Le coltivazioni di pomodoro da industria e grano da sempre dominano le campagne della provincia di Foggia, rappresentando pilastri fondamentali dell’economia locale. Ma qualcosa sta cambiando. Oggi, infatti una parte significativa di questi terreni è stata convertita alla coltivazione del cotone, una coltura praticamente scomparsa in Italia da oltre 50 anni, ma che ritorna grazie a nuove opportunità economiche e ambientali.
I numeri parlano chiaro
Negli ultimi dieci anni, la superficie destinata al pomodoro da industria in Puglia, che nel 2013 raggiungeva circa 25mila ettari, è scesa a circa 15mila ettari nel 2023, secondo dati Ismea.
Questo calo di quasi il 40% deriva da diversi fattori: la crescente difficoltà di coltivare pomodoro ad alta intensità idrica in un territorio sempre più segnato da siccità e ondate di calore; la volatilità dei prezzi, con il costo medio all’origine del pomodoro sceso sotto i 40 centesimi al chilo, mentre i costi per irrigazione e prodotti fitosanitari sono aumentati di almeno il 20-30%; e l’aggravarsi delle problematiche fitosanitarie legate al cambiamento climatico, che hanno ridotto la resa media per ettaro da 120 tonnellate del 2010 a meno di 90 tonnellate oggi.
Il cotone come alternativa sostenibile e redditizia
In questo contesto, il cotone si presenta come un’opportunità più stabile e remunerativa. Il prezzo del cotone può variare tra 1.200 e 1.800 euro per tonnellata, molto superiore a quello del grano, che si attesta intorno ai 270 euro per tonnellata, e decisamente più vantaggioso rispetto al pomodoro, considerando anche i minori costi irrigui.
Stime recenti del progetto Apulia regenerative cotton indicano che la coltivazione del cotone richiede fino al 30% in meno di acqua rispetto al pomodoro, un dato fondamentale in una regione dove la scarsità idrica è sempre più evidente.
Nata durante la pandemia per rispondere alla crisi delle materie prime tessili importate, l’iniziativa ha oggi coinvolto circa 300 ettari in diverse zone della provincia di Foggia. La rotazione del cotone con colture tradizionali come il pomodoro consente di ridurre rischi e migliorare la sostenibilità complessiva del sistema agricolo. La forte meccanizzazione, inoltre, contribuisce a contenere i costi di produzione, rendendo il cotone competitivo sul mercato.
Moda, innovazione e futuro della filiera pugliese
Il cotone pugliese ha attirato l’interesse di importanti marchi della moda come Armani, che nel 2023 ha sostenuto il progetto Apulia regenerative cotton in collaborazione con il Crea e l’European Forest Institute. Il progetto punta a una coltivazione rigenerativa che integra il cotone in sistemi agroforestali con melograni, pioppi e carrubi, migliorando così la biodiversità e l’impatto ambientale delle colture.
La filiera del cotone è interamente italiana: la ginnatura avviene a Apricena, la filatura a Salerno, mentre la tessitura si svolge tra Modena e Taranto. Questo modello integrato risponde alla crescente domanda di tessuti sostenibili e di qualità, ma rappresenta anche una trasformazione più ampia dell’agricoltura locale, caratterizzata dal progressivo ridimensionamento del pomodoro da industria, un tempo simbolo dell’economia regionale.