Salute e benessere

03 luglio 2025

Alimentazione, fronte comune contro l'obesità

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La battaglia all’obesità continua e si fa sempre più seria tanto da rendere necessario un fronte comune per promuovere, a una sola voce, uno stile alimentare più sano in cui frutta e verdura hanno un ruolo di primo piano. 

Nasce da questa esigenza, come racconta Michael Barker su Fruitnet.com, la prima collaborazione a livello mondiale tra istituzioni, produttori, retailer del settore alimentare per affrontare insieme il problema e cercare di porre un freno a tutte le sue conseguenze negative sulla salute che inevitabilmente si ripercuotono sul sistema sanitario. 

Obiettivo: alleggerire la pressione sul sistema sanitario

Com’è noto l’obesità è correlata a diverse patologie, dal diabete ai problemi cardiaci. Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio detto. Niente di più corretto: piuttosto che sostenere i costi delle cure, la via migliore per il governo britannico è puntare sulla prevenzione cercando di modificare la visione stessa del cibo agli occhi del consumatore, facendo in modo che la scelta salutare diventi una scelta facile. 

Come riuscirci? Il punto di partenza è il Piano decennale per la salute del governo britannico, che prevede nuovi standard per i grandi retailer al fine di rendere il paniere medio dei prodotti venduti più ricco di alimenti sani. 

Ciascuna azienda potrà poi applicare le nuove indicazioni come meglio crede: dalla riformulazione delle ricette a una nuova disposizione della merce sugli scaffali, dagli sconti alla modifica dei programmi di fidelizzazione. Tutto purché spinga le azioni vadano verso scelte alimentari sane

Obesità, basterebbe poco per invertire la tendenza

Fruitnet.com evidenzia che il Regno Unito è al terzo posto in Europa per tasso di obesità tra gli adulti: una situazione che costa al loro servizio sanitario nazionale 11,4 miliardi di sterline all'anno, tre volte il budget per i servizi di ambulanza. 

A partire dagli anni ’90, l’obesità è aumentata anche fra i più piccoli. Secondo il rapporto del Chief medical officer, che sarà pubblicato a breve, più di un bambino su cinque soffre di obesità già alla fine della scuola primaria, con un aumento fino a quasi uno su tre nelle aree con maggiori livelli di povertà. 

Eppure non servirebbe molto per invertire la tendenza. Secondo gli esperti, basterebbe ridurre di appena 50 calorie l’apporto nella dieta quotidiana dei bambini per evitare il problema dell’obesità a 340.000 bambini e due milioni di adulti. 

Allo stesso modo, se coloro che sono in sovrappeso riducessero l'apporto calorico di sole 216 calorie al giorno, pari a una sola bottiglia di bevanda gassata, l'obesità verrebbe dimezzata. Il passo determinante tuttavia è far comprendere ciò ai consumatori stessi: gli unici chiamati a scegliere davanti alla variegata offerta commerciale. 

Il ruolo di produttori e Gdo

È proprio in quest’ottica che il governo del Regno Unito ha scelto di lavorare soprattutto sulla prevenzione, mettendo in campo una partnership con altri attori del settore con l’obiettivo di giocare d’anticipo. Secondo Wes Streeting, segretario alla Sanità e all'assistenza sociale, se non si ferma la marea crescente dei costi e della domanda, il servizio sanitario nazionale rischia infatti di non essere più sostenibile. 

"L'ambizione di questo governo – ha dichiarato a Fruitnet.com - per i bambini di oggi è che facciano parte della generazione di bambini più sana di sempre. Con le misure che stiamo adottando, possiamo dare a ogni bambino un inizio di vita sano". 

Il segretario all'Ambiente Steve Reed ha sottolineato il ruolo di agricoltori e rivenditori: “La nostra strategia alimentare riunirà il piano sanitario, i produttori alimentari e i dettaglianti per assicurarci di poter nutrire la nazione in modo più sano e allo stesso tempo far crescere il successo economico del nostro settore alimentare". 

Reed ha spiegato inoltre che la politica prevede che tutte le grandi aziende alimentari rendano conto delle vendite di alimenti sani. In questo modo si opererà con trasparenza e si incoraggerà il consumo di prodotti sani. 

“Il governo – ha aggiunto - fisserà poi degli obiettivi per aumentare la salubrità delle vendite nelle comunità di tutto il Regno Unito e collaborerà con il Food strategy advisory board per definire la sequenza di questa politica. 

Supermercati pronti a fare la loro parte

L'iniziativa è stata ben accolta da vari retailer. Ken Murphy, amministratore delegato del gruppo Tesco, ha dichiarato: "Tutte le aziende del settore alimentare hanno un ruolo fondamentale nel fornire alimenti sani e di buona qualità a prezzi accessibili. Noi di Tesco misuriamo e pubblichiamo le nostre vendite di alimenti più sani già da diversi anni: crediamo che sia fondamentale per una politica più basata su dati concreti e per interventi sanitari più mirati”. 

Tesco ha chiesto la rendicontazione per tutti i supermercati e le principali aziende. “Siamo ansiosi – ha aggiunto Murphy - di lavorare con loro sui dettagli dello standard per gli alimenti sani e sulla sua attuazione da parte di tutte le aziende alimentari interessate". 

Simon Roberts, amministratore delegato di Sainsbury's, ha dichiarato: "Da molti anni sosteniamo la necessità di una rendicontazione sanitaria obbligatoria in tutto il settore alimentare. L'annuncio del governo è un passo avanti importante e positivo per aiutare la nazione a mangiare bene. Affinché queste azioni abbiano un impatto reale e duraturo, abbiamo bisogno di condizioni di parità in tutto il settore alimentare”. 

Giles Hurley, Ceo di Aldi Uk, ha aggiunto: "Dalle nostre offerte Super 6 su frutta e verdura fresca, alla nostra partnership con TeamGB e ParalymicsGB, sappiamo quanto sia importante una dieta nutriente per i nostri clienti. Continueremo a riferire sulle nostre vendite di alimenti più sani e non vediamo l'ora di lavorare con il governo e l'industria per garantire che i clienti abbiano sempre accesso a cibi sani a prezzi accessibili”.

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