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Ingrosso

Italmercati al ministro: “Finanziate tutti i progetti del Pnrr”

Il ministro Lollobrigida all’evento dove è stato presentato lo studio Ambrosetti. Pallottini chiede la centralità dei siti principali

Invitato speciale, ospite gradito e in sintonia con la platea. Stiamo parlando del ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida che oggi all’evento di Italmercati a Roma, si è presentata la ricerca di Ambrosetti – Italmercati L’Italia alla prova del cambiamento: la risposta dei mercati agroalimentari all’ingrosso, ha prestato attenzione alla richiesta dell’associazione: finanziare tutti i progetti presentati dai mercati sul bando Pnrr.  Si coltiva la speranza di contributi anche per  i centri agroalimentari fuori dalla graduatoria.

Quei 150 milioni che generano 2,8 miliardi

Il bando mette a disposizione 150 milioni di euro del Pnrr  e secondo lo studio presentato oggi queste risorse genereranno un giro d’affari ulteriore di 2,8 miliardi  annui (oggi ammonta a 10 miliardi) e 7mila posti di lavoro. Brindano ma non alzano in alto i calici  i rappresentanti del mondo dell’ingrosso: “Un primo passo necessario ma non sufficiente a mettere a terra il reale potenziale di Italmercati”. La rete a cui aderiscono 21 mercati agroalimentari.

Senza i fondi si perdono 930 milioni di giro d’affari e 2400 posti di lavoro

Da Italmercati si scende più nel dettaglio: “Questi 150 milioni rappresentano il 75% dell’ammontare necessario al comparto per esprimere a pieno il suo potenziale. Secondo lo studio di  The European House – Ambrosetti, la mancata erogazione dell’ulteriore 25% di fondi, impedisce l’attivazione di ulteriori vantaggi socio economici: 500 milioni  di valore aggiunto, 930 milioni di euro di giro d’affari e altri 2.400 posti di lavoro“. Numeri pesanti: “Si tratterebbe di una vera e propria penalizzazione in un momento di rilancio così significativo per un settore strategico del made in Italy, quello dei mercati all’ingrosso, intorno a cui gravitano oltre 3mila imprese, 26mila posti di lavoro e che impatta sul Pil per 12,9 miliardi“.

I mercati all’ingrosso sottolineano da Italmercati e secondo lo studio: “Hanno svolto il ruolo di ammortizzatori dell’impatto inflazionistico nel lungo percorso che va dal produttore al consumatore. Per ben il 53% delle volte, i mercati sono stati in grado di attutire le ricadute dell’inflazione a due cifre sul portafoglio dei consumatori e ciò è avvenuto maggiormente nei mesi in cui il fenomeno di aumento dei prezzi era più accentuato”.

L’analisi di Ambrosetti

“Nell’attuale contesto di poli-crisi che stanno colpendo tutti gli operatori del sistema economico italiano, i mercati agroalimentari all’ingrosso hanno dimostrato di saper rivestire un ruolo di ammortizzatori dell’inflazione all’interno della filiera agroalimentare estesa. Le analisi restituiscono che i mercati agroalimentari all’ingrosso, nonostante una pressione crescente sui propri costi operativi, hanno trattenuto al loro interno tutta la pressione inflattiva per almeno un mese nell’anno e per almeno 6 mesi nel 55% dei casi analizzati”. Commento di Valerio De Molli, managing partner and Ceo, The European House – Ambrosetti.

Con un tasso di crescita media annuale del 2,5%, i mercati della rete Italmercati sono in controtendenza rispetto al settore alimentare all’ingrosso per il quale è stato registrato negli ultimi anni un calo dello 0,1%. Anche gli investimenti hanno segnato una forte crescita, raggiungendo i 52 milioni  nel 2022 (con un tasso medio annuo del +6,8% dal 2015, a fronte di un calo degli investimenti del settore).

