E' avvolta nel mistero l'apertura dell'hub di Jesi (Ancona) di Amazon. Prevista per la metà del 2025, oggi è ancora ignota la data di inizio dell'operatività. Quello che non torna, però, è che all'apparenza sembrerebbe tutto pronto: l'edificio c'è, i parcheggi pure, addirittura il verde per renderlo più armonico con il contesto appare perfetto. Ma i battenti restano chiusi.
Correva l’anno 2023
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo al 2023, quando venne annunciato ufficialmente l’arrivo di Amazon a Jesi, nel cuore delle Marche. La notizia, riportata da diverse testate tra cui Ansa, fu ripresa anche da myfruit: il 23 febbraio di quell'anno ci interrogavamo sulla presenza, o meno, dell'ortofrutta nella nuova piattaforma.
L’idea di ospitare un centro logistico del colosso dell’e-commerce all’interno dell’area dell’Interporto Marche, in zona Coppetella, venne salutata con grande entusiasmo dal territorio interessato: d'altro canto Amazon prometteva un investimento complessivo di circa 180 milioni e la creazione di oltre mille posti di lavoro stabili nei primi tre anni di attività.
La piattaforma avrebbe dovuto essere operativa entro la metà del 2025, ma già allora si sapeva che si trattava di un progetto complesso, da integrare con le reti autostradali e ferroviarie della valle dell’Esino e con i collegamenti verso il porto di Ancona. La prospettiva era quella di creare uno dei poli più avanzati d’Italia, capace di servire in tempi rapidi il mercato dell’Adriatico e del centro Europa. L’entusiasmo fu tale che molte aziende locali iniziarono a investire in vista dell’apertura, convinte che l’arrivo di Amazon avrebbe innescato un effetto domino sull’indotto della logistica, dei trasporti e dei servizi.
Un edificio già visibile
A due anni di distanza, il profilo dell’hub è ormai parte del paesaggio industriale della Vallesina. La grande struttura è un complesso moderno e lineare che occupa quasi 240mila metri quadrati di superficie complessiva, in cui l’edificio principale si sviluppa su più livelli — tre, secondo i documenti edilizi — per un’altezza di circa 27 metri. Il progetto, curato dalla società Techbau per conto di Amazon, integra ampie aree di parcheggio per auto e camion, un sistema fotovoltaico di potenza superiore a 4 megawatt e un articolato impianto di raccolta e riciclo delle acque piovane.
Una delle particolarità più citate è il cosiddetto muro verde: migliaia di piante e arbusti autoctoni rivestono parte delle facciate per ridurre l’impatto visivo e migliorare l’efficienza energetica. Anche l’amministrazione comunale ha previsto opere di compensazione ambientale, tra cui un nuovo parco alberato nella zona della Coppetella, finanziato dalla stessa azienda.
Tutto, insomma, sembrerebbe pronto per l’avvio. Lo stesso amministratore delegato di Amazon Italia Logistica, Lorenzo Barbo, nel marzo 2024 - dunque un anno e mezzo fa - dichiarava all’Ansa: "L’edificio già c’è, manca la parte più interna".
I motivi del silenzio
Ma se l’edificio c'è ed è pronto, perché non apre? Le ipotesi non mancano, anche se nessuna finora è definitiva e co fermata. Ufficialmente, Amazon ha ribadito più volte che il centro entrerà in funzione “solo quando tutte le condizioni operative e di sicurezza saranno verificate”. In pratica, si attende il completamento dei collaudi interni, l’installazione dei sistemi automatizzati e la formazione del personale. L’hub, infatti, dovrà ospitare linee di smistamento e robot di nuova generazione, analoghe a quelle dei centri europei più avanzati: un’infrastruttura di questo tipo richiede test e certificazioni molto rigidi.
Dall’altra parte, anche la componente territoriale ha un peso. L’Interporto Marche, che ospita l’insediamento, è stato oggetto fino a settembre 2025 di un grande intervento di riqualificazione, con lavori di adeguamento viario, efficientamento energetico e ampliamento delle strutture direzionali.
Solo dopo il completamento di queste opere l’area può essere considerata pienamente funzionale per un traffico merci di livello europeo. Non va poi dimenticato che la burocrazia locale ha rallentato alcuni passaggi tecnici: le varianti urbanistiche, i collaudi delle opere di urbanizzazione e i pareri di compatibilità logistica hanno richiesto più tempo del previsto.
Secondo fonti istituzionali, l’apertura è ora attesa entro la fine del 2025, ma senza una data precisa. Le imprese dell’indotto, intanto, cominciano a mostrare segni di impazienza. Ma non resta che attendere.