25 ottobre 2016

Cinipide delle castagne, in Campania si pensa al piretro

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Potrebbe essere il piretro, insetticida già ammesso nella frutticoltura biologica, la sostanza per contrastare efficacemente il cinipide galligeno nelle castagne campane. La Regione, infatti, si sta muovendo in questo senso, e l’iniziativa non è sfuggita al commento positivo della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), con il vicepresidente nazionale Alessandro Mastrocinque che ha dichiarato in questi giorni: “Siamo davvero contenti della posizione del delegato all’Agricoltura della Regione Campania, Franco Alfieri, che di fatto apre alle istanze di CIA Campania, la quale da tempo ha proposto l’adozione di un protocollo con metodi biologici a difesa e per il rilancio del settore castanicolo. Un settore ormai in ginocchio e che ha registrato un crollo di produzione dell’80 per cento rispetto ai livelli pre-crisi”.

In quella che è potenzialmente la maggiore regione produttrice di castagne – la Campania, appunto – prima dell’emergenza cinipide i quantitativi raccolti si aggiravano attorno ai 300.000 quintali, mentre nel 2015 si sono fermati a 60.000 quintali.

Mastrocinque poi continua dicendo: “Un’eccellenza riconosciuta nel mondo è stata quasi completamente distrutta da un parassita e dalla mancanza di strategie politiche. Sul tema ci siamo battuti tantissimo, anche in Consiglio Regionale, attraverso le audizioni. La Cia ha già registrato in Regione Campania un protocollo per la lotta biologica al cinipide, mentre la Cia nazionale promuoverà la stessa iniziativa presso il Ministero dell’Agricoltura. Già diversi mesi fa i vari livelli della Cia firmarono un documento per prospettate soluzioni più complete. Finora il fenomeno è stato affrontato solo con l’immissione del Torimus, antagonista naturale d’importazione del cinipide che si è rivelato insufficiente. L’apertura di Alfieri all’utilizzo del piretro ci lascia ben sperare. Il Consiglio e la Giunta regionale prendano atto della realtà e assumano tutti i provvedimenti urgenti, a cominciare dalla sensibilizzazione presso i Ministeri, per garantire alla castanicoltura e a molte parti del territorio regionale una prospettiva di fuoriuscita dalla crisi”.

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