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Packaging e Tecnologie

Danni da gelate tardive: tutti i metodi per difendersi

Dai modelli previsionali alla genetica, passando per candele, irrigazione, bruciatori. Ecco come combattere il gelo

Quelle tardive sono in assoluto le gelate più temute, perché si verificano quando le piante sono in vegetazione. Il ritorno del freddo, lo si sta vedendo in questi giorni, fa danni ovunque e le vittime sono soprattutto gli alberi da frutto. Ma come difendersi dai danni da gelo? Nell’era dell’agricoltura 4.0 e dei big-data, la prima cosa da fare è predirne l’arrivo, in modo da agire tempestivamente.

Big-data: prevenire è meglio che curare

Se, fino a ieri, un termometro professionale e una capannina meteo al riparo dai raggi solari erano la soluzione per conoscere, con anticipo, l’arrivo del gelo, oggi i big data permettono di dare vita a sistemi di supporto alle decisioni sofisticati basati sulle previsioni meteo. I quali, grazie a sensori e sistemi alert, consentono di conoscere l’arrivo del freddo con un anticipo anche di tre giorni, in modo da mettere in atto la strategia di difesa per tempo. Sono numerosi quelli in commercio e sono semplici da installare e, soprattutto, da consultare: basta uno smartphone.

Un aiuto per prevenire il gelo arriva anche dalla genetica: nelle zone particolarmente colpite, meglio orientarsi su varietà e cultivar a ripresa vegetativa ritardata. Infine, sempre in un’ottica di prevenzione, si può impiegare la chimica, inserendo a calendario trattamenti finalizzati a ridurre gli impatti negativi provocati dagli eventi di stress e ad aumentare e uniformare la pezzatura dei frutti.

Liquidi e candele, i metodi tradizionali

Un sempreverde metodo di difesa dalle gelate tardive è il liquido antigelo mescolato con i fertilizzanti che, nel caso di orticole e arboree da frutto, può essere dato anche direttamente sulle foglie. Utili, sempre, anche le barriere frangivento.

Un altro evergreen sono le candele antigelo, il generatore di calore più antico, ma non per questo scevro da difetti. Le candele, infatti, pur se efficaci, producono inquinamento, dunque meglio scegliere quelle a base di cera al 100% vegetale, evitando i derivati del petrolio. Il vantaggio è invece la tempestività di impiego: si posizionano in poco tempo.

Miscelatori di aria e bruciatori, si punta sul caldo

Frostbuster di Agrofrost

Più sofisticati delle candele sono i miscelatori di aria, ossia pale montate su un supporto alto una decina di metri che, azionate da un motore, convogliano l’aria calda degli strati alti dell’atmosfera verso il terreno. Un miscelatore copre, mediamente, tre ettari di terreno. Oppure si può optare per vere e proprie macchine (trainate o montate a 3 punti) dotate di ventilatori che si azionano dalla presa di forza del trattore. In pratica, un bruciatore a gas riscalda l’aria raggiungendo temperature molto alte, fino a 80 gradi. L’aria riscaldata viene soffiata tra i filari: il sistema compre fino a dieci ettari di superficie.

Un aiuto dall’irrigazione

In alternativa, si può impiegare l’acqua la quale, nel processo di trasformazione dallo stato liquido allo stato solido, rilascia calore. Il principale vantaggio dell’impiego dell’acqua per contrastare le gelate è la polivalenza dell’impianto, che può essere utilizzato anche per la fertirrigazione o i trattamenti fitosanitari. Gli svantaggi sono i costi – dell’impianto e dell’acqua – e il ristagno idrico nel terreno.

A seconda della coltura, si possono utilizzare sistemi di aspersione sopra o sotto chioma. Nel primo caso meglio scegliere irrigatori ad alta velocità di rotazione, che permettono di regolare i quantitativi di acqua necessari. In pratica, con questo metodo, si bagna la chioma dell’albero e si utilizza il ghiaccio come protettore. Nei sistemi sotto chioma, invece, si bagna l’interfilare inerbito: in pratica si sfrutta sempre il calore ceduto dall’acqua nella fase di passaggio da liquido a solido, ma è il manto erboso a ghiacciare. Pertanto, più l’erba è alta, maggiore sarà la superficie di scambio del calore prodotto.

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