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Agricoltura che cambia: l’esperienza della Pina

Avvenire propone un ironico ritratto di un “imprenditrice agricola”, intraprendente e con le idee chiare

Una volta contadino faceva rima con “scarpe grosse e cervello fino”. Oggi, secondo il quotidiano l’Avvenire, alle scarpe grosse si sono sostituite zeppe più modaiole, che accompagnano un tailleur alla moda. Il ritratto ironico dell’agricoltura che cambia in questo terzo millennio di grandi incognite per il settore primario italiano è di Filippina Alagia, imprenditrice agricola laureata trapiantata in Brianza, che ha sposato il biologico e la filosofia “km zero” senza ideologie, ma per lunga tradizione famigliare. No pesticidi, no diserbanti, gli ortaggi della Pina (tutti la chiamano così) finiscono in buste già pronte che lei stessa prepara e vende, attingendo ai pochi ettari coltivati. Circa 200 le borse preparate ogni settimana, vendute mettendoci la faccia e consegnando anche a domicilio: se questa piccola rivoluzione “dal basso” non salverà l’agricoltura italiana, almeno potremo dirci che “la Pina” ci avrà provato. Con gusto.

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