Le fragole intercettano un interesse di mercato in continua ascesa, con un esteso calendario di disponibilità e la presenza di origine nazionale che copre l'intero anno. Questo frutto, amato anche dai più giovani, si rivela un efficace tramite per avvicinare le nuove generazioni al consumo di frutta, e il prodotto tricolore riscuote successo anche oltre confine. Tutto rose e fiori? Non esattamente.
La criticità principale si manifesta nei campi di coltivazione, dove, come registrato nei primi mesi del 2025, si è registrata una carenza di volumi produttivi. Questa situazione ha innescato una volatilità dei prezzi.
Diventa imperativo intensificare la ricerca e implementare strumenti più agili per rendere la produzione più reattiva alle fluttuazioni del mercato. Questi sono stati alcuni dei temi centrali che hanno animato la tavola rotonda "Fragola 2025: il punto sulla stagione italiana", organizzata da Italian Berry in collaborazione con il Crea all'interno della Berry Area al Macfrut di Rimini.
L'espansione estera della fragola italiana
Se in passato si è spesso discusso della forte penetrazione del prodotto iberico nel mercato italiano, oggi l'origine nazionale ha ampliato significativamente il suo raggio d'azione, varcando i confini. Un notevole avanzamento, come ha sottolineato Pietro Ciardiello, direttore della Coop Sole di Parete (Caserta): "L'export assorbe il 50% della produzione, con un grande successo in segmenti strategici come il trasformato e l'alimentazione infantile, dove la fragola italiana si sta affermando come un'origine affidabile e sostenibile. Permangono le difficoltà, in particolare la scarsità di manodopera agricola". Questa sintesi evidenzia i progressi del frutto rosso, nonostante le sfide legate alla forza lavoro e ai cambiamenti climatici.
Un 2025 segnato dalla carenza di prodotto
Lo squilibrio tra offerta e domanda è stato messo in luce da Carmela Suriano di Nova Siri Genetics: "La soppressione di alcuni fitofarmaci ha comportato una diminuzione della resa produttiva: 11% in meno in Spagna e 14% in meno in Italia. A fronte di una domanda in crescita, assistiamo a una contrazione dei quantitativi prodotti. In Basilicata, ad esempio, nonostante l'aumento delle superfici coltivate, le rese sono calate, portando a una minore produzione. Questa problematica inizia nel vivaismo, con difficoltà sia nelle rese che nella loro variabilità e tempistica a causa delle instabilità meteorologiche, e si ripercuote fino alla Gdo, che fatica sempre più a soddisfare una domanda regolare e in aumento".
Nonostante il periodo complesso, "Le varietà di Nova Siri Genetics, in un'annata difficile come questa, hanno mostrato risultati molto incoraggianti. Si tratta di nuove cultivar con buone performance produttive anche in presenza di marcate oscillazioni climatiche. In particolare, Marimbella ha consentito di mantenere la produzione stabile anche con sbalzi termici di 10-15°C nella stessa giornata".
Sollecitare la ricerca, anche con l’IA
Federico Stanzani, direttore del Civ (Consorzio italiano Vivaisti), ha ripreso il concetto espresso da Suriano: "È cruciale integrare le nuove tecniche di miglioramento genetico con l'IA. Riceviamo richieste dalla Gdo e dai consumatori a cui riusciamo a rispondere solo in un arco di 5-7 anni: dobbiamo impegnarci per ridurre questi tempi di sviluppo". L'obiettivo primario è accelerare le tempistiche.
La Spagna in difficoltà, ma la genetica aiuta
E nella regione di Huelva, cuore pulsante della fragolicoltura spagnola? Il bilancio del 2025 è stato tracciato da Francisco del Rosal, tecnico della cooperativa Cuna de Platero, che rappresenta il 10% dei 650 ettari del territorio e circa 100 produttori. "L'annata è stata molto complessa, nettamente diversa dalle precedenti: dopo anni di siccità, quest'anno le abbondanti piogge hanno generato una disponibilità molto variabile. Complessivamente, la produzione è stata simile all'anno scorso grazie al contributo della genetica".
La strategia adottata è quella della diversificazione: "Coltiviamo oltre 10 varietà con caratteristiche differenti per assicurare una fornitura costante". Un approccio che sta dando i suoi frutti, dato che "prevediamo che la stagione si protrarrà più a lungo rispetto all'anno precedente".
Qualità elevata, prezzo congruo
Mirko Zanelli, direttore commerciale di Apofruit, ha spostato l'attenzione sul punto di vendita: "È fondamentale partire da una verità incontrovertibile: il consumatore è disposto a spendere se si trova di fronte a una qualità certa e costante, che mantenga le promesse. Non è così sensibile al prezzo come spesso si crede. Il mercato è quindi ricettivo e può soddisfare le esigenze di tutta la filiera. È importante valorizzare il prodotto, legandolo al territorio come la Basilicata e la Romagna. Anche l'Europa riconosce salubrità, continuità e qualità alla fragola italiana". Se la qualità è elevata, il prezzo diventa congruo.
In prospettiva
Le criticità e le opportunità sono state delineate con chiarezza dai protagonisti del settore, che, come sottolineato da Carmela Suriano, "devono vedere riconosciute le loro necessità. Tutti devono trarre i giusti benefici". È necessario un prodotto di qualità, con attenzione alla shelf life per il mercato del nord Europa, avendo come "obiettivo finale il sapore, l'aroma, la succosità, il colore e la brillantezza".
È un traguardo raggiungibile, ma come ha ricordato Pietro Ciardiello: "In Italia dobbiamo imparare a fare sistema e a rispettare il lavoro altrui. In dieci anni abbiamo compiuto progressi significativi: ci sono fragole italiane che performano bene. È fondamentale fare sistema".
Un esempio concreto: "Abbiamo una collaborazione con il Crea per trovare soluzioni ai problemi sanitari della produzione (suolo e piante). È indispensabile collaborare anche tra produttori di diversi paesi: le problematiche sono comuni e dobbiamo agire insieme". Anche nel settore delle fragole, "nessuno si salva da solo".