Il presidente Pallottini

Nel suo intervento, la tavola rotonda è stata moderata dalla giornalista Micaela Cappellini,  il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini ricorda che oggi “alcuni colleghi non sono potuti venire per il maltempo, ma i mercati anche oggi hanno lavorato, magari a ritmo più lento ma hanno lavorato”. Parole per sottolineare la vitalità del mondo dell’ingrosso. “I mercati agroalimentari devono essere parte integrante della filiera agricola e come Italmercati ci battiamo affinché venga riconosciuto il loro ruolo di anello di congiunzione del sistema agroalimentare – prosegue Fabio Massimo Pallottini -. I mercati all’ingrosso garantendo competitività e alta qualità dei prodotto rappresentano infatti la soluzione per combattere l’inflazione, variabile che sta di fatto disintegrando il potere d’acquisto dei consumatori e la capacità di investimento delle imprese. Guardiamo con interesse ai finanziamenti legati al Pnrr, alla nuova Pac, auspichiamo di poter accedere ai fondi destinati al settore primario e riteniamo necessaria un’operazione di aggregazione e accorpamento delle infrastrutture esistenti in strutture moderne, più grandi per efficientare la rete. Infine dato l’importante impatto ambientale legato alla logistica e distribuzione della filiera, è prioritario per il settore poter contare su nuovi fondi per la sostituzione del parco mezzi che commercializza i prodotti dai mercati agroalimentari ai mercati rionali, supermercati e ristoranti”.

C’è  un riferimento alla sostenibilità della scelta aggregativa: “In questo modo, concentrando le attività,  combattiamo il consumo di suolo, rispetto agli altri Paesi europei qui succede l’opposto e paradossalmente abbiamo avuto dei bandi che favorivano altri investimenti”. Riferimento ai fondi del  Pnrr che hanno finanziato con milioni di euro anche dei piccoli mercati.

Lollobrigida apre sui fondi

Il ministro riconosce il “ruolo centrale dei mercati”, ma le parole più attese sono sul Pnrr dove apre alle richieste dei mercati per “compensare quelle potenzialità che possono portare un impatto positivo in termini di crescita dell’economia e dell’occupazione”. Poi Lollobrigida fa riferimento all’organizzazione dei centri alimentari:  “Necessario ripensare la logistica, la  competizione può essere un valore ma anche negativa. L’ auspicio non può essere di chiudere ma pianificare una diversa organizzazione dei mercati. L’ Italia deve essere area di accesso per l’Europa, ma il nostro Paese su logistica sconta ritardi strutturali rispetto ad altre nazioni. La Spagna è competitiva nell’ortofrutta anche grazie alla logistica e alla rete ferroviaria, la  più moderna dopo quella cinese, che permette un trasporto veloce verso l’Europa”. Poi la difesa dello stile di vita italiano, “mi baso sulla longevità dove siamo secondi solo al Giappone”, per criticare il Nutri-Score e la carne sintetica.  “Massimo rispetto per gli Usa, ma non ci possono insegnare come mangiare; ci sono pochi cittadini che mangiano come noi e poi si vedono persone con criticità sanitarie enormi, un livello di obesità molto alto. In questo caso i mercati possono giocare il loro ruolo sull’informazione della qualità del cibo”. Mercati educativi.

Prandini di Coldiretti: “Puntare su pubblicità nazionale, fallimento progetto scuola”

Si consuma meno frutta e verdura, questo il problema. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti lancia molti temi, tra cui: “Avviare un piano di  promozione e pubblicità per incentivare il consumo dell’ortofrutta,  i bambini e gli adolescenti italiani hanno problemi di obesità. E’ stato un fallimento il progetto frutta e verdura nelle scuole perchè limitato alla fine dell’anno”. Critica  anche la scelta dei prodotti proposti: “Così non si avvicinano i bambini, anzi si allontanano”. Infine sulle Op: “Le nostre rispetto alla Spagna sono un po’ di carta, aumentano la parte burocratica”.

