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Logistica e Trasporti

L’autotrasporto non si ferma, ma a Genova riprendono gli scioperi

Salva l’ortofrutta siciliana, ma con il fermo del terminal Pra’ si temono rallentamenti nella gestione dei picchi natalizi. Il nodo Austria

In Sicilia è stato sospeso lo sciopero dei trasportatori annunciato per questa settimana, dall’8 al 12 novembre. Gli autotrasportatori hanno infatti deciso di non aggravare la situazione della movimentazione delle merci, in particolar modo dell’ortofrutta. Sul tavolo restano le questioni da risolvere, ossia l’impennata dei prezzi del carburante, le tariffe del traghettamento, i tempi di carico e scarico, ma il Governo ha promesso di affrontarle.

Al porto di Genova, invece, riparte oggi lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto. Un fermo che si protrarrà fino a domenica 14 novembre e che quindi mette sempre più a rischio la gestione dei picchi di consegna merci tipica del periodo natalizio.
E meritano attenzione anche i limiti che l’Austria vuole imporre al transito dei veicoli industriali, tanto che la Baviera ha chiesto l’intervento di Ursula von der Leyen.

Il trasporto non si ferma nel rispetto dell’ortofrutta

“Ringrazio le associazioni – ha detto ieri Marco Falcone, assessore regionale ai trasporti – e ogni singolo autotrasportatore per il senso di responsabilità mostrato nel soprassedere sul preannunciato fermo dei camion. Il governatore Musumeci ha recepito le preoccupazioni degli autotrasportatori siciliani, preso l’impegno ad aprire una interlocuzione con il Governo nazionale e chiedere un tavolo con i presidenti delle commissioni trasporti di Camera e Senato perché servono modifiche normative urgenti su diverse questioni che provocano oggettivamente molti disagi alla categoria”.

“Comprendiamo le motivazioni – ha dichiarato Giorgio Stracquadanio del Cna Fita – ma sappiamo anche che un blocco di questa portata causerebbe dei danni significativi. Parliamo di decine di migliaia di piccole imprese che lavorano nella cosiddetta fascia trasformata che mette insieme aziende del settore ortofrutticolo, commerciale, del packaging e dell’autotrasporto. Oltre il 23% della produzione orticola nazionale ricade in quest’area e in questo periodo la stessa entra in produzione. Il trasporto collegato a questa filiera è fondamentale ma non ha trovato mai rispetto agli imbarchi, non ha nessuna precedenza. Il blocco graverebbe ulteriormente sul settore e poi, per effetto domino, su tutta la filiera”.

” Vista l’importanza della produzione ortofrutticola siciliana è evidente che si rischiava un effetto a catena su tutta la filiera – ha confermato Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati – E’ fondamentale aver evitato uno sciopero  che avrebbe causato un contraccolpo durissimo al mondo della produzione siciliana, agli operatori grossisti dei mercati siciliani e non solo. Ci auguriamo che il dialogo al ministero proceda spedito, come Italmercati continueremo a monitorare la situazione, disponibili a intervenire in eventuali tavoli di confronto che tengano conto delle esigenze di mercati, operatori, produttori, trasportatori”.

Sciopero a Pra’, Spediporto: “Natale a rischio”

E’ invece confermato, a partire da oggi lunedì 8 novembre, lo sciopero di una settimana al terminal di Pra’ del porto di Genova. I lavoratori si fermeranno un’ora all’inizio e un’ora alla fine del turno da oggi fino a domenica 14 novembre per il mancato rinnovo del contratto integrativo. Il rischio è facilmente immaginabile: rallentamenti fino ad arrivare ad avere merci ferme in banchina, tir incolonnati per entrare in porto, ripercussioni sul traffico sia in città, che sul nodo autostradale.

“Con queste continue proteste – ha commentato il direttore generale di Spediporto, Giampaolo Botta – viene messa in seria discussione la produttività di tutto il sistema logistica proprio in un periodo dove i volumi delle merci sono ai massimi livelli annuali e il rischio è che molti prodotti, soprattutto alimentari, arrivino con grande ritardo sugli scaffali di negozi e supermercati”.

Austria: Italia e Baviera contro le restrizioni del traffico

Un’altra situazione che potrebbe generare non pochi disagi al traffico merci europeo riguarda la presa di posizione dell’Austria, la quale ha annunciato un ampliamento (da luglio 2022) del divieto di circolazione dei mezzi pesanti ritenuti inquinanti. L’estensione, che deve essere autorizzata dalla Commissione europea, prevede l’applicazione delle restrizioni di circolazione anche ai veicoli industriali con motore Euro 6 immatricolati prima del primo gennaio 2021. Nella pratica, potrebbero circolare solo tir che in questo momento hanno un’età inferiore all’anno. Le associazioni dell’autotrasporto italiane già da tempo chiedono l’intervento di Bruxelles contro questi divieti, tanto che Anita, Fai e Fedit (associazioni autotrasporto) nelle scorse settimane avevano annunciato l’avvio di un’azione legale contro la Commissione europea di messa in mora per non azione nei confronti dell’Austria.

Ora anche la Baviera non ci sta e chiede una posizione chiara della presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Queste restrizioni – ha puntualizzato il ministro dei trasporti Kerstin Schreyer – non riducono il traffico, casomai lo ostacolano, poiché causano enormi problemi di traffico, congestione e ostruzioni”.

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