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16 ottobre 2025

Oggi la giornata mondiale dell'alimentazione

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Ricorre oggi, 16 ottobre, la giornata mondiale dell'alimentazione. Un momento per ricordare la fondazione della Fao (Organizzazione delle nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura), istituita in questo stesso giorno del 1945, ma anche per riflettere sulla cultura del cibo, sulle abitudini alimentari e sulla promozione di uno stile sano quale anticamera del benessere e di una migliore qualità della vita. 

L'emergenza alimentare oggi non è quella del post-guerra, ma presenta comunque sfide importanti e di non semplice soluzione: aumento dell'obesità, la declinazione in chiave sostenibile di stili di produzione e consumo, la diffusione di cibi ultraprocessati, l'accesso per tutti a alimenti sani, freschi e di qualità sono solo alcuni tra questi.

Wwf, cambiamenti climatici: dai danni alle produzioni alle ripercussioni sull'alimentazione

Il Wwf sottolinea come la crisi climatica renda i prodotti agricoli nazionali sempre meno disponibili e sempre più cari. In Italia la stagione agricola 2025 ha rappresentato una prova concreta della vulnerabilità del Paese agli eventi climatici estremi.  Le perdite registrate in diversi comparti mostrano come l’impatto climatico non sia affatto episodico, ma strutturale, con ricadute dirette sull’economia, sulla disponibilità, sulla stabilità delle comunità agricole e sulla qualità stessa del cibo. 

Il 2025 ha confermato il trend di riscaldamento globale ed europeo. Secondo i dati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr - Isac), la temperatura media nazionale ha raggiunto un’anomalia di +3,02°C rispetto alla media climatologica del periodo 1991-2020, avvicinandosi al record assoluto stabilito nel giugno 2003. 

Oggi una delle minacce più gravi per molte colture è la combinazione paradossale di inverni miti seguiti da improvvise gelate primaverili. Le temperature insolitamente elevate dell’inverno anticipano il risveglio vegetativo delle piante che diventano così vulnerabili ai ritorni di freddo. 

Questi eventi hanno segnato il 2025. Un caso emblematico riguarda i ciliegeti pugliesi. La regione, che da sola produce circa il 30% delle ciliegie italiane, ha visto il raccolto 2025 crollare dal 70% fino al 100% in alcune zone del sud-est barese, colpite dalle gelate di marzo e aprile. Alle perdite agricole si sono aggiunti pesanti risvolti economici: a Milano, le ciliegie sono arrivate a costare fino a 23 euro il chilo. 

Le ripercussioni sull’accesso al cibo sono profonde, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Anche in Italia, un numero crescente di persone vive ormai vicino alla soglia di povertà e rinuncia sempre più spesso a frutta e verdura, con conseguenze dirette sulla salute. 

Una crisi analoga ha interessato i noccioleti, ancora nel pieno della raccolta. Il venir meno di queste produzioni italiane lascia vuoti significativi sul mercato, colmati rapidamente da importazioni estere di qualità spesso inferiore e non sempre conformi agli standard europei. Le gelate tardo-primaverili hanno intaccato anche la produzione di pesche e albicocche: quest’ultime hanno registrato un calo stimato del 20% rispetto al 2024.

Tra i comparti colpiti spicca quello anche la pericoltura. Secondo i dati di Prognosfruit 2025, la produzione nazionale ha registrato un crollo di quasi il 25% rispetto al 2024, confermando la progressiva perdita di centralità produttiva dell’Italia, un tempo leader europeo nel settore. 

Al tempo stesso, l’Italia sta vivendo una trasformazione inattesa: il boom della frutta tropicale: superfici sempre più ampie vengono dedicate a mango, avocado, papaya, lime e annone, coltivati soprattutto in Sicilia, Puglia e Calabria.

Centri di ricerca e aziende agricole stanno puntando sulla selezione di nuove cultivar capaci di resistere meglio sia al caldo estremo sia alle gelate tardive. Queste nuove varietà, spesso considerate il salvagente contro le sfide poste dalla crisi climatica, non sono però una soluzione immediata: richiedono tempo per adattarsi ai diversi microclimi locali e, in alcuni casi, si rivelano poco utili sul lungo periodo proprio perché questi stessi microclimi sono in continua trasformazione.

“Per valorizzare davvero il potenziale del nostro comparto agricolo è necessario mettere a sistema più azioni: dall’economia circolare all’agroecologia, dall’innovazione tecnologica all’agricoltura rigenerativa, passando per la prevenzione e l’adozione di colture meno idroesigenti, il ripristino degli agroecosistemi e della fertilità dei suoli, fino al recupero e riuso delle acque reflue depurate. Occorre inoltre rafforzare la diffusione dell’agricoltura biologica e dare piena attuazione alle progettualità per il risparmio idrico”, dichiara Eva Alessi, responsabile sostenibilità Wwf Italia.