Di Pisa: “Piccoli mercati non da chiudere, ma avere un’altra funzione”

Quando interviene Valentino Di Pisa, presidente di Fedagro e rappresentante dei grossisti, va subito al sodo: “Siamo quelli che fatturano i 12 miliardi”.  E poi la governance: “Imprescindibile il dialogo continuo, ente gestori non sono gestori ma co-attori del cambiamento e anche noi dobbiamo fare la nostra parte. I piccoli mercati non devono essere chiusi, ma avere una nuova funzione e non ci può essere più una scelta regionale ma un piano mercati nazionale. Serve una comunicazione nazionale sui fattori positivi dell’ortofrutta, sulle qualità organolettico dei nostri prodotti. Non si parli solo di inflazione che noi siamo riusciti a contenere”.

Per rilanciare i mercati all’ingrosso “dobbiamo affrontare un cambiamento etico che può iniziare solamente attraverso la collaborazione solida e continuativa fra enti gestori ed operatori grossisti. I mercati devono diventare dei veri e propri food hub, piattaforme logistiche informatizzate dotati di servizi aggiuntivi, non solo rispetto alla compravendita di prodotti freschi, ma legati alla logistica, alla digitalizzazione e, non ultimo, anche attraverso il passaggio all’orario diurno di lavoro”.

Luigi Merlo, presidente di Federlogistica ha sottolineato: “La logistica non è solo un servizio ma parte integrante dell’attività. La logistica internazionale ha fatto passi straordinari, sono molto importanti le autostrade del mare. Ma il governo non ha finanziato il bonus mare”. Per Federdistribuzione è intervenuto il presidente Carlo Alberto Buttarelli: “Il nostro è un rapporto storico con i mercati.  Ora registriamo il rallentamento dei consumi, a iniziare dall’ortofrutta. Ma ricordiamo che c’è anche meno spreco, notiamo più acquisti ma con minore quantità.  E’ necessaria più educazione e  coinvolgimento delle nuove generazioni, meno consumi di ortofrutta non è solo  un problema dei produttori ma anche del sistema sanitario“.

Marco Porcaro, Ceo di Cortilia che opera nell’ecommerce ha un legame con i mercati e sottolinea “Siamo da poco siamo arrivati al Car di Roma. Operiamo in 800 comuni e lavoriamo con 400 aziende. E’ importante la logistica e la distribuzione con l’ultimo miglio, con una filiera a temperatura controllata. Con il Car  abbiamo acceso a un sistema di produttori e grossisti e poi sfruttiamo la prossimità del Car alla città”. Un esempio di sinergie tra operatori.

Raffaella Orsero: “Crediti fiscali per l’invenduto”

Raffaella Orsero e Ceo dell’omonimo gruppo: “La nostra storia inizia dai mercati, mio padre negli anni sessanta a Bologna  comprò una società che aveva tre stand in tre città. Oggi siamo presenti in sette regioni italiane. I nuovi assunti devono fare un training obbligatorio di due mesi nei mercati perchè qui si conosce il prodotto, il grossista ha maggiori conoscenze. L’attività si sarà ridotta ma c’è una soglia sotto la quale non si scende”,

C’è futuro nei mercati: “Noi a gennaio abbiamo acquisito una società da 80 anni  presente in 12 mercati della Francia, la quota del mercato è del 30% e non scende.  C’è la consuetudine del mercato rionale, del fruttivendolo. L’invenduto? Spagna e Francia più avanti. Noi lavoriamo con Banco Alimentare e non abbiamo nessuno contributo  mentre negli altri due Paesi si ottiene un credito fiscale. La fragola si tiene in mercato 48 ore anche se è ancora buona per avere sempre il top in vendita,  ottengono 0,60 euro  il kg”. A volte più di quello che si ottiene nella vendita last minute.

