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Ingrosso

Dai mercati: pochi ortaggi in Sicilia, uve a 2 euro

Buone quotazioni per le pesche, arrivano le prime castagne, ancora arance, limoni e pompelmi dal Sudafrica

Colpo di coda per la frutta estiva che complice il caldo ben sopra i trenta gradi è sempre richiesta nonostante in alcuni mercati siano già arrivate le castagne. Frutto simbolo dell’autunno. Sugli ortaggi c’è poco prodotto come confermano dalla Sicilia a myfruit.it e i prezzi su alcune referenze volano. In un mercato primario come quello di Vittoria, fornisce gli altri mercati all’ingrosso, il pomodoro a grappolo tocca i 2 euro il chilo.  Sul fronte agrumi continua la presenza sudafricana, ma fanno capolino le prime partite del Miyagawa siciliano.

In Sicilia c’è poco prodotto, pomodoro a grappolo a 2 euro

Giuseppe Zarba, presidente di Fedagro a Vittoria, è sintetico ma molto chiaro nel descrivere la situazione: “Prodotto ce n’è veramente poco“. Ecco le quotazioni del mercato di produzione: “Ciliegino massimo 2,20 euro il kg, Datterino rosso e giallo a 4 euro, Piccadilly 1,40, Ovetto verde 2,30, pomodoro rosso a grappolo 2 euro”. Questi i prezzi dei pomodori. Seguono melanzana tonda 1,20 euro il kg,  viola 1,90, peperoni rossi e gialli quotano 1,70 euro, la zucchina 1,20. Infine le uve con l’Italia a  1,50 e la Red globe a 1,20 euro il chilo“.

Gli ortaggi negli altri mercati? Le zucchine scure lunghe di calibro piccolo (7/14) in media sopra i 2 euro, il medio (14/21) scende anche a 0,70 come oggi a Verona per toccare i 2 euro a Bologna ma il prezzo medio è 1,30/150 euro il kg. Ampia forbice per il pomodoro a grappolo con anche prodotto olandese che quota 2,10 a Napoli, 2,30 a Firenze e 1,50 a Padova. I Datterini sono sui 4 euro e oltre in tutti i mercati, i ciliegini piccoli tra i 2 e i 3 euro il kg. Oltre i 2 euro il Piccadilly.

Poca e con calibri piccoli la frutta secca nazionale

Il capitolo frutta secca myfruit.it lo legge insieme a Marco Zaniboni dell’azienda Laffi Giorgio del mercato di Bologna. “Manca prodotto oppure non  sempre è conforme come calibro e qualità  per via di un’annata caratterizzata da diverse problematiche legate al clima: grandine e siccità,  troppo freddo e troppo caldo”.

I legumi?  “Hanno la loro nicchia, con poco prodotto italiano anche se abbiamo per esempio il fagiolo borlotto Lamon di Cuneo, e stanno arrivando i fagioli canadesi e argentini, quest’ultimo Paese è  leader con i cannellini. I ceci sono quasi tutti messicani, il raccolto italiano  ancora non c’è, stanno selezionando il prodotto. In ogni caso i  legumi si vendono perché sono entrati nella dieta salutista. Grande richiesta anche per farro e orzo. Resistono anche i prodotti della tradizione come i  sughi d’uva – in particolare in provincia di Reggio Emilia e Bologna, anche se  non sono numeri importanti anche perchè hanno chiuso i negozianti  tradizionali che conoscevano il prodotto”.

Marco Zaniboni

Restiamo nel tradizionale: “Proprio oggi abbiamo scaricato un bancale di  farina di castagna perchè iniziano le sagre paesane in molti centri,  soprattutto di montagna”.