L’aumento dei prezzi rischia di rendere una dieta corretta difficilmente accessibile per molte famiglie, accentuando le disuguaglianze: le fasce più vulnerabili sono quelle maggiormente esposte agli effetti negativi di diete poco salutari e all’inaccessibilità dei cibi sani. 

Copagri, insostituibile il ruolo degli agricoltori

“La Giornata mondiale dell’alimentazione ci offre l’occasione per celebrare il ruolo insostituibile degli agricoltori, primi custodi dell’ambiente e del territorio, nonché garanti della sicurezza alimentare", afferma il presidente della Copagri Tommaso Battista, dopo aver partecipato alle celebrazioni per l’80esimo anniversario della Fao.

Battista ribadisce inoltre l’urgenza di tutelare il suolo, una risorsa preziosa e non rinnovabile sempre più minacciata dalla cementificazione, dall’erosione e dall’inquinamento, fenomeni che incidono direttamente sulla fertilità e sull’impermeabilizzazione dei terreni, con conseguenze negative sul versante ambientale, agricolo e della gestione della risorsa idrica.

“La Giornata mondiale dell’alimentazione - prosegue Battista - ci permette di rimarcare anche l’importanza di puntare sulla ricerca e sull’innovazione applicate all’agricoltura, fondamentali per migliorare la produttività e la sostenibilità del primario, ma anche di continuare a lavorare per ridurre sempre più fenomeni quali gli sprechi alimentari".

Coldiretti: l’invasione degli ultra formulati 

Secondo un'indagine Coldiretti/Censis, tre italiani su quattro (75%) temono che la produzione di cibo possa finire nelle mani di potenze finanziarie dando vita a una nuova oligarchia fondata sul controllo della produzione e commercializzazione dei prodotti alimentari. A preoccupare è soprattutto la diffusione del cibo artificiale. Quasi due cittadini su tre (64%) la considera una vera e propria minaccia per la salute. 

Ma a pesare c’è anche la diffusione dei cibi ultra formulati, con un singolo prodotto che può arrivare a contenere dozzine di ingredienti e additivi chimici: otto italiani su dieci, secondo il Censis, vorrebbero vietarne per legge la presenza nelle mense scolastiche, dai piatti precotti alle merendine confezionate.

Tra le abitudini importanti, c'è il consumo di frutta e verdura. Un’indagine dell’Istituto Ixè mostra ancora difficoltà per le persone intervistate ad avere un consumo appropriato. Solo l’8,5% degli intervistati mangia cinque porzioni o più di frutta e verdura, con una importante polarizzazione tra i più giovani (fra i quali solo il 5% ha un consumo adeguato) e le persone di 65 anni e più (di cui l’11 % ne consuma cinque o più porzioni ).

Per promuovere la sana alimentazione Coldiretti ha avviato delle iniziative in collaborazione con il mondo dello sport come la campagna di sensibilizzazione sui temi dell'educazione alimentare che partirà a breve insieme alla Lega nazionale dilettanti o i progetti sviluppati su tutto il territorio italiano insieme alla Federazione italiana pallavolo e a Sport e salute.

FederBio, l'appello alla Fao per la collaborazione

In occasione della ricorrenza, che quest’anno ha come tema Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori, FederBio rilancia l’appello della Fao a collaborare per trasformare i sistemi agroalimentari in chiave sostenibile, affinché tutti possano avere accesso a un’alimentazione sana e nutriente nel rispetto dell’ambiente. 

“Condividiamo pienamente il tema scelto dalla Fao, che sottolinea l'importanza della collaborazione globale per garantire pace, sostenibilità, prosperità e sicurezza alimentare - commenta Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – Non basta però assicurare cibo sufficiente per tutti, occorre fornire una nutrizione sana e di qualità. Va quindi accelerata la transizione verso modelli sostenibili sotto il profilo alimentare, sociale, economico e ambientale".


Proprio la Fao ha indicato l’approccio agroecologico come l’innovazione strategica che può contribuire al processo di trasformazione verso sistemi alimentari equi, responsabili e sostenibili, che migliorano la produzione e la sicurezza alimentare. 

I benefici di un’alimentazione biologica sono confermati da un recente studio sperimentale dell’Università di Roma Tor Vergata, sostenuto dal ministero della Salute, e presentato nell’ambito della campagna Il bio dentro di noi, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio Il biologico. 

La fase finale dell'indagine ha comparato gli effetti della dieta mediterranea convenzionale e bio dimostrando che bastano quattro settimane di versione bio per modificare in modo misurabile la composizione del microbiota intestinale e aumentare l’abbondanza di batteri benefici, con effetti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti

L’Istituto Ramazzini di Bologna, con la recente ricerca Global glyphosate study, inoltre consolida, in linea con le valutazioni dello Iarc, la pericolosità associata al glifosato (e dei Gbh), tra gli erbicidi più utilizzati a livello mondiale.

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