Paolo Merci: “Al mercato di Verona l’educazione alimentare”

Paolo Merci  di Verona Mercato e anche vice presidente di Italmercati: “Abbiamo avviato un tavolo sull’orario diurno, un tema centrale anche visto il problema del ricambio generazionale. Argomento scottante ma stimolante.  La campagna  a scuola sull’ortofrutta è stato un fallimento perchè si è fatto mangiare frutta non buona, noi abbiamo fatto un progetto con i ragazzi. Si può replicare  a livello nazionale.  Infine ci sono 100 eccellenze Dop e Igp da far conoscere  in collaborazione con il mondo della produzione”. Chiude con il Pnrr: “Bene il progetto che abbiamo portato avanti come Italmercati, ma serve un finanziamento ulteriore“.

Il futuro dei mercati

L’incontro si chiude con il tavolo della politica  e istituzionale. Interviene Maurizio Martina, vice direttore della Fao che ha sottolineato l’incidenza dei cambiamenti climatici. Salvatore De Meo, parlamentare europeo in commissione agricoltura, pensa ai mercati  “come piattaforme green, serve una nuova narrazione. Garantire la produzione primaria e tutelare i consumatori”. Andrea Prete di Unioncamere: “Aumentare la collaborazione, incrementare le attività in comune. I mercati hanno calmierato l’inflazione”.

Da Bologna Marco Marcatili, il presidente del Caab che illustra il progetto di gestione dei 13 mercati rionali della città: “Non solo per gli anziani, ma anche per i giovani, per i lavoratori e vanno inseriti negli itinerari turistici”. Emanuele Zappia, presidente del mercato di Catania  ha ricordato che nei mercati si vende anche il pesce: “Si gestiscono ben 84mila tonnellate di prodotto”. Ultimo intervento quello di Paolo Bruni di Cso Italy: “Nei primi tre mesi del 2023 abbiamo già perso 104mila tonnellate di prodotto venduto, se il trend rimane questo perdiamo come nel 2022 e non possiamo continuare così.  Va bene l’export e conquistare nuovi mercati ma è ancora più fondamentale tenere  il mercato interno. La spesa in ortofrutta incide sul  4% nel totale della sua spesa. Si parla tanto di sostenibilità serve quindi un grande progetto di comunicazione nazionale per stimolare i consumi”.

Tutti i dati dei mercati

La rete Italmercati ha raggiunto nel 2021  un fatturato di 84 milioni, con un tasso di crescita medio annuo pari al +2,5% nel periodo 2013-2021, in controtendenza rispetto a quello del settore di riferimento, ovvero il commercio alimentare all’ingrosso (-0,1%). Inoltre, la rete Italmercati attiva 247 posti di lavoro nel 2021, in crescita dello 0,4% annuo nel periodo, rispetto a una performance stabile del settore.

I mercati hanno generato un valore aggiunto di 40,5 milioni nel 2021 (con un tasso medio annuo di +1,8% nel periodo 2013-2021), una performance oltre il triplo più dinamica di quella del settore (+0,5% annuo). Anche gli investimenti dei mercati hanno registrato una forte crescita, raggiungendo i 52 milioni nel 2022 (con un tasso medio annuo del +6,8% dal 2015, a fronte di un calo degli investimenti nel settore).

All’interno dei 21 mercati appartenenti alla rete Italmercati operano circa 3mila aziende, che commercializzano i propri prodotti agroalimentari. Il giro d’affari generato da questo ecosistema è pari a 10 miliardi  nel 2022 con una forza lavoro interna ai mercati di 26mila lavoratori e  abilitato dalla rete dei 21 mercati raggiunge un valore significativo rispetto ad altri settori comparabili di logistica e trasporti: supera di 1,3 volte il giro d’affari del trasporto marittimo e di 2,5 volte quello del trasporto aereo. L’attività dell’ecosistema delle imprese che operano all’interno dei mercati, compresa l’attivazione delle relative filiere di fornitura e subfornitura, genera un giro d’affari diretto, indiretto e indotto molto rilevante nell’economia italiana, pari a 24,2 miliardi, un valore ottenuto per effetto di un moltiplicatore economico pari a 2,42.

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