Poche e piccole le nocciole

Si vendono le nocciole, ma sono quelle statunitensi. “Le nocciole italiane sono pochissime  anche a Viterbo e con calibro piccolo. Le nuove arriveranno dall’Oregon e  anche dalla Francia seppure siano con calibro piccolo per problemi legati alla siccità”. La Turchia ? “Ora vendono verso altri mercati (India, sud est asiatico…) e cercano di spuntare prezzi considerati molto alti da tutti gli importatori italiani con conseguente disagio e malumore. Sappiamo poco anche delle noci italiane. Sono arrivati i fichi secchi dalla  Grecia  ma non c’è tanto prodotto” .Come in Italia dove i fichi freschi all’ingrosso hanno quotato anche 6 euro il chilo.

Capitolo mandorle: “Arrivano soprattutto dalla California poi c’è  poco prodotto dalla Spagna. Le vendiamo bene perché è ormai abitudine mangiarne  almeno otto al giorno o 30 grammi. Parliamo del prodotto sgusciato. Anche se c’è una piccola ripresa anche per il guscio, a iniziare dalle noci cilene che  hanno avuto più mercato  dell’anno scorso dopo due annate tristi”.

Altri prodotti? “E’ un prodotto di nicchia ma c’è richiesta di origano secco siciliano, poi si registra abbastanza vendita del disidratato usato al posto del prodotto fresco per esempio nelle gelatiere e va soprattutto il ginger, poi molto  ananas, papaya, kiwi e fragole“.

Infine, le prugne secche: “Con prodotto francese a prezzi sostenuti  a causa di buchi nella produzione, ma c’è anche un buon prodotto dal Cile  e qualcosa di italiano da uno stabilimento vicino Modena.  Dalla California sempre meno prodotto sfuso, si ha soprattutto il confezionato con le grandi marche”.

Tengono il prezzo le uve, bene la senza semi ma senza gran distacco

Sono in calo le uve, ma quelle di prima categoria  tengono i 2 euro il kg. Ecco le quotazioni nei mercati della bianca Italia: Torino (1,90), Padova (2), Bergamo (1,80), Firenze (2,50),  Roma (1,80), Cesena (2,50), Cagliari (1,50). La seconda da 1 a 1,30 euro il chilo. La Pizzutella extra supera anche i 3 euro, la prima categoria da 1,90 (Torino)  ai 3 euro di Rimini passando per Bergamo (2,30), Firenze (2,70), Padova (2,20).  Bene la senza semi ma senza un gran differenziale di prezzo. Il prodotto extra oscilla da 2,80/3 euro  e la prima categoria da 1,80 (Torino) e 1,50 (Verona) a 3 euro (Cesena) passando per quotazioni intermedie a Padova (2,20), Bergamo (2,30) e Firenze (2,70).

Si vedono le prime castagne a 6 euro il kg

Le prime castagne si vedono in alcuni mercati e registrano quotazioni dai 6 ai 6,50 euro il kg, per prodotto alla rinfusa in sacchi da 5 chili.  Ci sono anche le noci fresche.  Al mercato di Firenze vendono prodotto  campano con calibro  28 + e quotazioni da 3 a 3,60 euro il chilo. A Milano qualche cent in più. A Padova si sale a 4,50 euro il kg e a Verona a 3,30 euro il chilo.

I fichi non sono abbondanti, c’è prodotto spagnolo la varietà nera turchese che quota dai 4 ai 5 euro il chilo. I verdi in vaschetta sono italiani e quotano dai 3 ai 5 euro con  vette oltre i 6. I fichidindia con 14 pezzi dai 2 ai 3 euro il kg, i 18 pezzi tra 1,50 e 2 euro il kg mentre i calibri più piccoli sono intorno all’euro.

Il listino agrumi con la novità Miyagawa

Cambia poco ma inizia a muoversi il Mediterraneo. A iniziare dalla Sicilia con il  miyagawa che arriva in alcuni mercati. I limoni con la varietà Eureka arrivano  dall’Argentina  e dal Sudafrica e quotano 1,30 euro il kg, ma nella gran parte dei mercati si arriva a 1,50 euro e oltre. Sempre dal Sudafrica arrivano i pompelmi rosa  che quotano  da 1,20 a 1,40 euro il chilo. Quotazioni simili per i gialli.

