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Sant’Orsola strappa la Cofav a «La Trentina»

Nella OP Trentina rimangono soltanto la Sor e la Soa

Sant’Orsola liquida il marchio «Trentina»

L’accordo stretto tra i frutticoltori
crea uno scenario del tutto nuovo
Una rivoluzione nel settore commerciale con l’Op

di Roberto Gerola

PERGINE. Con gli accordi intercorsi tra Pergine e Caldonazzo, nel giro di qualche mese sarà operativa la nuova «organizzazione produttori» (O.P.) tra «Sant’Orsola» e Cofav Caldonazzo, per cui si prospetta una rivoluzione a livello di Trentino nel settore commerciale della frutticoltura. E la prima conseguenza sarà il notevole indebolimento della realtà finora rappresentata dalla «Trentina».
Chi illustra la complessa situazione è un operatore che conosce molto bene i meccanismi del settore frutticolo perginese e che quindi è in grado di dare un quadro piuttosto preciso della situazione.
La «Trentina», come «O.P.», in un primo tempo comprendeva una quindicina di consorzi: in pratica tutti quelli che non si trovavano all’interno di «Melinda». Vale a dire: Valdadige di Mezzocorona, Cinque Comuni di Lavis, Sor di Mezzolombardo, San Carlo di Trento, Cofrut di Mattarello, Soa di Aldeno, Sav di Rovereto, Cbs del Basso Sarca, Valle dei Laghi (Sarche), Coop C4 di Pergine, Copas di Susà, Cofav di Caldonazzo, Levico Frutta e Cobav Villagnedo.
Una prima «rivoluzione» aveva registrato sostanziali modifiche a questo assetto commerciale della frutticoltura. In tempi successivi si erano, infatti, costituite quattro differenti (e autonome) «O.P.». Per prima si era costituita la «Serene» formata da Valle dei Laghi (Sarche), Levico Frutta e Cobav Villagnedo; poi, recentemente, la «Paganella» (Trento Nord) con Valdadige (di Mezzocorona, che aveva incorporato la «San Carlo» di Trento) e la Cinque Comuni di Lavis; infine, la «Valli del Trentino» (Trento Sud) costituita da Sav Rovereto, Cofrut di Mattarello e Cbs Basso Sarca. Nella «Trentina» erano rimaste: Coop C4 di Pergine (costituita nel 1983), Cofav Caldonazzo, Soa di Aldeno, Sor di Mezzolombardo. La «Sant’Orsola» (Associazione produttori agricoli di Sant’Orsola costituita a Sant’Orsola nel 1979 e poi trasferitasi a Pergine), aveva nel frattempo (nel 1998) incorporato la Copas di Susà, e da anni ormai rappresenta un’ «O.P.» per conto proprio.
Da chiarire che per costituire un’«O.P.», tra i requisiti fondamentali, occorre che il fatturato superi i 20 miliardi di lire. Occorre dire ancora che «Sant’Orsola», da sola, raggiunge i 50 miliardi di lire circa.
Dopo l’intesa a livello commerciale decisa tra «Sant’Orsola» e Cofav Caldonazzo, viene costituita una nuova «O.P.» e la Cofav, entrando nella «Sant’Orsola», lascia la «Trentina» che rimane soltanto con Sor di Mezzolombardo e Soa di Aldeno, in quanto la Coop C4 di Pergine (16 miliardi di fatturato) ha avviato le procedure per la fusione nella «Sant’Orsola». L’accordo prevede tra l’altro la individuazione di due poli di lavorazione: a Caldonazzo per le mele e a Pergine per i piccoli frutti. Con l’uscita di Cofav Candonazzo e C4, nella «Trentina» vengono quindi a cadere i numeri necessari (entità del fatturato) per essere un’ «O.P.». Tutto da verificare cosa succederà per il marchio. Questa nuova «sistemazione» viene considerata come un passo in direzione di un’omogeneizzazione territoriale dell’offerta sul mercato frutticolo.
Il tutto in funzione di un miglioramento sostanziale per quanto concerne il prodotto da portare sul mercato, con relativi riduzioni di spese, utilizzo di sinergie e maggiori possibilità di raggiungere la grande distribuzione. L’operazione viene intrapresa soprattutto con l’intento e la convinzione di migliorare la redditività del socio produttore.

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