Astronauta e pure agricoltore, ma sempre in orbita. Franco Malerba nello spazio vuole anche coltivare. Per decollare su questa innovativa attività ha fondato Space V, startup dedicata alla coltivazione di piante e verdure sopra la nostra terra.
Come fare? Space V - ha presentato la sua creatura alla 13esima edizione di Euroflora a Genova - ha realizzato un prototipo di serra spaziale, progettata per essere sperimentata nella stazione spaziale internazionale.
Frutta e verdura spaziale per i turisti e i lavoratori in orbita
Lo spazio non è solo "terra" per gli astronauti, grazie ai programmi delle società SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic sempre più è interpretato come destinazione turistica.
La startup di Malerba spiega che la serra è "progettata per essere sperimentata nella stazione spaziale internazionale, per far parte delle future stazioni orbitanti commerciali e più ancora degli avamposti abitati lunari nell’ambito del programma Artemis della Nasa". Insomma, c'è un programma oltre il prototipo.
Il futuro del cibo, anche nello spazio?
Se i programmi turistici e di popolamento dello spazio avranno successo ci sarà da nutrire a "chilometro zero" i residenti e le persone di passaggio. Ma l'aspetto più interessante è la sperimentazione stessa e le ricadute verso la terra.
Sappiamo bene che la ricerca spaziale, sempre più finanziata anche in Italia grazie agli investimenti sulla space economy, ha permesso grandi sviluppi sul nostro pianeta. A iniziare da Internet. Fu la Nasa a creare la prima connessione veloce per coordinare gli spostamenti e le comunicazioni con la squadra di astronauti dell’Apollo 11. Come sottolineano dal team di Space V si sta coltivando una "visione pionieristica del futuro del cibo vegetale"
Aumentare la produzione con la tecnologia spaziale
I nostri produttori si lamentano della difficoltà nella produzione a causa dei cambiamenti climatici e del minore accesso alle soluzioni chimiche permesse in passato. Che fare? Si può puntare su tecnologie pulite che garantiscono lo stesso obiettivo: superare le criticità attuali.
Il dispositivo della società di Malerba prende il nome di Adaptive vertical farm (Avf), una tecnologia brevettata da Space V. Di cosa si tratta? "Una serra a struttura multipiano dinamica, capace di adattarsi alla crescita delle piante, raddoppiando la resa produttiva rispetto alle serre verticali tradizionali. Si tratta di una soluzione altamente efficiente, pensata per rispondere alle esigenze nutrizionali degli astronauti impegnati in missioni di lunga durata, riducendo altresì i consumi energetici in modo significativo".
E fin qui siamo in orbita, ma Malerba e soci sono convinti delle "importanti ricadute anche per le serre a terra, in ambienti climaticamente estremi o isolati come piattaforme offshore, sommergibili, deserti o zone polari". Purtroppo le difficoltà di produzione oggi si riscontrano anche in zone teoricamente fertili, ma dove negli ultimi anni si è assistito anche alla perdita del 70% dei volumi a causa del cambiamento climatico.