Agrumi peruviani e argentini al mercato di Milano

Sulle arance c’è la varietà Navel Late dal Sudafrica  che quota spesso sopra 1,50 euro il kg mentre la varietà Valencia Late è di origine sudafricana, greca e spagnola  con quotazioni da 1,30 a 1,50 euro il chilo. Ci sono anche agrumi dal Perù.

Bel tempo per le pesche

Sulle albicocche siamo ai titoli di coda con le varietà tardive, pochissima merce con quotazioni su 1,80/2 euro il kg. Continua invece la campagna delle pesche dove c’è prodotto in particolare con origine siciliana che nei calibri più grandi  supera abbondantemente i 2 euro  fino a raggiungere 2,50 euro il chilo. Per la doppia AA  si scende sotto i 2 euro il kg e per i calibri più piccoli si è intorno all’euro.

Sulle Percoche c’è prodotto locale in Sardegna   tra 1,30 e  oltre i 2 euro a seconda del calibro. Nelle altre piazze prezzi simili. Quotazioni da 1,70 a 2,20 euro il kg per la platicarpa sia da Italia che Spagna. Tante varietà di susine  con quotazioni diversificate che partono da 1 fino a oltre i 2 euro.  Sui mercati si ha President, poi Regina Claudia dalla Spagna abbondantemente sopra i 2 euro  e fino a 2,70 euro, la Stanley da 1 euro  fino a 2 euro il chilo.

Angurie da 0,30 euro, bene i meloni

Il caldo allunga la campagna già buona delle angurie. C’è prodotto soprattutto lombardo. Le quotazioni partono da 0,30 euro il kg ma arrivano in alcune piazze anche a 0,60 euro. Quotazioni più alte per il melone. L’extra liscio origine Mantova può raggiungere anche i 2 euro il kg, sopra l’euro e in media su 1,50 il retato.  Il giallo in media sotto l’euro.

I kiwi arrivano da Nuova Zelanda e Cile,  Zespri da 120/130 grammi quota  da 3,50 a quasi 5 euro. Le fragole  sono soprattutto del Trentino e Lessinia e registrano quotazioni sostenute da 4,50 ma spesso sopra i 7 euro il kg. Abbondanze di mele. Vediamo le quotazioni alla Royal Gala di pianura da 0,90 a 1,30 euro il kg, la Golden  Delicious  calibro  75/80  a marchio Melinda  con diverse quotazioni: Roma (1,70 euro il kg),  Verona (1,55),  Cesena (1,50).

Listino esotico con avocado, mango e papaya

L’avocado Hass è soprattutto di origine peruviana è quota in media dai 3 ai 5 euro. Costa un po’ meno il Pinkerton sudafricano che parte da meno 3 euro il kg  e tocca i 4 euro. Il passion fruit colombiano oscilla tra i 5 e i 6,50 euro il kg.  Sui manghi c’è sia origine brasiliana che spagnola, israeliana e messicana. La forbice è abbastanza alta  è parte da poco sotto i 3 euro  per arrivare ai 6 euro soprattutto per il prodotto via aerea.

Mango spagnolo al mercato di Milano

Sempre dal Brasile la papaya che va dai 3,50 ai 4,50 euro il kg. L’ananas Gold 7 pezzi dal Costa Rica  quota da 4 ai 5 euro il kg mentre il 6 pezzi sotto i 2 euro il chilo.

Cipolle fino a 1,30 euro il kg, 2,50 quelle di Tropea

Sempre sostenute le quotazioni delle cipolle. Le tonde bianche quotano  anche 1,30 a Verona e Rimini e un po’ sopra a Napoli, Cagliari e Milano.  Prezzi simili per le rosse e qualche cent in meno per le tonde dorate che quotano anche sotto l’euro. Sempre abbondantemente sopra i 2 euro per quelle di Tropea.

E le patate? Da Olanda, Germania e Italia vanno da 0,65 per il prodotto tedesco, qualche cent in più per l’olandese e in media 1 euro per l’origine italiana ma ci sono piazze dove si vende a 0,50 euro il chilo.

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