Politiche agricole

06 ottobre 2025

Freshfel: frutta e verdura al centro delle politiche Ue

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La pubblicazione del nuovo rapporto Eat-Lancet su sistemi alimentari sani, sostenibili e giusti rilancia un messaggio che non può più essere ignorato: serve un cambiamento radicale nelle politiche alimentari dell’Ue.
Le analisi confermano che l’attuale impostazione normativa è inadeguata ad affrontare le crisi sanitarie e ambientali che colpiscono il continente.

Una dieta sbilanciata costa vite e salute

In Europa, il consumo di ortofrutta fresca è ben al di sotto delle raccomandazioni scientifiche: la media si aggira intorno ai 350 grammi al giorno, quando l’obiettivo combinato di salute e sostenibilità dovrebbe essere almeno 800 grammi. Nel frattempo, oltre la metà degli adulti è in sovrappeso e quasi uno su sei è obeso.

Questa situazione contribuisce all’aumento di malattie croniche come tumori, diabete e disturbi cardiovascolari, che rappresentano oltre il 90% dei decessi nell’Ue.

L’attuale ambiente politico e normativo favorisce ancora la produzione e il consumo di alimenti ultra-processati: convenienti, iper-pubblicizzati, ma poveri dal punto di vista nutrizionale. Invece di correggere questa deriva, le politiche agricole e fiscali continuano a rafforzarla, penalizzando la disponibilità e l’accessibilità di prodotti freschi e salutari.

Serve una revisione trasversale delle politiche Ue

L’ortofrutta rappresenta una risorsa chiave, oggi largamente sottovalutata. È tra i gruppi alimentari con l’impatto ambientale più basso, richiede meno risorse naturali come acqua e suolo, e possiede una capacità unica di sequestro del carbonio, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica.

Oltre ai benefici ambientali, contribuisce alla riduzione dei costi sanitari e al sostegno dell’economia rurale europea. È necessaria una revisione olistica e coerente delle politiche pubbliche che riguardano agricoltura, salute, fiscalità, ambiente ed educazione. Ogni misura dovrebbe essere valutata in base all’impatto su salute e sostenibilità, per assicurare che le risorse pubbliche incentivino produzioni e consumi sani. L’attuale squilibrio tra gli obiettivi nutrizionali e gli incentivi economici è insostenibile.

Educazione alimentare: un’occasione mancata

Un altro punto critico è l’assenza di un’educazione nutrizionale strutturata a livello europeo. Le scuole dovrebbero svolgere un ruolo attivo nel formare le nuove generazioni su scelte alimentari sane, integrate con l’attività fisica. La Dichiarazione di Tartu del 2019 aveva indicato chiaramente questa direzione, ma non ha ancora portato a un’implementazione concreta nei sistemi educativi nazionali.

Binard: “Non possiamo più ignorare questa priorità”

“Il rapporto Eet-Lancet conferma quanto sosteniamo da anni: le politiche alimentari europee devono essere ripensate alla radice - ha dichiarato Philippe Binard, delegato generale di Freshfel Europe - Non possiamo costruire un futuro sostenibile su un’alimentazione insostenibile. L’ortofrutta è una soluzione semplice, economica, disponibile. Eppure continua a essere ignorata”.

Binard sottolinea anche che la crescita produttiva agricola è oggi orientata in modo distorto verso l’industria alimentare, invece che verso i reali bisogni nutrizionali dei cittadini europei.

Un piano d’azione per l’Unione europea

L’Unione europea ha dichiarato l’ambizione di costruire un’economia sostenibile, resiliente e competitiva. Tuttavia, questo obiettivo rimarrà fuori portata se i prodotti freschi non vengono messi al centro delle politiche agricole, sanitarie e ambientali. È il momento di agire: serve un piano d’azione concreto e urgente, che riorienti il sistema alimentare verso scelte più sane, eque e sostenibili per tutti.


Fonte: Freshfel Europe

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