Aziende e Persone

04 luglio 2025

Apofruit fa 65 con nuovo stabilimento, robot e IA

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Apofruit celebra i suoi primi 65 anni con un evento ad Altedo - Noi le nostre radici, il titolo della manifestazione- dove è stato inaugurato il nuovo impianto da 25.000 quintali realizzato grazie ai fondi di Ocm Patate, che porta la capacità frigorifera dello stabilimento a 150mila quintali. Grande risultato. Oggi si è festeggiato fra macchine di ultima generazione e tanti lavoratori e soci - da Donnalucata in Sicilia a Trento come ha sottolineato il presidente Zanotti - e scrivere un nuovo capitolo della storia pluridecennale. 

Dalla manualità alla visione artificiale: 65 anni di tecnologia secondo Ernesto Fornari

"Siamo partiti con i nastri trasportatori meccanici—tutto era peso e calibratura—poi negli anni ’90 sono arrivate le prime selezionatrici elettroniche", ricorda Ernesto Fornari, direttore generale  di Apofruit. 

"Tra il 2000 e il 2010 abbiamo integrato le telecamere per valutare il colore; oggi si usa anche l’intelligenza artificiale e si analizza la qualità interna dei frutti". L’ultima frontiera è la robotica, come Emilio, un transpallet autonomo capace di pesare, trasportare e aggirare ostacoli senza pause: "Non dobbiamo aver paura della tecnologia - aggiunge Fornari - ma programmare le macchine affinché svolgano le mansioni ripetitive lasciando alle persone il governo dei processi". 

Il governo deve restare umano. La linea da non superare. 

L'innovazione è un'altra carta che ha permesso di vincere su più tavoli: "Siamo stati i primi a credere nell'uva senza semi quando ci dicevano che in Italia non era possibile, oggi tutti hanno le varietà seedless. Stesso discorso per le clementine e altri prodotti". Bisogna stare sul pezzo, studiando cosa vuole il consumatore e con un "prodotto buono". 

Un impianto da 25 mila quintali e celle a –1°C

Il cuore dei festeggiamenti è la premiazione dei protagonisti anziani e giovani che hanno permesso ad Apofruit di essere un punto di riferimento nazionale per l'ortofrutta. Tanta emozione e il coinvolgimento del territorio con la premiazione, nella foto sotto, di tutti i consorzi di tutela dell'ortofrutta Dop e Igp che qualificano l'offerta commerciale della cooperativa. Un capitale non solo economico ma anche sociale e culturale. 

Per il Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp è stato premiato il direttore Walter Monari, il Consorzio Pesca e Nettarina di Romagna Igp il riconoscimento è andato al presidente Paolo Pari, per la Patata di Bologna Dop ha ritirato il premio il presidente Davide Martelli, mentre per la Pera dell’Emilia-Romagna Igp è salito sul palco il vicepresidente, Massimiliano Laghi. Infine, per il Consorzio dell’Asparago Verde di Altedo Igp è stato premiato il presidente Gianni Cesari; in sua assenza il riconoscimento è stato ritirato dal consigliere del Consorzio, Gianluca Casadio.

Fondamentale, con taglio del nastro sul palco, l'ampliamento dello stabilimento, è stato buttato giù e ricostruito, da 25 000 quintali di stoccaggio aggiuntivi finanziati con fondi Ocm Patate, sette celle frigorifere e cinque ribalte che portano la capacità complessiva a 150mila quintali. 

A supporto, due poli satellite di sola refrigerazione a San Matteo della Decima e San Pietro Capofiume. Lo stabilimento di Altedo lavora patate per tutto l’arco dell’anno – grazie anche alla produzione  proveniente dalla Sicilia – oltre a cipolle per 10 mesi e pere.

La visione del presidente Zanotti: crescita, sostenibilità e innovazione anche con le Tea 

Per il presidente Mirco Zanotti, la forza di Apofruit è anche "l’estensione territoriale e la capacità di fare rete". Poi l'innovazione continua: "Siamo passati dall’amianto sui tetti ai pannelli fotovoltaici che oggi coprono il 25% del nostro fabbisogno energetico". Un segno preciso dell'adesione alla transizione energetica: meno emissioni e una bolletta energetica meno impattante sul bilancio aziendale. 

Bene i numeri: "Apofruit Italia continua a crescere. Nel 2024 il valore complessivo della produzione della cooperativa è salito a 298 milioni, rispetto ai 274 milioni del 2023".

Ma oggi i traguardi raggiunti non bastano. Qui Zanotti si rivolge alla politica: "La riduzione dei principi attivi senza alternative praticabili ci mette in difficoltà. Crediamo molto nelle Tea, rinviare ancora la loro autorizzazione sarebbe un ulteriore rallentamento competitivo". 

Il riferimento è alle aziende degli altri continenti che già da tempo usano queste tecniche di miglioramento genetico. 

L'assessore regionale Alessio Mammi e il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Montroni 

L'assessore regionale Alessio Mammi ha sottolineato l'importanza dell'innovazione: "Abbiamo stanziato 24 milioni per proteggere i frutteti e abbiamo ricevuto richieste per 26 ma finanziamo tutti. Abbiamo altri 40 milioni da mettere a bando per rete anti brina e tutti gli strumenti che permettono di salvare la produzione". 

Daniele Montroni presidente di Legacoop  ha difeso la Pac che si vuole ridimensionare: "Non possiamo smontare la Pac se vogliamo politiche agricole comuni e costruire  l'Europa. Dobbiamo migliorare la politica agricola comune non indebolirla se vogliano l'Europa competitiva".  Su Apofruit: "Rappresenta un modello esemplare di cooperazione agroalimentare radicata nei territori. I 140,8 milioni di euro distribuiti ai soci, i quasi 1,6 milioni di quintali conferiti e i 378,5 milioni di valore aggregato di gruppo confermano la solidità e la capacità redistributiva della cooperativa".

Ovvero "Insieme è meglio che da soli", come si legge nello schermo di Apofruit che in 65 è cresciuta grazie a un modello d'impresa basato sullla cooperazione. 

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