti.
"Sono 6mila metri quadri di serre che ho recuperato - si coltivavano rose - e trasformato in laboratori all’avanguardia, coltiviamo soprattutto dell’ottimo basilico: grazie alla coltura idroponica, la pianta è in alto, in superficie, mentre in basso ci sono i pesci. Per capirci, immaginiamo una piscina - dieci metri per dieci e profonda mezzo metro - con le piante posizionate su piattaforme galleggianti, fuori dall’acqua, ma le cui radici, in acqua, vengono rosicchiate dalle carpe, un chilo per ogni 10 metri quadri di piscina".
Torniamo ancora all'economia circolare perché questo ecosistema permette di produrre "azoto nitrificato, un fertilizzante straordinario e assolutamente privo di fitofarmaci per la buona crescita delle piante di basilico".
L'esito commerciale? "Dalla produzione di 5mila piante alla settimana, ricaviamo 500 chili di basilico, praticamente una tonnellata al mese. E poi lo portiamo nei ristoranti della zona, alla Grande distribuzione ma anche nei mercati generali. Ma la cosa più importante è che, grazie all’agricoltura idroponica, realizziamo una coltivazione green rispetto all’agricoltura tradizionale: per esempio, risparmiando il 90% di acqua".
Si produce anche l'energia
Circolare e sostenibile: "Faccio idroponica alimentata da un tetto fotovoltaico da 500 Kilowattora, intorno a Grugliasco, nei terreni storicamente occupati dagli stabilimenti industriali dell’indotto automobilistico". Ritorna il passato industriale, ma oggi a Grugliasco si coltiva il settore primario. Dopo il basilico sono in programma i pomodori Cuore di Bue "coltivati non con l’agricoltura idroponica ma sempre green: la pianta cresce in verticale ed è inserita in un sacchetto che è molto drenante, e quando è innaffiato rilascia dell’acqua, raccolta nelle cisterne, filtrata e rimessa in circolo". Anche qui economia circolare.